Vibo. Verdetto senza appello per gli alberi di Viale Affaccio: protagonisti e retroscena (di Rocco Tripodi)

VERDETTO SENZA APPELLO

di Rocco Tripodi

Avevo dato già come certa la sentenza di abbattimento (con disonore per chi lo ha decretato) di tutti gli alberi (16) sottoposti a perizia mediante auscultazione (?), da parte di un agronomo esterno all’Amministrazione. E questa mia certezza, già condivisa all’assessore ai Lavori Pubblici, si basa su un assunto: non è credibile che un agronomo si assumerebbe la responsabilità di sottoscrivere che un qualunque albero, in qualunque condizione climatica, ambientale, di crescita, esposizione, età, NON CADRÀ MAI. Per cui l’agronomo Carluccio Fratima arriva a dichiarare – udite, udite – CHE, PRIMA O POI GLI ALBERI CADONO, i bimbi crescono e le mamme invecchiano.

Pensa un po’, grande scoperta, a saperlo prima non si sarebbero piantati! Morale della favola se, come possibile, un albero dovesse cadere per ragioni imprevedibili, lui il culo se l’è parato. Fatta questa premessa, nessuno referterà: “Gli alberi godono (fora malocchiu) di sana e robusta costituzione e, se dovessero per qualunque imponderabile ragione, cadere, me ne assumo la responsabilità, anche penale”. Pilato docet!

Non esiste niente di materiale per il quale c’è certezza di tenuta, conservazione o sopravvivenza ETERNE. Se così fosse TUTTO andrebbe abbattuto preventivamente a tutela dell’uomo. Invece qualche volta un rischio minimo ci tocca prenderlo. C’è anche da dire che ai cittadini è costata 14.000 euro la perizia che l’assessore annunciava invece gratuita... E sta’ CIPPA LIPPA… NO?

La sentenza ha una motivazione: lo stato di pericolosità per la non corretta potatura dei rami negli anni precedenti. E quindi si faccia una stima del danno da allegare alla perizia e si costringa il Sindaco-Aggarbatuni a rintracciare la ditta responsabile del danno e, senza indugiare, si interrompa il rapporto se è ancora in essere e si pretenda per vie legali un equo risarcimento. È un malcostume che è diventato metodo quello di accettare, da parte del Comune committente, un lavoro concluso senza le dovute verifiche sull’esecuzione dei lavori “a regola d’arte”.

Quasi mai nessuna impresa o progettista sono stati richiamati a rispondere del mancato rispetto delle norme contrattuali d’appalto, rafforzando in tutti loro una certezza di assoluta impunità. A tanto sconforto si aggiunge, con personale profonda delusione, in processi sommari come quello celebrato contro gli alberi, l’assenza di un avvocato di fiducia, penso alle tante associazioni ambientaliste, prime fra tutte il WWF e Legambiente. E ancora di più la non Costituzione di Parte Civile da parte dei Cittadini, essendo loro la vera Parte lesa. Bisogna tentare di interrompere questo depauperamento incivile di TANTO patrimonio arboreo. Fare in modo che la popolazione si renda soggetto protagonista, attraverso un vigilanza attiva, contro tanta superficialità, cinismo e pochezza culturale che a malincuore si continua a registrare negli apparati politici, tecnici e amministrativi e che condizionano la nostra stessa quotidiana appartenenza a questa città.