di Gianni Valenti
Fonte: Gazzetta dello Sport
Due buone notizie ci arrivano da Londra dopo un pomeriggio forse irripetibile per il tennis italiano, con gli occhi degli appassionati che si dividevano tra il mitico Centrale e il campo numero 1 di Wimbledon. La prima è l’aver ritrovato in fretta il nostro Jannik Sinner, che ha raggiunto con autorevolezza per la seconda volta la semifinale dei Championship. L’altra è che nella prolifica scuderia azzurra abbiamo un altro campioncino. Porta il nome di Flavio Cobolli. La sconfitta a testa altissima contro Novak Djokovic e il torneo giocato sull’erba più bella del mondo sono la garanzia di un futuro importante per questo ragazzo romano che davvero è andato oltre ogni più rosea previsione.
Cominciamo dal nostro alfiere dai capelli rossi, di nuovo sicuro e finalmente sorridente. Sinner ha lasciato nello spogliatoio dolori e timori che il gomito destro gli procurava dal match di lunedì contro il bulgaro Dimitrov, vinto solo per il ritiro dell’avversario. Quello Jannik ci aveva preoccupato un po’. Certo il fastidio fisico era sicuramente un handicap, ma il nostro campione sembrava aver perso le sicurezze e quella forza mentale che è stata la chiave nell’ascesa verso la vetta mondiale. Sì, sulla corazza del Robocop del tennis pareva essersi aperta una pericolosa crepa, dalla quale entravano spifferi di un nemico temibile qual è l’insicurezza. Se così è stato, a quella crepa è stata messa una toppa in fretta. Il Sinner visto all’opera ieri è stato brillante e incisivo, come nei tempi migliori. Non era semplice giocare contro un bombardiere come lo statunitense Ben Shelton, che fa del servizio la sua arma letale. Ci voleva pazienza, bisognava reggere e aspettare che le percentuali della battuta avversaria calassero. Jannik ha fatto così, chiudendo il match con numeri al servizio migliori dell’americano. Ma non solo. Ciò che ci è piaciuto di più è stata quella propensione a variare lo schema, scendendo anche a rete. Questo deve cominciare a fare il nostro numero uno. Il suo è un gioco efficace ma ancora troppo meccanico, spesso prevedibile. L’avversario risponde forte? Sinner la rimanda di là a una velocità ancor maggiore. Può andare però in difficoltà quando dall’altra parte della rete c’è chi sa spezzare lo scambio alternando magari una smorzata a un rovescio in slice (vedi Dimitrov).

Capisci, comunque, che è il vero Sinner quando il dritto arriva a pochi centimetri dalla riga e il rovescio fa male sul lungolinea. Così è stato ieri e così dovrà essere soprattutto domani nella semifinale contro il vecchio leone Novak Djokovic che, statene certi, venderà carissima la pelle. Per lui potrebbe essere l’ultima volta a Wimbledon, torneo che ha vinto per ben sette volte. Provate a pensare con che adrenalina scenderà in campo. Il serbo, nonostante i 38 anni, ha dimostrato di essere ancora su livelli altissimi. Tra una spaccata sull’erba, un ace e un dritto vincente ha piegato la resistenza del nostro Cobolli. Jannik, oltre all’età, ha dalla sua una conoscenza precisa del gioco dell’avversario. È diventato la bestia nera di Nole dopo quella vittoria in Coppa Davis del 2023. Da allora solo successi, tanto che nel confronto diretto conduce 5 a 4. Per batterlo stavolta dovrà alzare i giri del motore al massimo. Niente distrazioni, timori o pensieri negativi. Anche perché l’obiettivo è la finale, anzi la vittoria magari contro Carlos Alcaraz. Con lo spagnolo c’è da spezzare un incantesimo: dura da cinque confronti diretti ed è diventato più pesante al termine della finale del Roland Garros persa in modo incredibile dopo aver sprecato tre match point. Quel tarlo nella testa Jannik se lo deve togliere prima che si cronicizzi.
Chi invece l’incantesimo l’aveva già spezzato da qualche mese è Flavio Cobolli. Nella prima parte della stagione questo ragazzo sembrava essersi improvvisamente smarrito. Non vinceva una partita neanche per miracolo, si stava avvitando su se stesso. Poi la svolta, anche mentale, con il successo nel piccolo torneo 250 di Bucarest, agli inizi di aprile. Da quel momento è cominciata una cavalcata che l’ha portato fino ai quarti di finale dello Slam più famoso al mondo dove ha fatto un figurone. La gente l’ha giustamente applaudito a lungo ieri pomeriggio quando è uscito dal campo dopo la sconfitta con Djokovic. Lunedì sarà numero 19 del ranking, terzo azzurro dopo Sinner e Musetti. Pare un sogno, invece è una meravigliosa realtà che certamente ha bisogno di conferme nel breve. Ma la stoffa del campioncino c’è tutta.