Francesco Occhiuzzi è sempre stato un uomo di spettacolo ma quando fai “spettacolo” in una terra difficile come la Calabria, tutti i “poteri” ti tirano per la giacchetta e non ci vuole nulla a cadere in qualche maledetto tranello. Occhiuzzi ha attraversato decenni di storia dello show business calabrese e cosentino in particolare ma ormai da tempo era finito nelle grinfie di gente spietata, che gli rendeva la vita impossibile. La storia degli strozzini che lo perseguitavano è stata finalmente raccontata per come doveva essere raccontata ma anche rivelare una verità acclarata e scontata come quella che ha vissuto è stata un’impresa. Perché qualcuno non aveva capito (o aveva fatto finta di non capire) quello che succedeva. Vabbè, acqua passata. Occhiuzzi ha le spalle larghe ed è tornato al suo lavoro e alla sua passione.
Da qualche mese su LaC News24 conduce “Vengo dopo il Tg”, che è soprattutto una trasmissione di spettacolo e di intrattenimento ma qualche volta diventa anche momento di riflessione. Come ieri, quando Occhiuzzi ha voluto dare spazio alla triste vicenda dell’omicidio di Denis Bergamini trattandola con estrema delicatezza e professionalità e concedendomi l’onore di stare insieme a lui per ricordare il Campione e difendere la sua storia dalle speculazioni di gente senza scrupoli e senza morale.
Occhiuzzi sapeva bene anche che chi vi scrive non ha mai avuto rapporti distesi con la televisione per cui trasmette e soprattutto con i suoi editori ma anche in questo caso è riuscito a volare leggero sulle questioni e a farle sembrare meno “tragiche” di quanto vengano dipinte. Gli ho strappato una promessa per ritornare nel suo studio perché il 30 novembre, tra una decina di giorni, ricorre il 50° anniversario di una storia che mi ha sempre appassionato e che sicuramente ha appassionato anche lui. Il 30 novembre del 1975 da Cosenza, località Muoio Piccolo, per la prima volta in Italia una radio libera trasmetteva il suo segnale. Si chiamava Radio Bruzia e i suoi fondatori ancora non sapevano che sarebbero diventati degli eroi. La radio fu spenta dopo neanche una settimana ma la successiva causa giudiziaria nata proprio a Cosenza grazie ad un pretore che si chiamava Michele Quagliata rese “legale” l’attività di tutte le radio libere italiane. E questo evento va assolutamente ricordato. PS: chiedi scusa al tuo caro asino Orazio se l’ho preso un po’ in giro ma quando dicevo che “un asino può anche fingersi cavallo ma alla fine raglia sempre” tu sai bene a chi mi riferivo e sono sicuro che lo sa anche Orazio…









