Sembrava un colpo di fortuna e invece era una chimera … ASPettative diverse in un mondo di sCUP.
Quello che a primo impatto poteva sembrare un colpo di fortuna in una landa desolata quale la Calabria si è rivelato essere una chimera. Infatti sono stata vittima di una vera e propria ingiustizia lavorativa di cui vi racconto in breve. Ad oggi avere un buon lavoro è una condizione necessaria per condurre una vita dignitosa se consideriamo che il caro vita ha raggiunto livelli esorbitanti ma, per trovare un buon lavoro in Calabria, é anche necessario avere una buona dose di fortuna o, per meglio dire, una bella raccomandazione o un albero genealogico ad hoc.
Ci sono delle agenzie, ad esempio, che in fase di colloquio, ti promettono mari e monti ma poi, quando si accorgono che mancano i requisiti di cui sopra, decidono di farti fuori non rinnovandoti il contratto dopo un solo mese di lavoro e senza darti uno straccio di motivazione (lo so, non sono tenuti a farlo ma non vedo che male ci sarebbe nel dare una spiegazione ad una mancata proroga quando questa ti viene chiesta in modo educato); eppure rispondere alla telefonate o alle mail è ritenuto un gesto di scortesia per l’agenzia in questione tant’è che le mie mail, probabilmente, sono state direttamente cestinate e i miei messaggi/telefonate totalmente ignorati/e.
Questa agenzia di telecomunicazione, che si occupa anche della gestione dei CUP dell’ASP di Cosenza, inoltre, per valutare l’operato di un neo-assunto si basa sui feedback degli altri operatori di pari livello rispetto a quello delle persone appena inserite, di conseguenza sprovvisti del titolo per giudicare il lavoro degli altri in quanto nessuno di loro detiene la qualifica di team leader; si tratta di una condotta inammissibile considerando che sussistono legami di parentela e/o amicizia sia tra gli stessi operatori che con i dipendenti dell’ASP pertanto, i feedback che forniscono, non sono per nulla oggettivi. Lamento di questa situazione perché ho lavorato per questa agenzia, una famigerata multinazionale, per un solo mese poiché il mio contratto, alla scadenza, non è stato rinnovato apparentemente senza un motivo valido visto che alle mie richieste di delucidazioni non ho mai ricevuto risposta.
Quella che ho vissuto è stata un’esperienza da non ripetere in quanto ho iniziato a ravvisare i primi disagi fin dal primo giorno di lavoro dove gli operatori senior, che avrebbero dovuto formarmi, erano in ferie pertanto, i referenti di zona, hanno ben pensato di affidarmi ad un’operatrice che non era in forza da nemmeno due mesi ricevendo, dunque, una formazione per nulla formativa (la tipa in questione, ha fatto di tutto per screditarmi infatti, durante la “formazione” alle mie richieste di supporto preferiva levarmi le prescrizioni dalle mani per rispondere al posto mio ai quesiti degli utenti). Pertanto, mi sono ritrovata a lavorare in un contesto dove coloro i quali sono stati “matricole”prima di me hanno ritenuto opportuno denigrarmi probabilmente a causa del fatto che in quel contesto, diversamente da loro, ero una sconosciuta. A seguito di ciò, l’opera di discriminazione ha continuato a farsi spazio visto che nel periodo successivo né sono stata coinvolta nei gruppi WhatsApp creati per scambiare importanti informazioni di natura lavorativa né venivo tempestivamente istruita in merito alle commesse lavorative (eh già, le cose dovevo immaginarle o sentirle per caso dai colleghi dell’altra stanza).
Questa situazione, però, non si è verificata per l altre due persone che sono state assunte il mio stesso giorno, eppure con una di loro ci ho lavorato insieme per un breve periodo e posso confermare che i nostri livelli di preparazione erano simili nonostante lei la formazione l’avesse fatta con due operatori senior, a differenza mia; questa situazione avvalora ulteriormente la mia ipotesi in base al fatto che l’agenzia non selezioni per merito bensì per conoscenza (solo in seguito ho scoperto dei legami di parentela che le due neo-assunte intrattenevano con i dipendenti dell’ASP).
Addirittura nei momenti vuoti alcuni dei miei colleghi di stanza coglievano l’occasione per parlare al telefono o allontanarsi facendo di tutto per evitare di scambiare qualche chiacchiera con me. Tutto ciò è accaduto nell’arco di un mese in cui non ho mai visto/conosciuto personalmente nessuno dei referenti di zona. Allora, cara e lodevole tech company specializzata nella fornitura di prodotti, servizi e tecnologie per la customer experience a livello globale, vorrei chiederti come mai hai deciso di non tenere proprio me?
So che non mi risponderai e continuerai ad ignorarmi come hai fatto finora ma vorrei darti un consiglio visto che la risposta ormai me la sono data da sola; qualora dovessero rinnovarti l’appalto, quando assumi qualcuno, informati meglio sia sui suoi legami di parentela sia sulle sue amicizie private e politiche altrimenti rischi di creare illusioni in quei poveri giovani a cui un’occupazione serve per davvero; io, purtroppo, ho avuto la sfortuna di non essere “a nòra” di un dipendente dell’ASP, ma, a saperlo prima, mi sarei organizzata diversamente (ovviamente si scherza, non scenderai mai a questi compromessi).
Distinti saluti
Lettera firmata