di Rocco Tripodi
Perdono un fottio di soldi alle slotmachine e fanno spallucce; poi gli frega una monetina la macchina del caffè e spaccano tutto!
Così l’opposizione al Comune di Vibo Valentia.
Qualunque scempiaggine, qualunque decisione strampalata, qualunque dubbia concessione, qualunque fallata madornale, ma soprattutto qualunque urgenza trascurata della nuova Amministrazione, sempre sono state accolte senza fare un plisse’, beninteso con aristocratico distacco e senza mai scomporsi. Si, ogni tanto gliele cantano, ma non senza aver prima attivato l’autotune per armonizzare eventuali suoni che possano arrecare disturbo all’orecchio del SindacoAggarbatuni, colto sempre più spesso in un preoccupante stato confusionale nell’affrontare le tante problematiche che hanno spesso origine con la SindacoSpettacolo, e che si sono amplificate, al pari dei disagi dei cittadini. Anche a causa della contemporaneità dei cantieri, voluti anche se non necessari e utili per la città, la cui problematica e spregiudicata gestione hanno letteralmente messo in braghe di tela gli assessorati competenti; ebbene di fronte a tutto ciò, nessun rimprovero, nessuna condanna, nessuna richiesta di assunzione di responsabilità da parte di uno schieramento nei confronti dell’altro. Tranne quando (puru pa genti) guardandosene bene dall’alzare i toni, qualcuno che siede sui banchi dell’opposizione, giusto perché chiamato inopportunamente in causa, si sente in dovere di segnalare disappunto, sempre però con il rigore che il bon ton e una salda amicizia impongono.
Può anche succedere che un singolo, magari tirato a sorte, perché venga dato alla popolazione un segnale di esistenza in vita, raglia per il tempo di una ospitata su di un giornale, e allora assume i toni e la virulenza di chi si è fatto fregare la monetina dalla macchina del caffè. Poi la sera vai a prendere una pizza da asportare e li trovi bellamente seduti allo stesso tavolo gaudenti perché certi di averci perculato ancora una volta.
La sensazione che ho è che si stia consolidando in chi governa a tutti i livelli, non capisco se tacita o concordata (e poi da chi?), una strisciante pratica, attraverso una massiva creazione di “PRECEDENTI” infausti, deleteri, volgari, quantitativi che producono col tempo una conseguente assuefazione verso un sistema distopico che su questi PRECEDENTI si fortifica, dove queste che oggi appaiono alterazioni e corruzioni delle dinamiche dei rapporti tra potere e cittadini, vengono metabolizzate e vissute come nuove, necessarie e condivise regole da tutti. Per questa ragione non mi riesce di vivere senza apprensione, un susseguirsi di episodi che hanno per protagoniste un po tutte le ultime Amministrazioni, non solo comunali ma anche nazionali. Nel nostro specifico locale, provo ad evidenziare solo alcune delle tante situazioni di cattivo governo, incompiute, che si trascinano anche da decenni, che non hanno ancora trovato soluzione e neanche una giusta reazione.
Le due tangenziali iniziate, bloccate, riprese più volte e per sempre abbandonate. Entrambe, pur insistendo su terreni con specificità geomorfologicamente diverse, incontravano le stesse difficoltà esecutive. Per ogni tonnellata di terreno che veniva rimossa dal costone, dieci rovinavano a valle, motuproprio. Ci sono state inchieste, altri tentativi con altri finanziamenti di riaprire i cantieri, ma tutto inutile. Incapacità progettuale, incapacità a trovare altrove soluzioni già sperimentate in regioni alpine dove da sempre sono realizzate vie di comunicazione in territori montani con problematicità di livello superiore. La realizzazione alla fine è stata abbandonata nel silenzio totale, e con essa anche quei muraglioni in cemento incombenti, assicurati al nulla, che minacciano strade e case sottostanti. Resterà così e diventerà un PRECEDENTE.
La Scala mobile. Tra mille ammuine e sofferenze, portata a completamento con avanzamenti di costi conseguenti, è lì ferma e non sembra, al momento, dare segni di insofferenza. Attende. Come ferme sono quasi tutte le scale mobili esterne di altre città, già da tempo. Ma quando da noi è stata pensata, questa circostanza era sconosciuta? Che si sarebbe certamente chiusa per problemi di gestione e manutenzione? Resterà così e diventerà un PRECEDENTE.
La strada Gaizzi-Porto Salvo aperta da poco, con abituale liturgia spettacolare, dalla Sindaca decaduta, per poi essere chiusa il giorno successivo. Chi l’ha voluta, progettata e inaugurata non sapeva che in alcuni tratti non c’era lo spazio perché passassero contemporaneamente due mezzi in entrambi i sensi? Resterà inutilizzabile ma servirà come PRECEDENTE. Ma che importa?
Il Teatro. Viene inaugurato irresponsabilmente senza le necessarie misure di sicurezza certificate dai Vigili del fuoco, senza individuare un gestore e valutarne una conseguente programmazione. Il solo uso che ne rimane oggi, anche in linea con ciò che sembra, è quello di una autorimessa, un po’ bruttina, per smistaggio di corrieri. Ma sempre un PRECEDENTE.
Come un PRECEDENTE diventerà il Palasport, mai aperto, perché, una volta completato, si sono accorti che mancava la via d’accesso (poca cosa), ma che potrà sempre essere riadattato per ospitare il vecchio nosocomio cittadino, dopo che, ovviamente il magnifico filantropo Giuseppe Mangialavori avrà provveduto ad acquistarlo, “pe na mangiata di pipi”.
Ultimo PRECEDENTE, il più “torcigudeja”, quello che, a fronte di quanto detto, si ha ormai certezza che nessuno sarà chiamato a risponderne.
È il più recente, si tratta di una occupazione abusiva di cui si è già detto. Occupazione che se si fosse trattato di un centro sociale o di un rave, li avrebbero stanati bombardandoli con i droni; ma trattandosi della sana, timorata e castigata borghesia vibonese, le si possono recapitare a casa le chiavi del Palazzo Gagliardi, quando normalmente e solo fruibile per uno scopo sociale; occorre farne formale richiesta scritta e protocollata, motivando le finalità. Verrà quindi vagliata da due uffici, e se approvata, occorrerà andare a ritirarla e firmare assumendosi tutte le responsabilità per l’uso richiesto. Tanto se n’è parlato, ma non c’è pervenuto nessun comunicato ufficiale né siamo a conoscenza di una interpellanza, appunto, da parte dell’opposizione. Questo è quanto. “I gnuri piscianu nto lettu e poi dinnu ca sudaru”. E a noi tocca crederci.
Cari governanti di prima di adesso e di dopo è bene che meditiate su questa massima popolare:
Mentre ca siti Papa, papiati, ca cu sapi si natra vota Papa siti!
Ai cittadini vibonesi dedico i versi di una poesia di mastro Bruno Pelaggi:
“In Calabria ormai la luna va sempre alla mancanza,
e non c’è chiu
speranza c’andargimu (che ci solleviamo)”.