Vibo, riprendono le attività nello stabilimento sequestrato a Portosalvo

Il Tribunale di Vibo ha disposto la ripresa dell’attività dello stabilimento di metalmeccanica sequestrato nei giorni scorsi a Portosalvo, in seguito ad una serie di controlli mirati a preservare la costa dall’inquinamento. La Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza e l’Arpacal -come sostenuto dalla difesa costituita dagli avvocati Nazzareno Latassa e Marcello Scarmato -non hanno rilevato alcun inquinamento in atto, ma solo la mancanza di adeguata certificazione in materia. Con parere favorevole del pubblico ministero, dunque, il gip del Tribunale di Vibo -come da istanza della difesa che ha chiesto il dissequestro o almeno la possibilità di utilizzo dello stabilimento, ha concesso che il proprietario potesse riaprire i battenti. Il giudice ha accolto la tesi difensiva, secondo la quale non v’è inquinamento in atto, nè dal punto di vista atmosferico che delle falde acquifere.

In realtà, la polizia giudiziaria, a seguito di accesso ispettivo all’interno dell’azienda avvenuto congiuntamente ai tecnici dell’Arpacal, accertata la canalizzazione delle acque meteoriche e di dilavamento dei piazzali nella condotta della rete consortile del Corap, nonché la presenza di captazione, trattamento e convogliamento di fumi e gas generati dal ciclo produttivo, chiedeva al titolare d’impresa di esibire il prescritto titolo autorizzativo ambientale relativo agli scarichi ed alle emissioni in atmosfera. Non avendo esibito alcun titolo autorizzativo, delineatosi pertanto un chiaro quadro indiziario di reità a carico del titolare dell’azienda, la polizia giudiziaria aveva proceduto a porre sotto sequestro preventivo i capannoni industriali e le aree a questi pertinenti, per una superficie totale di circa 10.000 mq, nonché a deferire il titolare alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per violazione della normativa di cui al combinato disposto degli articoli 137 e 279 del testo unico in materia ambientale.