Calcio malato. L’emendamento per spalmare in 5 anni i debiti: i boss mandano avanti il “solito” Lotito

Un emendamento bipartisan al Decreto Aiuti Quater prevede la rateizzazione in cinque anni delle tasse delle società sportive. Senza sanzioni. È stato firmato in Commissione Bilancio del Senato dai capigruppo di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pd, M5S, Udc. Ma successivamente i grillini si sono sfilati. E nel dettaglio prevede di posticipare i debiti Irpef e Inps delle società sportive sospesi per tutto il 2022 a causa della pandemia. Attualmente il dovuto dal punto di vista fiscale e contributivo andrebbe saldato il 22 dicembre se le società non vogliono incorrere in sanzioni interessi. L’emendamento propone di spalmare il debito in 60 rate mensili. Da pagare in cinque anni senza interessi e sanzioni (che porterebbero un aggravio del conto totale). Con tanto di scudo penale e sportivo.

I debiti della Serie A

Attualmente, tra ritenute Irpef, contributi Inps Iva, il calcio italiano deve all’Erario circa 800 milioni di euro. Di questi la quota delle società di serie A ammonta a 5-600 milioni. La legge già prevede la possibilità di rateizzare per tutti i contribuenti e fino a 5 anni. Ma pagando una sanzione del 10%. L’emendamento al suo interno prevede anche un maxi scudo penale ed amministrativo. Perché stabilisce che in caso di richiesta di rateizzazione non potranno arrivare le sanzioni amministrative e gli interessi ma anche quelle penali e sportive. C’è un motivo. Il Sole 24 Ore ricorda infatti oggi che in caso di mancato versamento di ritenute Irpef per 150 mila euro e di mancati pagamenti Iva per 250 mila scatta infatti la rilevanza penale nei confronti dei manager e delle società. Che invece con l’emendamento verrebbero salvate. D’altro canto, è il ragionamento, il mondo del calcio non ha ricevuto molti aiuti durante la pandemia. A parte la sospensione degli ammortamenti e le rivalutazioni degli asset aziendali. Che hanno portato a benefici patrimoniali per circa un miliardo di euro. Questa rateizzazione aiuterebbe il mondo del pallone.

Il mancato aiuto del governo

La Stampa invece racconta oggi in un retroscena che a novembre il governo Meloni aveva dato disponibilità a inserire la rateizzazione nel Dl Aiuti a patto che le società di calcio si impegnassero a un mercato dei cartellini «a saldo zero». Perché «non si può permettere che i soldi non pagati al fisco vengano utilizzati per comprare nuovi calciatori». Una norma era stata preparata dalla Federcalcio. Ma poi l’esecutivo ha cambiato idea. Un altro emendamento, condiviso dalle società, intende invece allungare da 3 a 5 anni i contratti sui diritti televisivi. E c’è anche una stretta sulla pirateria tv e l’abolizione del divieto di sponsorizzare per le società di scommesse. Il senatore di Forza Italia Claudio Lotito, che è anche presidente della S.S. Lazio, dice oggi al giornale torinese che «noi facciamo gli interessi dello Stato. Viceversa, se una società fallisce, sfumano sia i crediti pregressi, sia quelli futuri. Quando sono fallite Napoli e, tanto per fare un nome, Fiorentina, dopo aver sperperato soldi dei contribuenti, lo Stato non ha incassato nulla. Riflettete».

I conflitti d’interesse

Lotito non è tra i firmatari dell’emendamento, anche se ne rivendica l’ispirazione. Dice di non essere in conflitto d’interessi perché «mica di mestiere faccio il presidente della Lazio». «Allora solo i disoccupati dovrebbero far politica. Anzi nemmeno, su certi temi pure loro hanno interessi. E poi lei cosa ne sa come voterò?», dice a Giuseppe Salvaggiulo. «Io faccio discorsi tecnico-giuridici, moralmente ineccepibili e nell’interesse generale. O mi devo cancellare da cittadino italiano?». Poi replica così alla domanda se la Lazio beneficerebbe dell’emendamento: «Che c’entra? Non è una norma ad personam o, come si dice, Cicero pro domo sua. Le strumentalizzazioni non pagano, è questione di tempo. Glielo dice uno dei pochi che dice sempre la verità».

Il dietrofront del M5s

Nel frattempo il senatore M5s Patuanelli ha ritirato la sua firma dall’emendamento: «Ho proposto di inserire e a breve sarà depositato come emendamento alla legge di bilancio il meccanismo della rateizzazione che riguarderà tutte le attività economiche e i cittadini, dunque non solo le società sportive. Questo per garantire equità di trattamento per chiunque si trovi in difficoltà». Anche l’ex grillino Di Battista lo ha bocciato: «Io sono laziale. Ma l’emendamento di Lotito per spalmare i debiti e’ una vergogna. L’economia sta andando a picco e si pensa a spalmare i debiti delle squadre di calcio. La Lazio? Muriqi non l’ho comprato io a 30 milioni…».