Vibo. Ma che ci faceva il procuratore Falvo vicino a Peppe ‘ndrina, al parassita e a mister 13.000 voti?

Il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo ha spiegato al giornale “La Stampa” la “vita anormale” dei magistrati in Calabria. “Non andare a pranzo fuori dall’ufficio, non frequentare feste, verificare il casellario giudiziale di chi ci affitta la casa o del proprietario della pizzeria dove andiamo la sera, peraltro in compagnia solo di colleghi. Siamo qui, in un posto di frontiera. Capisco che nessuno voglia venire, come i medici al Pronto soccorso”. Ottimo e abbondante.

Molte sono le aspettative che la gente onesta della città e della provincia di Vibo pone nella sua azione e nella sua squadra. Magistrato giovane e nello stesso tempo con un’ esperienza consolidata alle spalle. Una svolta importante e necessaria nella gestione  di una procura spesso paragonata ad un porto delle nebbie. Forse ancor di più di quella di Cosenza, con la quale non a caso ha un legame molto stretto, dal momento che diversi magistrati sono stati in servizio nelle due procure, il “Gattopardo” Spagnuolo su tutti…

Certamente, il procuratore Falvo non ha bisogno nemmeno dei nostri consigli, ma gli vorremmo solo porre una riflessione. Vorremmo chiedere al procuratore Falvo: secondo  Lei, che messaggio arriva alla gente comune dopo la sua presenza, in un convegno pubblico sulle “Meraviglie di stare al mondo”, promosso da un giornale on line notoriamente vicino a Forza Italia e in particolare al presidente della Regione Occhiuto, al fianco di personaggi  pubblici discussi come lo stesso Occhiuto in primis ma anche con soggetti come Peppe Mangialavori non a caso detto Peppe ‘ndrina e il consigliere regionale Michele Comito, alias “mister 13.000 voti”? Le chiediamo se non ravvisa un problema quantomeno  di opportunità e di coerenza, senza alcun spirito polemico ma solo per amore di verità, come dicono quelli bravi. Secondo lei, che idea si farà la gente comune nel vederla insieme a personaggi discussi, non in una manifestazione istituzionale, dove la sua presenza sarebbe obbligata, ma in un convegno pubblico?  In una realtà dove la linea di demarcazione tra lecito e illecito è così tenue, ondivaga, impalpabile, forse servirebbero atteggiamenti pubblici risoluti e drastici.

Il parlamentare Mangialavori e il consigliere regionale Michele Comito non sono indagati in alcun processo, ma sono chiamati pesantemente in causa nelle indagini “Maestrale” e  “Rinascita Scott” della DDA di Catanzaro e di Nicola Gratteri. Nell’ordinanza della Dda dell’operazione Maestrale si legge: “… A tale sistema di tutela dal lato criminale si aggiunge altresì quello istituzionale. Difatti sono stati ricostruiti tutti i rapporti emersi con i vari soggetti istituzionali e politici che hanno a vario titolo garantito il mantenimento di tale assettoIl sostegno elettorale fornito dalle strutture di ‘ndrangheta a Mangialavori e Pitaro (entrambi non indagati) non è motivato da logiche politiche, ma al contrario è sintomatico di un più ampio disegno criminoso dove queste compagini criminali cercano, proprio attraverso i canali istituzionali, di ottenere utilità volte all’accrescimento dell’associazione mafiosa della quale fanno parte”. 

Così come nell’indagine Rinascita Scott ci si imbatte nella confessione del pentito Andrea Mantella. Nella sua deposizione nell’udienza di fine maggio del 2021, afferma: “…in ospedale a Vibo quasi tutti i dottori erano funzionali al clan Lo Bianco ed in particolare erano a disposizione il cardiologo Comito (non indagato), l’ortopedico Michele Soriano (non indagato) e il dottore Zappia (non indagato). Per una lettura completa basta leggere questo articolo:  https://www.iacchite.blog/vibo-elezioni-democratiche-tra-ciao-caro-e-che-forza-hai-tu-e-che-si-aspetta-a-sciogliere-lasp-per-mafia/

Procuratore Camillo Falvo, lei nell’ intervista a  “La Stampa” dimostra la giusta sensibilità nel descrivere le accortezze che personaggi pubblici  devono avere. Dimostra di seguire l’alto esempio del  generale Dalla Chiesa. Nella sua famosa intervista a Bocca, un mese prima di essere ucciso, diceva: “Certi inviti. Un amico con cui hai avuto un rapporto di affari, di ufficio, ti dice, come per combinazione: perché non andiamo a prendere il caffè dai tali. Il nome è illustre. Se io non so che in quella casa l’eroina corre a fiumi ci vado e servo da copertura. Ma se io ci vado sapendo, è il segno che potrei avallare con la sola presenza quanto accade”.

