Why Not, Franco Morelli e il progetto Ipnosi: 6 milioni per assumere tutti i raccomandati di Madame Fifì

I tempi ormai sono maturi ed è tempo di ripercorrere la strada delle inchieste di Luigi De Magistris che hanno scritto la vera storia della massomafia calabrese e che ovviamente vengono viste come il fumo negli occhi dal sistema di potere che ancora comanda indisturbato e dai media di regime, che allora reagirono compatti contro il magistrato napoletano per rispondere agli ordini dei politici corrotti e massomafiosi. Stiamo ripubblicando tutti gli atti conosciuti e pubblici (molti dei quali sono stati e sono ancora “tabù” per i media di regime al soldo della massomafia e dei servizi segreti) di quella inchiesta – Why Not – neutralizzata dalla magistratura corrotta che ci dice la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità sulla massomafia che ci ammorba da trent’anni. 

A far scattare le indagini, la testimonianza di Caterina Merante, un tempo stretta collaboratrice di Antonio Saladino, il faccendiere che si pone come imprenditore di riferimento per tutta la malapolitica corrotta. La donna ricostruisce la fitta rete di attività, contatti, interessi e obiettivi dell’imprenditore, parlando di una sorta di task force capace di orientare appalti e finanziamenti pubblici, soprattutto quelli della Regione Calabria, di ottenere favori dai politici a tutti i livelli ricambiando con assunzioni dirette e indirette (in pratica, la galassia delle aziende riconducibili a Saladino avrebbe monopolizzato le assunzioni dei precari alla Regione Calabria). Pratiche che, secondo De Magistris, sarebbero state portate avanti in «simbiosi» con i governi regionali di entrambi gli schieramenti.

Peso a livello politico e trasversalità. Due esempi: secondo la Merante, Saladino avrebbe imposto due nomi all’esecutivo Loiero (De Grano e Nola), concordando il tutto con il parlamentare Sandro Gozi, ex membro dello staff di Prodi al tempo della commissione Ue, ritenuto appartenente alla loggia di San Marino. E ancora: il “Consorzio Clic” è nato nel 2004 dal contatto tra Saladino, l’allora governatore Giuseppe Chiaravalloti (Cdl) e Enza Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo. Un finanziamento da 3,6 milioni di euro ottenuto, secondo la testimone, grazie ai contatti della Bossio con l’imprenditore Pietro Macrì, legato a Prodi e presunto membro della loggia di San Marino, e con Antonio Gargano, presidente di Fincalabra

Domanda: Oltre a DEGRANO la CdO aveva indicato altri assessori?

Risposta: Si, NOLA.

Domanda: SALADINO, nella scelta si era confrontato con qualcuno?

Risposta: Si, ricordo varie telefonate fatte a GOZI di San Marino. Francesco DE GRANO aveva un rapporto molto stretto con SALADINO, facevano i progetti insieme a Roma, tanto che tecnici della CdO andavano nel suo studio a Roma per fare i progetti di finanza agevolata e, credo che abbiano stipulato, all’epoca, un contratto di partenariato. Pietro MACRI’ pensava, quale amministratore di TESI, di poter ottenere tutto senza far nulla, al contrario di Renato PASTORE che, invece, voleva che TESI rappresentasse anche una realtà imprenditoriale. Si inizia a comprendere che Pietro MACRI’ e Marinella DE GRANO volessero solo fare soldi, senza fare impresa. In questo momento di crisi tra MACRI’ e la BRUNO BOSSIO, Antonio SALADINO sta più dalla parte della seconda, pur non rompendo i rapporti con MACRI’, in quanto persona assai influente in Calabria.

Domanda: perché SALADINO lo ritiene persona influente?

Risposta: perché facente parte di quello che SALADINO definiva “il comitato di affari di San Marino”.

