Vibo sull’orlo di una crisi di nervi tra alberi da abbattere, cantieri-pantano e personaggi in cerca d’autore

di Rocco Tripodi 

Pare risolto l’enigma dell’invaso ad oggi senza acqua, che di prepotenza ha usurpato il posto alla vecchia piazza Municipio di Vibo Valentia, sconzata e conferita impietosamente in discarica con, al seguito, vasca, pesci, scultura della Ninfa Scrimbia, aiuole, palme, panchine e Cedro Segato del Libano (nuova specie autoctona).

L’invaso sarà certamente destinato ad accogliere uno stagnante e fetente pantano dove la giunta Aggarbatuni ciclicamente cercherà refrigerio e sollazzo,  sguazzando e sciacquettandosi gli ammennicoli, imponendosi monasticamente il silenzio sui guasti della città fino alle prossime elezioni, che, io, ipotizzo non lontane.
Ormai da mesi tacciono di fronte all’evidenza oggettiva dei fallimentari e disastrosi progetti del PNRR che stanno BANALIZZANDO l’immagine della città, attraverso streuse  invenzioni progettuali di rigenerazione che ne annullano storia, temperamento, complicità e confidenze, in particolare per come vissuta da noi anziani.

Di fronte a tanti fallimenti, ci domandiamo come si stia ponendo l’Amministrazione-Aggarbatuni. Le poche volte in cui, obtorto collo, hanno tentato di sdrammatizzare, traccheggiare, giustificare, se non pure assolvere e perdonare sé stessi, hanno miseramente toppato. Anche quando, democristianamente, hanno assolto e perdonato  chi, prima di loro, questi disastri aveva cercato, ottenuto e cantierizzato, in quanto già in parola (politicamente s’intende) per raccattare 160 milioni di euro da elargire a stimati professionisti del calcestruzzo, nonché rinomati benefattori, perché col loro indiscusso (nel senso di mai discusso con altri) ingegno, restituissero ai Vibonesi una città  più moderna, svecchiata, più sicura e più piacevole da vivere, finalmente godibile da tutti, e soprattutto in linea con le più recenti prescrizioni in fatto di tutela ambientale, da parte dell’Europa che anticipa i soldi che comunque  andranno restituiti. Sulle benemerenze dei professionisti chiamati a progettare, approvare e che si sono aggiudicati gli appalti,  non ci sono dubbi, in quanto, per nostra tranquillità, molti di  loro pare godano di immacolata patente di affidabilità poiché ben conosciuti dagli assegnatari, nonché spesso in tenera rassicurante amicizia con tanti politici di tutti gli schieramenti. Tutto questo andava precisato perché avvertivo l’obbligo di assicurarvi sonni tranquilli. Infatti, non credo possa esserci garanzia di affidabilità migliore.

Tornando alla gestione dei cantieri, devo registrare che in tanto idillio e volemosebene a cui facevo precedentemente cenno, si è infiltrata, inopinatamente, direi in modo SGARBATO, un’ammuzzata di riserve e contestazioni sui lavori (su tutti direi), da parte di cittadini, gruppi, organizzazioni, associazioni, partiti, tra questi: Italia Nostra, WWF, Rifondazione Comunista, che quasi tutti, e quasi mai, hanno manifestato nei confronti della nuova compagine amministrativa, aprioristicamente, ostilità; anzi spesso, alcuni hanno espresso apertamente simpatia e consenso. Ed ecco che in questo nuovo contesto, inaspettatamente, i conducenti del carrozzone, i quali hanno fatto proprio l’avviso ‘non parlare al  guidatore’, si rizelano e per la prima volta, tirano fuori le… ( ma no! questa cosa la vedo improbabile mancando il conquibus); diciamo piuttosto che per la prima volta, parlano e accennano ad una risicata assunzione di responsabilità, e su questa base azzardare un confronto.

Ma, a fronte di puntualizzazioni strettamente giuridiche di straordinaria evidenza ed efficacia, tecnicamente argomentate a colpi di citazioni di sentenze e di articoli di codice civile, penale e amministrativo, con inappuntabili richiami in particolare alla Trasparenza amministrativa, che non lasciano dubbi, fatti loro pervenire e protocollati, da parte dell’avvocato Alessandro Caruso Frezza, Vicepresidente di Italia Nostra di Vibo Valentia; a fronte delle severe contestazioni espresse dalla sezione locale del WWF, per bocca del Presidente Pino Paolillo, oltre che valente studioso sul campo di lungo corso, eccellente consulente tecnico in materia ambientale, con le quali denuncia la scellerata gestione della salvaguardia degli alberi, patrimonio storico della città; e, ancora, degli accorati appelli di Rifondazione Comunista ai partiti che sostengono l’attuale Amministrazione, a recuperare dalla loro storia e dai loro statuti quegli elementi sostanziali formativi della loro stessa natura politica che da sempre li ha trovati schierati a tutela di situazioni abitative e di condivisione sociale nel segno della sostenibilità e salvaguardia ambientale.