Le vogliamo ricordare anche un passo tratto dal libro di Nando Dalla Chiesa: “Delitto perfetto”: “Ogni volta che è invitato  ad un cocktail, si informa, prima, dell’elenco degli invitati, poi decide. Perciò le sue uscite mondane  sono assai rare……”.  E poi aggiunge: “Alcune volte l’ufficialità gli impone però degli obblighi. D’Acquisto (uomo politico Dc del tempo, molto discusso ma non indagato, ndr) è il presidente della Regione e, almeno formalmente, il solco che divide mio padre dalle istituzioni non può diventare troppo profondo. Si farebbe il gioco della mafia. Sicchè D’Acquisto ne approfitta, un giorno, per fargli trovare davanti Salvo Lima. Mio padre va su tutte le furie, e si rende conto che, dall’altra parte, si stanno giocando le ultime carte prima di andare allo scontro finale…”. 

L’iniziativa del giornale “ufficiale” di Forza Italia in Calabria, era un momento di riflessione  con la finalità nobile di parlare di sviluppo e nello stesso tempo di promuovere il nuovo sito commerciale “Meraviglie di Calabria”. Nulla di più e nulla di meno. Ma non è l’iniziativa in se in discussione, poteva essere un’altra, la presentazione di un libro, di un evento, faccia lei.

Ecco,  le chiediamo semplicemente maggiore cautela nella frequentazione di iniziative pubbliche seppur lodevoli, dove potrebbe trovarsi però fianco a fianco con personaggi pubblici discussi, non solo dall’opinione pubblica, ma quanto nelle stesse inchieste della magistratura. Ci saremmo aspettati che lei andasse via, siamo certi che  non l’avrà fatto per garbo. Ci rimane la speranza che avrà seguito l’esempio del generale Dalla Chiesa facendo un “cazziatone” agli organizzatori. E per il futuro si  informi prima sui partecipanti altrimenti non si capisce bene come si faccia a pretendere dalla gente comune comportamenti coerenti e lineari. O addirittura che venga a denunciare fatti e circostanze che si riferiscono proprio ai “pezzi di malacarne” di cui parliamo.

Visto che ci siamo, le facciamo anche un’altra domanda. Lei, forse anche qui per troppa gentilezza, ha detto che in Calabria ci sono ancora tanti problemi “ma devo dire che anche qui molto sta cambiando anche sotto l’aspetto dell’amministrazione regionale”. Sarà, è una sua libera opinione, di certo tutto questo  cambiamento i calabresi non lo vedono. Nella sanità, nelle politiche del territorio e dell’ambiente, nelle politiche dello sviluppo  e dell’occupazione vedono sempre lo stesso tran tran fatto di clientele e di favoritismi. Oltre che alle chiacchiere ormai senza nessun pudore degli uomini politici, Occhiuto (che non a caso definiamo “parassita sociale”) in primis. Il modo di fare politica e di amministrare dell’’establishment è sempre lo stesso ed è il terreno di coltura su cui prolifera e imperversa  la ‘ndrangheta o la massomafia come la chiama il suo collega Gratteri. Di lavoro ce n’è tanto da fare  se si vuole arrivare a sconfiggere la mafia e i suoi santuari. E di certo non la si sconfigge partecipando a convegni con… Forza Italia.

PROCURATORE FALVO, RIVOLGIAMO ANCHE A LEI LA STESSA DOMANDA CHE ABBIAMO RIVOLTO A GRATTERI E AL PREFETTO DI VIBO: SECONDO LEI A VIBO VALENTIA CI SONO LE CONDIZIONI PER LIBERE ELEZIONI DEMOCRATICHE PER LE COMUNALI 2024? A NOI FRANCAMENTE CI SEMBRA DI NO!!! Se poi ritiene che la Calabria debba restare ostaggio di Forza Italia, vuol dire che anche lei è come tutti gli altri che finora le hanno permesso di fare il bello e il cattivo tempo.