Continuando con i nominativi che lei mi sottopone, i rapporti tra SALADINO e l’attuale assessore regionale all’ambiente Diego TOMMASI sono assai stretti; SALADINO un giorno mi ha chiesto di accompagnarlo dall’assessore all’ambiente, c’era anche ENZA e siamo andati a pranzo insieme.

Domanda: E’ successo che abbia incontrato presso gli uffici dell’assessore TOMMASI la BRUNO BOSSIO?

Risposta: si, due volte.

TOMMASI ha anche affidato una gara alla WHY NOT, quando SALADINO era ancora il referente di questa società; quando ho rotto i rapporti con SALADINO anche TOMMASI non ha voluto più avere rapporti con WHY NOT.

Domanda: sa per quale motivo alla BRUNO BOSSIO viene dato l’incarico nella Valle Crati?

Risposta: No, posso immaginare che le venga dato in quanto andava sfumando l’affare CLIC/TESI.

Con l’ex presidente della giunta regionale Giuseppe NISTICO’ fa l’accordo SUD-NORD-SUD quando era presidente della giunta regionale ed il SALADINO diviene suo consulente.

Luigi Meduri

Con l’onorevole Gigi MEDURI, al quale SALADINO e FRANZE’ hanno assunto, tramite la WHY NOT, il figlio; sui rapporti tra il MEDURI ed il SALADINO credo possa riferire FRANZE’, che curava il rapporto tra i due;

Pietro Fuda

Con il senatore Pietro FUDA, al quale il SALADINO ha fatto assumere diverse persone da lui segnalate; SALADINO teneva molto al rapporto con Pietro FUDA, in quanto persona in grado di garantire gli equilibri politici regionali, anche in virtù della sua area di incidenza politica;

Con il consigliere regionale Alberto SARRA ha rapporti stretti.

Domanda: Vi risultano rapporti anche quando il SARRA ricopriva l’incarico di assessore al personale?

Alberto Sarra

Risposta: in particolare il SARRA, quando era assessore regionale al personale, ha affidato al CONSORZIO BRUTIUM il progetto MOD (monitoraggio ai fini della dotazione organica) ed ha chiesto l’assunzione delle persone da lui segnalate, cosa che è avvenuta; tale progetto, inizialmente, non è andato bene in quanto le persone assunte non hanno raggiunto gli obiettivi imposti dai SAL, successivamente, invece, a seguito di riunioni e mancati pagamenti di stipendi, su decisione mia e dell’ing. MASI, le cose sono mutate e le persone hanno portato i lavori a termine;

Con il consigliere regionale Franco MORELLI viene curato, quando egli era capo di gabinetto del presidente della giunta regionale CHIARAVALLOTI, il progetto IPNOSI. In particolare, questo progetto, fortemente voluto, all’epoca, dal dirigente regionale Luigi MAMONE e da SALADINO, doveva servire, in un’ottica di espansione ed anche differenziazione (mettendo un importante “piede” nel settore dell’informatica) del BRUTIUM, a stabilizzare i lavoratori della EX-TELCAL (tutti raccomandati di Enza Bruno Bossio alias Madame Fifì, ndr). La somma erogata è di circa 6.000.000 di euro.

Quello che mi ha colpito di questa vicenda è che il MAMONE che in genere era persona molto rigorosa e puntuale, in questa occasione si è mostrato molto veloce nella stipula del contratto ed addirittura aumenta il valore dell’atto rispetto al preventivo necessario per il progetto. Firmato il contratto ci siamo subito resi conto che si trattava di un progetto che non poteva mai andare in porto in quanto le 64 persone assunte, tutte rigorosamente raccomandate, alle quali se ne aggiunsero altre 44 sempre EX-TELCAL, non volevano, in realtà, lavorare per il privato, tanto da rifiutare un’assunzione a tempo indeterminato (come potranno testimoniare anche i sindacati), ma solamente essere assunti dalla Regione Calabria: dall’elenco e dai cognomi potrà verificare direttamente le persone che le hanno raccomandate…