Nonostante la pioggia, la città di Bisignano è tornata a protestare per dare supporto ai cittadini e agli agricoltori che ormai da febbraio protestano affinché alla Consuleco srl sia revocata qualsiasi convenzione riguardante la gestione del depuratore privato.
E’ vergognoso che dopo tutti questi mesi e davanti all’evidenza dei fatti l’amministrazione comunale non abbia ancora deciso da che parte stare. Dalla parte di chi inquina e accumula ricchezze alle nostre spalle o dalla parte dei cittadini onesti che chiedono soltanto di non morire di tumore?
La DEFINITIVA CHIUSURA DEL DEPURATORE PRIVATO gestito dalla società CONSULECO S.r.l., com’è noto, è oggetto dell’inchiesta denominata “ARSENICO” da parte della Procura di Cosenza la quale, a seguito delle indagini effettuate dalla Guardia Forestale e dai Carabinieri, ha accertato lo sversamento di reflui industriali, senza alcun trattamento di depurazione, e di sostanze inquinanti oltre 40mila volte rispetto al consentito nell’acqua del fiume Muccone che ha causato un grave inquinamento ambientale.
I cittadini e gli agricoltori hanno ormai capito che manca la volontà dell’amministrazione comunale di voler produrre atti utili alla revoca definitiva della Convenzione che concede alla Consuleco di operare sul territorio comunale e di procedere allo smantellamento dell’Impianto inquinante, nonostante i Decreti del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria con i quali è stata prima sospesa e poi ritirata definitivamente l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
È grave e incomprensibile la posizione assunta dagli amministratori che invece di dare risposte certe ai cittadini preoccupati per l’ambiente e per la loro salute, si limitano a fare da spettatori delle iniziative regionali anziché essere essi stessi protagonisti di azioni decisorie e decisive nel territorio del proprio comune, quali, ad esempio, prima fra tutte, la costituzione di parte civile come parte lesa, nel procedimento penale.
Gli amministratori dovrebbero avere la determinazione e la lucidità di dire chiaramente agli avvocati difensori della Consuleco che il Comune e i cittadini non devono all’azienda alcun rimborso economico, ma caso mai sono loro che devono rimborsare la comunità bisignanese per i gravi illeciti commessi e per i danni causati al nostro territorio, contravvenendo a tutti gli accordi contrattuali e a tutti gli impegni di legalità, efficienza e rispetto della salute pubblica, stabiliti nella convenzione originaria.
Ciò è anche quanto stabilito nell’ultimo Decreto Dirigenziale Regionale, il quale, nel revocare definitivamente la validità e l’efficacia dell’A.I.A. e nel disporre, di conseguenza, la chiusura dell’installazione, al punto 3, dà mandato al custode giudiziario e agli organi di controllo per “… la valutazione e l’individuazione degli interventi di messa in sicurezza e/o di ogni altra misura ritenuti idonei allo scopo con spese e oneri a totale carico del gestore.”
Intanto gli amministratori temporeggiano e non sono mancate in questi mesi notizie di strani e inopportuni incontri tra l’amministratore delegato della Consuleco (nei confronti del quale la procura di Cosenza, per il reato accertato, ha emesso la misura cautelare di obbligo di dimora) e un assessore, un consigliere di minoranza e un dirigente dell’ufficio tecnico del Comune, nei pressi di un bar di Luzzi. Cosa si saranno detti a noi comuni mortali non è dato sapere…