Vibo. Menniti, “verde” come Il Grinch (di Rocco Tripodi)

di Rocco Tripodi

Alcuni cittadini e associazioni ambientaliste, da tempo, disapprovano e polemizzano per il modo in cui sono utilizzati i soldi del Pnrr, impiegati allegramente in lavori di RIGENERAZIONE che comportano abbattimento indiscriminato di alberi e aggressione, lesione, trafugamento (o sversamento in discarica) di materiali nobili, nonche’ decontestualizzazione di manufatti, da secoli caratterizzanti e identificativi della città di Vibo Valentia e della sua storia.

Disapprovano e manifestano il loro disappunto, attraverso appelli ripetuti all’ascolto, alle diverse autorità cittadine e anche, in mancanza di risposte, attraverso ricorso ad Autorità terze di controllo. La materia del contendere riguarda la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio storico, per cui, quando sui giornali si annunciano finalmente prese di posizione nel merito, da parte del coordinatore provinciale del più ambientalista partito italiano, quello dei Verdi, GianPiero Menniti, quei cittadini e associazioni esultano per il ritrovato nuovo prezioso alleato… “Cazzu!” dissi l’abati quando vitti a niputi prena. E altrettanto dissero cittadini e associazioni quando lessero le posizioni espresse dal nostro Verdonemangiasassi. Il nostro supposto titolato sostenitore, nella sua prima uscitam si esalta, come un bambinuccio di 1 anno davanti al suo primo tabloid regalato dai genitori con ingiustificato ritardo, alla notizia che il perito agronomo, pagato dal Comune, ha decretato il taglio del boschetto di via Salvemini, fatti sui quali si è già scritto.

Oggi, nonostante motivazioni dettagliatamente verificate e confortate da precedenti pronunce che hanno fatto giurisprudenza, classifica le nostre azioni come “comportamenti da personaggi del circo Barnum”. E che “la funzione di tutela della (POTENTE dico io) Soprintedenza non va messa in discussione”, e chi scrive diversamente è “alla ricerca di una menzione e di un titolo sulla stampa”. Anche ammesso: se si manda un articolo da pubblicare, come del resto fa lui, perché mai non si dovrebbe volerne la sua pubblicazione? In più, nel nostro caso, non è prevista nessuna gratificazione economica, tantomeno la benevolenza da parte del Palazzo che è il destinatario delle nostre denunce.

Al contrario di certa gente che compare e scompare, guardinga e annusaiola come i gatti, a seconda che ci sia o no trippa che bolle in pentola, nella cucina del Sindaco-Aggarbatuni. Si dice che è meglio assumere un megadirigente che una responsabilità. Alla fine, difendere la memoria e la storia della propria città ci fa apparire, dice, come “personaggi del Circo Barnum” Beh! Vai a capire. CIRCOSTANTE, invece, appare lui, cioè prossimo, vicino, accudente come un giullare di corte, il cui unico compito è far ridere il suo re. Nel suo delirio ci paragona a Wanda Osiris, la mitica, che SCENDE la scalinata “illusoria”. Non ne capisco il senso, ma non mi dispiace che dia un’immagine di noi che SCENDIAMO quelle scalinate, diversamente da lui che fa a spallate per arrampicarcisi e guadagnarsi il biscottino, raggiunta la vetta.

Poi, anche questa volta, con l’intento di colpire noi, non ci risparmia una dotta citazione. Di Cilindro Montanelli che sbertuccia Marco Pannella definendolo con disprezzo “gigionesco mattatore”. Io credo che questa di Montanelli sia stata una sua stizzosa risposta ad un severo rimprovero di uno dei più audaci difensori dei diritti civili, Pannella, che lo accusava di un’ incancellabile ignominia, di quando lo scrittore, ufficiale in Abissinia con un esercito colonizzatore, comprò e prese in moglie una bimba di 12 anni.

Scrivo e mi rendo conto che mi torna su, con modalità cime di rapa, il profilo politico di GianPiero Menniti. Ricordo che anni fa scrissi, in occasione dell’abbattimento di alcuni pini in via Dante, a proposito di Pietro Comito, assessore all’ambiente del governo Costa, che non ci si poteva aspettare diversa sensibilità da chi, come lui, è solito guardare gli alberi eccitandosi per uno spontaneo fenomeno biologico di chimica che scatta tra due soggetti. Li vede, li spoglia con la fantasia e li immagina nudi trasformati in invitanti tavoloni pronti per essere lavorati.

Ma si sa, è un bravo falegname, tra l’altro dichiaratamente fascista per cui, nella sua cultura e formazione, la lotta agli Ambientalisti è seconda solo a quella agli antispecisti, ai migranti e agli antifascisti. Oggi, invece, si parla di un dirigente del Partito dei Verdi. Partito che mette al primo posto del suo programma la salvaguardia ambientale. Principio, questo, che, a giudicare dalle schioppettate che spara (magari scopriamo che è anche cacciatore), non gli è mai stato comunicato. Affidare a lui la difesa dell’ambiente è come affidare alla volpe la custodia del pollaio. Mi dà l’idea di uno che toglie dal pesto il basilico perché troppo verde. Tanto è ormai fossilizzata la sua insofferenza verso qualunque richiamo green, in tutte le sue forme spontanee e autentiche che sarebbe ora che incominciasse ad indagare su questo suo problema di collocazione mai risolto dalla nascita e farsi aiutare con la giusta terapia a superare tanta palese ambiguità. Un po’ come certi generali disarmaNti, tutti d’un pezzo, ossessivamente omofobi, con un manifesto disturbo di orientamento sessuale ego-distonico.
Mi ricorda, per alcuni aspetti, anche un altro “verde”. Il Grinch che ogni tanto esce dalla sua caverna sul monte Briciolaio e scende in paese. Lui, in verità, odia il Natale e non l’ambiente e non perde occasione per scarrellare le bocce ai concittadini. Ma diciamo la verità. Quant’è simpatico lui… Il Grinch intendo.