Villa. Ciccone spara a zero su Seby Romeo: “Non può ergersi a giudice: basta giocare al massacro”

Sebi Romeo

La mancata presenza di una lista del Pd a Villa San Giovanni ha provocato enormi polemiche. Il capogruppo Pd, Salvatore Ciccone, ha diffuso una lunga nota nella quale non usa mezzi termini. “Sul piano personale e politico non sono interessato alle critiche strumentali, alle giustificazioni, alle accuse espresse da parti interessate, per nulla neutre. Non ci si può ergere, infatti, a giudici terzi – come mi sembra abbia fatto nella sua ultima intervista Seby Romeo – quando si è stati protagonisti delle vicende che hanno causato la mancata partecipazione diretta della lista Pd alla competizione elettorale in corso a Villa San Giovanni.

Io mi sottraggo quindi da questo gioco al massacro, fondato su omissioni e menzogne, esercitato bellamente da altri. Ciò premesso, mi corre l’obbligo e sento il bisogno di chiarire alcune questioni, perché ci sono tante sedicenti bocche della verità e poi c’è la verità! La decisione di autosospendermi dal Pd è stata assunta con rammarico, certo, una decisione sofferta che arriva dopo un percorso politico di tutto rispetto, non facile, ma sempre lineare e coerente con i principi di lealtà, correttezza, moralità e coerenza politica, che in questi anni mi hanno dato tante soddisfazioni.

Parlo di un percorso non facile, perché lo scontro politico, anche duro, all’interno del circolo Pd Villese, in particolare negli ultimi tempi, era all’ordine del giorno, a causa di personalismi estremi e deleteri. Ed io ho lavorato affinché mai degenerasse nell’attacco gratuito e ingiustificato come, invece, mi pare emerga nel comunicato/intervista di Seby Romeo. Il dirigente, infatti, afferma senza ragione : “..interi pezzi anche istituzionali hanno lavorato al di fuori del circolo ad una proposta non condivisa e non discussa degli iscritti…” e, poi, di nuovo, degenera nell’insulto politico: “..decisioni assunte fuori dai livelli democratici trasversalismi, individualismi, egoismi..”, rappresentando una inesistente prevaricazione: “..impedendo di fatto al Pd di partecipare alla competizione elettorale…”. Con queste affermazioni assurde, senza l’esercizio di una doverosa autocritica, si trascende dalla dialettica politica – nella quale si contrappongono due o più modi di vedere le prospettive politiche -per giungere alla stigmatizzazione, alla ghettizzazione di chi si oppone, di chi resiste”.