Vibo. Impazza il “totoassessoremonello” ma nessuno “osa” fare nomi

di Rocco Tripodi 

VIBO VALENTIA – Ai nostri oculati amministratori non basta apparire degli scimuniti qualunquemente squinternati, che affannosamente faticano a tenere insieme nel proprio schieramento quello che a noi sembra un misto impastellato di triglie e tonnacchiotti pescati a strascico. No, non gli basta proprio! Devono sempre strafare!

Ogni tanto qualche monaco folletto nzurtarello, dalla minoranza, denuncia (spettegola) un qualche avvenimento o situazione che presentano elementi di irregolarità o di inadeguatezza o di incompatibilità o di amicomparismo. Spesso nelle modalità del sentito dire, altre volte esplicitando con evidenze inoppugnabili, ma rarissime volte rivelando i nomi degli accusati. Anche perché, per manifesta signorilità e comune creanza, persino nelle interrogazioni al sindaco, i nomi non si fanno. Costituirebbe grave SGARBO!

E succede che scompaiono 700 metri di cordoli antichi che tutti hanno visto rimuovere, prelevare e portare via, ma nessuno sa da chi e dove; né risulta sia mai stata fatta denuncia dai vari responsabili dei diversi cantieri.
Si aprono misteriosamente per sollazzo maestosi portoni in prestigiosi, storici palazzi le cui preziose chiavi sono custodite in una cassaforte presso un ufficio comunale. Tutti lo sanno.

L’opposizione, per annoiato e rutinario dovere d’ufficio, interpella il sindaco, ma nessuno dai banchi dell’emiciclo fa un solo nome dei protagonisti di questa appropriazione, nonostante quel palazzo sia stato utilizzato arbitrariamente per una serata elegante, come fosse una qualunque villa San Martino ad Arcore, dalla più becera e burina borghesia di provincia che, per costume, non deve chiedere mai. Per cui al popolino insulso che si arrischia ad avanzare risposte, nulla è dovuto; stia umilmente composto al suo posto. E, anziché indagare (fuori del palazzo ci sono più telecamere che corna in un cesto di vavalaci, e l’esempio ha un suo perché) per individuare il fiorfiore (di cucuzza) dei mejo fichi der bigonzo presenti, tacciono. Se non fosse bastata la polizia urbana, bastava farsi supportare da altra polizia, meglio ancora dalla Guardia di Finanza.

L’ultimo focolaio di rivolta contro il Sindaco-Aggarbatuni, di cui si conosce il fomentatore, ha come obiettivo stanare un assessore accusato di conflitto d’interessi. Ma anche stavolta il fuoco viene acceso ma senza produrre alcun risultato: TANTU FUMU E NENTI SATIZZA. Il nome dell’assessore non viene fuori. E nessun politico interpellante o interpellato, con sperimentata faccia di tolla, partorisce un nome.

Proviamo noi a fare qualche considerazione. L’accusa è di aver dato e quindi accettato l’incarico pur persistendo da tempo un debito nei confronti dell’Ente, pari a 30.000€. Ora è evidente che chi sa dell’esistenza di questa insolvenza, deve essere venuto a contatto anche con una pratica aperta, che, oltre a contenere la natura dell’addebito, porterà bene in vista il nome dell’insolvente, e che tra l’altro, all’atto dell’insediamento, avrà, come da protocollo, firmato in presenza del sindaco di non avere alcun sospeso, nei confronti dell’amministrazione, che imponesse l’incompatibilità con l’incarico.

E poi 30.000€! Non sarà certo la tassa sui rifiuti, perché il solo che potrebbe rispondere di tanta tassazione è l’impresa di pulizia Muraca che raccoglierebbe i rifiuti e anziché conferirli in discarica se ne appropria e non riconosce una piccola controparte sotto forma di tributo al Comune. Non regge! E poi Muraca non è un assessore. Dovrà allora trattarsi necessariamente di persona titolare di uno spropositato numero di proprietà (immobili e terreni) gravati da oneri proporzionati, o che esercita una professione che gli comporta pagamenti di tributi che normalmente non gravano su un postino o un agente penitenziario.

Io un’idea me la sono fatta, ma non vorrei guastare la sorpresa a qualcun altro. Sono certo che trattasi di fuoco amico sia con riferimento al delatore, sia al promotore della denuncia che ha già in predicato il posticino che lascerebbe l’assessore decadendo (e così, poi, con lo zufolo che ci paga i 30.000€), andando così ad affiancarsi ai nuovi amicomparucci che l’aspettano attorno al focolare.

In merito a questa storia avrei un’idea. In questi giorni un media ha proposto un sondaggio tra i lettori perché si esprimessero sul grado di apprezzamento dei lavori fatti in piazza Municipio. E se pensassimo anche noi, in assenza di approfondimenti che ci sarebbero dovuti, ad una sorta di TOTOASSESSOREMONELLO? Attraverso questa iniziativa, ognuno potrebbe indicare chi secondo lui ha fatto la birichinata e anziché essere punito con uno scappellotto dal SindacoAggarbatuni, si è visto regalare una confezione di caramellucce, confettini e leccalecca del valore di diverse migliaia di Euro.

Seguiamo gli sviluppi e poi vediamo.
Per quanto riguarda la guerra senza quartiere scellerata e disumana che semina miseria e distruzioni, parlo degli scontri “brutali” quotidiani tra i due schieramenti, a seguito dell’incarico assegnato chetichellanamente al manager che è disposto a “sporcarsi le mani”, parrebbe, stante l’improvviso tacere delle armi, che finalmente tra loro è stata raggiunta una pace onorevole per tutti. E con buona pace di tutti noi. E come potrebbe recitare un proverbio (se ci fosse): U SANTU AGGARBATUNI FA LA GRAZIA ALL’AMMUCCIUNI.