Coronavirus, Calabria. Nella task force di Jole il marito della cugina e l’oncologo “mister 100 euro”

Una plastica posa della cugina di Jole con suo marito

Non c’è niente da fare. Jole “la capra” Santelli non si smentisce mai. L’unica molla che la anima e la entusiasma è il clientelismo per il suo “cerchio magico” sia parentale sia amicale. Potremmo definirlo uno stile di vita, dal momento che è solo questo che è riuscita a fare in decenni di politica: sistemare i suoi parenti (soprattutto le sorelle) e i suoi amici del cuore.

E visto che ormai non sarà facile “ricollocare” le sorelle Paola e Roberta, alle quali probabilmente destinerà qualche parte del suo megastipendio personale, si diletta a fare clientelismo persino sulle nomine legate all’emergenza virus. E’ di ieri la notizia riguardante il “rafforzamento” della sua molto presunta task force con alcuni personaggi che sono tutto un programma e che probabilmente, in altri tempi, farebbero sganasciare dalle risate. Purtroppo adesso il tutto assume un effetto decisamente tragicomico, un po’ come tutta la vita della capretta in questione.

L’ex commissario dell’Asp Gianfranco Filippelli

Ma veniamo ai nomi che andranno a “puntellare” – così scrivono i media di regime – questa task force de noantri. Partiamo dal dottore Gianfranco Filippelli, vecchio arnese del cerchio magico dei Cinghiali, promosso persino per un breve periodo direttore generale dell’Asp di Cosenza. Filippelli è l’oncologo “personale” della Santelli ed è molto noto a Cosenza e provincia col nomignolo di “mister 100 euro” ovvero il costo delle visite (rigorosamente in nero!) per i malati terminali, come da denuncia di un paziente pubblicata tempo fa da Iacchite’ (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-paola-vi-racconto-la-storia-del-dottore-100-euro-allospedale/). Certo, alla Santelli non viene riservato lo stesso trattamento ma è chiaro che qualcosina doveva riconoscerla al famigerato mister “100 testoni” ed ecco qui che lo ritroviamo in questa combriccola.

Ma la deriva totale la si raggiunge con la nomina di un ingegnere dell’ufficio tecnico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, al secolo Amedeo De Marco, che nel suo curriculum ha un solo punto culminante: è il marito della cugina della capra, tale Maria Teresa Pagliuso. Ormai le famiglie Santelli-Pagliuso sono diventate a tutti gli effetti un vero e proprio “clan” (alla Celentano, per capirci, ché la mafia è una cosa seria…). Quando la capretta è a Cosenza, abitano tutti insieme, al primo piano di un lussuoso edificio di via Piave, e chiaramente “progettano” a modo loro il futuro della Calabria dopo aver preso ordini dai capi riconosciuti della massomafia cosentina e calabrese.

Maria Teresa, ex liceale del Telesio come Jole, è la figlia di Gino Pagliuso, ex consigliere regionale della Democrazia Cristiana, meglio conosciuto dai cosentini come il “trombone” per il suo tono di voce certo, ma soprattutto per l’inutilità assoluta (se non per motivi… clientelari) della sua “politica”.

Dunque, anche in piena emergenza, la Santelli non ci pensa su due volte a nominare questo ingegnere marito della cugina e a continuare la becera pratica del clientelismo fine a se stesso.

De Marco, per chi non lo conoscesse, è quello che nel celeberrimo video della tarantella post vittoria della Santelli, alza il dito a “Bumminu faccia i scaffi” Cannizzaro, pessimo e corrottissimo partner della capra nel “balletto”.
Nella sua qualità di ingegnere dell’ufficio tecnico dell’Azienda Ospedaliera si è distinto soprattutto per aver preso la percentuale “legalizzata” sui lavori di riammodernamento dell’ospedale, rigorosamente il 3 per cento su 10 milioni (i conti fateli voi che noi non siamo bravi in matematica…). Un vero “luminare” dell’emergenza virus, non c’è che dire. Soprattutto quando posa sul divano insieme alla sua dolce (si fa per dire) metà.

Martino Rizzo invece è il presidente della.commissione che consente ai “boss” della sanità privata di allargarsi quanto più possibile. Per esempio, è il signore che non ha neanche ordinato un sopralluogo nel nuovo Centro Radiologico di don Pierino Citrigno ad Amantea, visitato proprio in queste ore dai carabinieri dei Nas.

Quanto a Gianluigi Scaffidi, ex scopellitiano ed ex grillino legato alla deputata Nesci, per giorni e giorni è stato messo sulla graticola dalla stessa base pentastellata quando era stato improvvidamente nominato direttore generale all’Asp di Vibo. Anche questo soggetto, pertanto, rientra in gioco più per la sua vecchia militanza scopellitiana più che per le sue competenze.

Mancano all’appello Gabriella Amalia De Luca e Michele Puntoriere ma stiamo lavorando anche sul loro “curriculum”, non temete…