A fronte di tanti inviti alla chiarezza e, dove possibile, al dialogo, chi si incarica di uscire allo scoperto, addirittura non in forma anonima? E lo fa confessando lacerazioni e struggimenti personali, per rendere ufficiale la ferale notizia, con la quale dà aggiornamenti alla popolazione sugli sviluppi riguardanti la sorte degli alberi in via Salvemini, a seguito di una presunta perizia dell’agronomo incaricato dal Comune? Non il sindaco, non il Vice, non un assessore, non il RUP, e nemmeno un consigliere con delega, ma il segretario cittadino del Pd. Che ci azzecca? E lo fa con dovizia di particolari, dando ad intendere di essere bene informato sulla vicenda, rivelando particolari noti solo agli Amministratori. La grande rivelazione che ci viene fatta, in particolare (che conferma la mia personale convinzione, già pubblicamente espressa), è la seguente: (sintetizzo) Gli alberi DOVRANNO TUTTI ESSERE ABBATTUTI perché malamente aggrediti e “ciuncati” maldestramente (?) durante i primi lavori recenti, con le pale meccaniche castigatrici e assassine durante la pulizia del  cantiere. Ovviamente la tutela dell’incolumità della popolazione giustifica l’urgenza del taglio. E, dico io, con curiosa e fortunata combinazione, dopo la incivile spianata, il progetto elaborato due anni fa, guarda caso, come per magia, calzerà come un guanto, venendo a mancare quell’antipatico impiccio di quegli alberacci sconvenienti che occupavano indegnamente quello spazio.

In soldoni, pur non comprendendone il ruolo istituzionale, prendiamo per buona la scelta del SindacoAggarbatuni di sacrificare il personaggio Gernando Marasco (non saprei quale altra qualifica attribuirgli) in questa improba impresa di legittimare l’operato della Giunta. Ma se accettiamo il ruolo, non vuol dire che accettiamo la sostanza della comunicazione. Per cui prendiamo per buono che per bocca del personaggio Marasco, il Comune di Vibo prende atto e ce lo comunica, per la prima volta, facendogliene una colpa, che “la Giunta Limardo non ha preso in considerazione la presenza degli alberi, accettando un progetto redatto a tavolino”, e che verranno abbattuti non perché presentassero malattie già ai tempi della progettazione, ma perché aggrediti alle radici, oggi, e resi pericolosi. Che addirittura stanno in piedi solo grazie alla circostanza che essendo fitti si reggono reciprocamente.

Credetemi, lo dice Marasco, riportando la diagnosi del loro perito. Fortunatamente, quindi, grazie a  questa (fortuita?) circostanza, guarda un po’, la piazza, oggi, se la ritrovano bella e pronta e perdipiu’ compatibile con quanto previsto, ieri, in progetto. Noi pensavamo, invece, che la notizia sulla aggressione arbitraria fatta dall’impresa agli alberi, anticipasse, una volta individuati i colpevoli, la decisione da parte del Sindaco di denunciare i responsabili del cantiere penalmente per dolo o colpa e pretendere un adeguato risarcimento per il danno ambientale causato. E invece  la sparata del personaggio Marasco, è finalizzata (questo perché, insisto, continuiamo ad essere considerati degli GGHJOMMARI boccaloni), a rivolgere questo insano suggerimento al WWF e a Italia Nostra, e cioe’: “Dato che non condividete il risultato della Nostra perizia fatta dal Nostro Agronomo, fatevene fare una Vostra da un Vostro Agronomo, dopodiché se credete di trovare (voi ostinati e ottusi amici a tutti i costi degli alberi) un qualunque Tribunale che possa darvi ragione, procedete per vie legali (a spese vostre)”. Un commento a tale patafisica e dissacratoria sparata?

Non solo I Progettisti, “strica strica” escono fuori dalla lampada magica, ma anche i segretari vibonesi del Pd. Del resto cosa potrà succedere? Si alieneranno le simpatie degli Ambientalisti? Poco importa! Avranno sempre dalla loro parte a sostenerli i loro colleghi di destra la cui amicizia, come scrivono alcuni di loro, va sempre anteposta alla politica.

Valuterò, a questo punto, seriamente di scrivere una lettera, per avere una sua valutazione in merito a questo e ad altro, alla Segretaria Nazionale del Pd, avendo ben cura di conservare l’anonimato.