Vibo. Le 6 basole di piazza Razza saltano come grilli: cu a bona du Signuri

VIBO. CU A BONA DU SIGNURI 

di Rocco Tripodi

Anche la OBSOLESCENZA PROGRAMMATA viene mandata in soffitta: La complottista (neanche tanto) teoria per cui la durata di un prodotto messo in commercio nasce già programmata. A Vibo, come sempre, ci portiamo avanti: il prodotto lo consegnamo già guasto al consumatore. Andate a godervi lo stato della pavimentazione, a meno di una settimana dalla consegna dei lavori da parte della ditta, in via del Gesù.

Le basole (almeno 6 e non una come riporta il Quotidiano) appena messe, ondivaghe e scanzonate, saltano bellamente, come fossero pitigrilli che per le pitistrade pitizzompano, pitizzompano. Noi vecchi pensionati, sornioni, ostinati e invisi ai più, fini osservatori di cantieri avevamo osato denunciare che il modo di procedere alla pecoreccia, in quella strada, non prometteva niente di buono, perché la posa delle vecchie basole veniva eseguita, dimostrando di ignorare la tecnica dell’Opus Incertum che richiedeva.

Distese di cemento con pietre messe a galleggiare, come materassini, distanti tra loro su un fondo piatto, come in un lido di Tropea, e non a schiena d’asino. Pare che a controllare i lavori ci fosse un bagnino. Questa è l’analisi di noi vecchie cariatidi, cacciate la mattina presto dalle mogli, e che troviamo rifugio nei pressi dei cantieri, e, solo per questo, ringraziamo il PNRR. Ma, invece, tutti i politici e i tecnici, visti i guasti che producono, le mogli farebbero bene a tenerseli chiusi in casa.

Costoro cosa hanno negli occhi? Fette di nduja piccante o semplicemente SCORNO, che secerna umido orticante? Quella strada conservava una pavimentazione messa ad arte almeno un secolo fa, con sicuramente il doppio delle pietre che sono state utilizzate per il rifacimento di questa imbarazzante opera d’arte. E anche qui la solita domanda: dove e a chi sono finiti l’altra metà delle pietre e i perfetti cordoli in granito che limitavano i marciapiedi? Decine sono i tecnici, progettisti, i tanti responsabili, i cui nomi compaiono nelle tabelle-cantiere (non sempre leggibili), tutti pagati. Nessuno presente nei cantieri. Non provino a smentire, perché, se fosse vero il contrario, confermerebbero la loro cecità, incompetenza o altro ancora. Per non parlare della forte perdita d’acqua, il giorno successivo alla posa di tutta la pavimentazione, e dell’ampiezza risicata dei marciapiedi con accessi senza rampa, per cui interdetti ai disabili.

Ora mi chiedo: di quale scempio o disastro dobbiamo essere ancora testimoni perché qualcuno accreditato con un legittimo potere decisionale sparigli questa insana e perniciosa convergenza e commistione di irresponsabilità, insipienza, pressapochismo? Quanto bisognerà attendere prima che si avverta l’urgenza di definire chi e perché ha voluto, progettato, approvato, eseguito e controllato i tanti quasi mai indispensabili lavori che hanno terremotato una città che ha (avrebbe) una storia, un suo carattere, una sua fisionomia, una sua riconoscibilità, un suo umore.

Davvero meritiamo tanto barbarico accanimento in questo disgraziato lembo di Regione depredato e cannibalizzato dall’interno e dall’esterno? La sola voce che fa da controcanto alla nostra, è quella, in modalità cazziatone, di qualche progettista tronfio e narcisista, indefesso sostenitore della magnificenza di un altro cantiere-gioiello, che ci classifica (noi che cerchiamo di tutelare quanto ricevuto in custodia da chi ci ha preceduto) Imbecilli e GiornalAI, lui che si ritiene il solo ArchINETTO custode eletto della scienza della pala e del pico. La novità del giorno è l’annuncio del SindacoAggarbatuni che saranno liberate le piazze dai cantieri. Come ciò possa essere possibile non lo so, considerando che, ad oggi, ci sono tante situazioni di incompletezza, precarietà, pericolo mai rimosse, all’interno degli stessi. Ormai tutto si autorizza, si legittima, si apre senza che si proceda, tra l’altro, al necessario collaudo. E poi. Qualcuno, a proposito di sicurezza, ha tenuto in giusto conto, prima di consentire l’uso delle piazze, dello stato di inadeguatezza del Reparto di Ortopedia dell’ospedale cittadino? CU A BONA DU SIGNURI.In ultimo, sentite e tremate. La torta l’abbiamo già raccontata. E la ciliegina? Presto servita: la ditta che ha effettuato i lavori di cui sopra è la stessa che si occuperà di togliere e riposizionare senza alterarne il numero, le forme, l’andamento e la collocazione a schiena d’asino di tutte (TUTTE) le splendide basolone di pietra levigate dal tempo, incastrate tra loro perfettamente senza fughe di cemento, in via L.Razza. MI VIEN DA PIANGERE!