Vibo. Attenzione, caduta sindaci: piccolo manuale di “resistenza” con aggiunta di… Mellea

di Rocco Tripodi 

Da ragazzini, ci sedevamo sul gradino di un portone del quartiere, preferibilmente di marmo, e ci giocavamo le poche figurine Panini dei calciatori di cui facevamo raccolta. Il gioco consisteva nel riuscire a sollevare e capovolgere le figurine col risucchio provocato dal colpo dato con la mano parzialmente chiusa “a cucchiarella”, e così farle proprie. Con quelle che riuscivi a sollevare e rivoltare, cercavi di completare l’album.

Questo ricordo mi aiuta a comprendere dinamiche  ormai ordinarie nei palazzi della politica. Dico che non mi stupisco più se partiti, gruppi, commissioni, governi e alleanze – che all’atto della formazione non supererebbero la prova dell’alcolimetro dei propri  sodali -, nascono a  “cugghiunella”, e si scompongono per poi riprendersi e mettersi insieme affidandosi alla mano a cucchiarella, usando i santini della campagna elettorale. Certi comportamenti che dall’esterno possono considerarsi censurabili, non necessariamente devono essere ricondotti a strategie insane, malcostume o all’ ingordigia di professionisti da buffet davanti ai vassoi di rusticini, perché nel qual caso non ce ne sarebbe per nessuno. No.

Può  esserci una seconda spiegazione, forse tutta mia, che riconduce ad un’ultima corrente letteraria di matrice meridionalista, che sta centrifugando quel poco che ci resta di quelle sacchette rattrappite che contengono affaticatissimi tubuli seminiferi. È un filone che non fa che trattare ossessivamente di: PARTENZA, RESTANZA, RIPARTENZA, RETROMARCIANZA, RITARDANZA – qui sempre con introduzione di Salvini -, che, mi accorgo, affascina, condiziona  e indirizza,  ANCHE POLITICAMENTE, chi si accosta a questa corrente e sono tanti. E, accodandosi a questa scia,

c’è chi cerca di sdoganare un nuovo capitolo che tratti di INCOLLANZA, con spudorata, segaiola, epicureica, atarassica ossessione. In prima fila i nostri politici locali.

Prendete la Consigliera Marcella Mellea. Viene eletta in un gruppo che sostiene l’Aggarbatuni, ed entra come presidente della IV Commissione. Poi si invaghisce di un gruppo di pericolosi giacobini e con questi tenta uno sbarco nel tentativo di promuovere una sollevazione popolare. Ma non erano trecento e manco forti per cui, vista la mala parata, rientra con un comodo caicco carico di eleganti profumati trafficanti di uomini e nessun ribelle, nel tranquillo porto di Romeo. Il tempo di affacciarsi nsieme per controllare il buon funzionamento degli zampilli in piazza, e per poco, a causa della “poca coerenza di Forza Italia”, non gli è  riuscito di far cadere il sindacoAggarbatuni. Mellea Marcella lascia il 30 aprile la presidenza della Commissione, così spiegando ai tanti maligni zillosi la scelta: “Io non sono attaccata alla poltrona, ma al mio lavoro…Lo faccio nell’interesse dei cittadini e a difesa della mia onorabilità…”.

Oggi arriva invece la notizia che lascia (o è lasciata dal) gruppo, e si ricucca la presidenza della IV commissione. Per cui, per coerenza, dovrebbe a questo punto dichiarare: “Lo faccio perché sono attaccata alla poltrona, contro gli interessi dei cittadini, e perché non me ne sbatto una cippa della mia onorabilità”, o no?

E in tutto questo, se al nostro, perché gli siamo sempre tanto vicini, anche quando non lo sa, strapazzato sindaco, il quale, se gli chiedi cosa stia succedendo, ti risponde: “nenti sacciu”, gli ricordiamo che pani cu pani fa zuppa. E questa giunta Aggarbatuna “stia attenta a sti chiari i luna”. Alla fine,  tanto sciddico’ che cadde.

Caro sindaco ATTACCATI… non ho detto TOCCATI. Attaccati con forza, se te n’è rimasta, sopra, sotto, a destra, a sinistra…dove capita o comunque non farti trovare impreparato ed incarica l’ufficio tecnico di affiggere all’ingresso del municipio un cartello di pericolo con scritto: ATTENZIONE CADUTA SINDACI. Mi sono preso la licenza di mandartene uno schizzo. A gratis, ovviamente.