Vibo. La sai l’ultima della (mala)politica? Maduli è un modello da seguire! E domani dà lezioni alla Provincia

Domenico Maduli, l’editore “spione” che ha intercettato i suoi giornalisti, indagato dalla procura di Vibo per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato (insieme alla moglie, al secolo Maria Grazia Falduto), è un modello da seguire.

Non siamo su “Scherzi a parte” ma è quello che accadrà domani, venerdì 6 dicembre, (giorno di San Nicola): è tutto vero. Se non ci credete recatevi (e magari informate anche carabinieri, polizia e guardia di finanza…) alla Provincia di Vibo, in località Bitonto.

Il nome di Domenico Maduli, dopo essere comparso in quasi tutte le inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ed essere finito giusto qualche giorno fa sul registro degli indagati dell’Ufficio di Procura guidato da Camillo Falvo, è su una locandina ormai virale che pubblicizza uno dei tanti convegni organizzati in una Vibo ormai monopolizzata dai nuovi padroni di una città evidentemente ancora ostaggio della massoneria. Senza vergogna alcuna è stato chiamato a parlare persino agli studenti delle scuole superiori di Vibo Valentia (sic!) Domenico Maduli, proprio lui, l’amministratore unico della società editrice di Lacnews24 e di tutto il cucuzzaro che rischia di dissolversi come neve al sole tra inchieste già avviate e insabbiate o rese innocue dall’amico Gratteri e tra altre che invece si dice siano in arrivo nella nuova stagione perché le coperture sarebbero saltate.

Ma poiché ancora tutto tace, Maduli vestirà il ruolo di ospite speciale, parlerà per ultimo e discetterà su “città, giovani e associazionismo”. Per amare di più Vibo Valentia recita il menù della serata. Proprio lui, Domenico Maduli. Non è uno scherzo, è tutto vero. A deciderlo è stato pure un giornalista, tale Giuseppe Sarlo, portavoce di una sedicente associazione “Ali di Vibonesità” alla quale sono iscritti esponenti di spicco della borghesia e dell’elìte cittadina. Gente che dovrebbe essere illuminata ma che evidentemente all’improvviso si è rimbambita o semplicemente è in preda ai cattivi consigli di Giuseppe Sarlo, intramontabile cerimoniere di alto borgo, in pensione dopo aver trascorso la sua vita ad omaggiare i potenti di turno ai tempi del primo scioglimento dell’Asp per mafia come neanche Emilio Fede faceva con Silvio Berlusconi.

Dopo aver sistemato la figlia Karen in Rai attraverso i buoni uffici del piscopisano Pietro Giamborino, deve adesso salvare la faccia all’amico degli amici Domenico Maduli con un convegno cucito ad arte.

Il bello è che sulla locandina di promozione compaiono anche i loghi di alcune delle più prestigiose associazioni della società civile vibonese: la Dante Alighieri, l’Archeoclub, la Fondazione Murmura, il Rotary Club, l’Associazione Valentia.

Il brutto invece è che ad ospitare l’evento sia l’aula del consiglio provinciale di Vibo e a patrocinarlo ci siano pure il Comune e la Provincia con i saluti programmati del sindaco Enzo Romeo e del presidente della Provincia Corrado L’Andolina i quali avrebbero garantito la loro presenza. Meglio non fare incazzare Maduli. Non si sa mai. Tra gli interventi in scaletta quello della presidente della Commissione Cultura del Comune di Vibo Marcella Mellea, consigliere comunale in quota Partito democratico. Romeo, L’Andolina e Mellea sanno sicuramente che Maduli è indagato dalla Procura di Vibo guidata da Camillo Falvo e lo stesso Sarlo, con un passato anche da sindacalista dei giornalisti, conosce molto bene l’editore “spione” dei suoi colleghi.

La cosa grave è che Maduli nelle vesti di amministratore della Pubbliemme è oggetto di un contenzioso di migliaia di euro sia con il Comune che con la Provincia. Un leggerissimo conflitto d’interessi. Cosa vuoi che sia evadere i tributi. In altri termini: ha incassato milioni di euro dalla pubblicità pagando il minimo o addirittura nulla tra impianti abusivi e irregolari con gli occhi chiusi o complici degli uffici comunali e provinciali. A Vibo, però, funziona così: se non ti giri dall’altra parte e denunci ti ignorano e ti trattano come un infame da delegittimare con l’arma della burocrazia; se sei un delinquente, non paghi le tasse, vessi i tuoi dipendenti, diventi un modello da seguire e c’è anche chi ti stende un tappeto rosso invitandoti a un convegno per spiegare agli studenti come fregare il prossimo. Altro che amare Vibo…