Cosenza. Centro per l’autismo: “Aprite i locali di Sant’Ippolito”

Centro per l’autismo, “aprite i locali di Sant’ Ippolito”.
Il comitato dei genitori chiede ai politici di “metterci la faccia” .

Sono Domenico Mazzei e da un po’ di anni sono il portavoce del comitato genitori Cittadella dell’autismo ed è per questo che voglio raccontarvi questa crudele realtà.
L’autismo acronimo DSA è più precisamente una sindrome, i nostri ragazzi hanno delle esigenze come tutti gli altri ragazzi, l’autismo è anche una condizione che ha modi diversissimi di manifestarsi e perciò necessita di diversi livelli di assistenza a seconda dei casi ma che copre dello stesso velo tutti quelli che lo vivono e li unisce in una comune percezione (è spesso indignazione) per le assurdità delle regole burocratiche, basti solo pensare che molti ragazzi sono ospiti in strutture fuori dalla nostra regione e che per loro la nostra regione paga delle rette giornaliere altissime.

Amici miei, di autismo non si guarisce. L’unico approccio educativo riconosciuto valido anche dall’Istituto superiore di sanità è il metodo ABA ( analisi del comportamento applicata) che non è garantito anche se l’autismo entra nei LEA (livelli essenziali di assistenza ) nel 2015 con la legge n. 134/2015. La nostra Regione Calabria però non ha mai inteso recepire questa legge e l’ha completamente disattesa a dimostrazione che tutti i politici hanno sempre sulla bocca l’autismo ma in realtà nessuno di essi lo ha mai avuto nel cuore.

Fatta questa premessa, passiamo alla nostra realtà territoriale. Nel 2019 ho iniziato a chiedere al Comune di Cosenza come mai l’unica struttura di proprietà dello stesso sita in contrada S.Ippolito e destinata come centro per l’autismo fosse completamente chiusa, da lì sono scattati una serie di adempimenti che hanno avuto l’esito di accertare che in vero non veniva utilizzata da più anni.

Gli assessori al welfare e al patrimonio ci hanno detto di aver messo in moto tutto quanto in loro potere per poter fare in modo che la struttura venisse sgomberata da quella associazione che la deteneva in comodato d’uso gratuito e una volta libera si poteva procedere a indire una manifestazione di interesse pubblica e quindi assegnarla a nuova associazione affinché tornasse a svolgere il suo ruolo di centro per l’autismo voluto da Giacomo Mancini.

Per farla breve, gli assessori di oggi non sono riusciti nel loro intento, ci hanno detto sempre “… vediamo, stiamo facendo il possibile…”, insomma le solite frasi che spesso usano i politici, abbiamo quindi interpellato il sindaco e anche lui non è riuscito a far liberare la struttura che almeno fino ad oggi pare non essere utilizzata ancora, almeno non come centro per l’autismo. Quindi afflitti ed amareggiati abbiamo indetto una protesta con corteo regolarmente autorizzata tesa a sensibilizzare sindaco, prefetto e dirigente Asp.
Dal sindaco otteniamo la solita risposta (“stiamo procedendo a far liberare i locali”) mentre invece dal prefetto abbiamo trovato una calda accoglienza: la dottoressa Guercio così come il nuovo commissario dell’ Asp Vincenzo Carlo La Regina ci hanno incontrato con loro abbiamo discusso nella sala riunioni e da qui abbiamo iniziato un vero e proprio tavolo istituzionale coinvolgendo i vertici del Dipartimento di Salute mentale della Regione Calabria.

Durante quella seduta si è stabilito che bisognava dare corso al nostro progetto e che si sarebbe proceduto ad un successivo incontro in Regione ma che era necessario individuare una struttura che si prestasse a tale scopo, quindi il sogno poteva diventare realtà. Io e Giuseppe Veltri, presidente del Comitato, iniziamo una serie di interminabili sopralluoghi, abbiamo visitato centinaia di posti, ci siamo rivolti a tutti finanche al presidente della Provincia Franco Iacucci, che ci ha fatto visitare un vecchio casello dell’Anas ristrutturato e messo a nuovo che era stato dato in comodato d’uso ad una associazione che si occupa di dare sostegno agli immigrati. Quindi andiamo ad incontrare i rappresentanti dell’associazione e lì conosciamo persone meravigliose e disponibili alle quali va tutta la nostra stima.

Tra loro anche Cristian, che ci fa visitare la struttura e ci dice: “Guardate, noi la stiamo utilizzando ancora ma possiamo organizzarci e utilizzarla tutti”. Che meraviglia amici miei, quelle parole mi hanno fatto capire la differenza tra quella associazione di Sant’ Ippolito e questi meravigliosi operai di solidarietà come dovrebbe essere chi si occupa di questo mondo.

Nel frattempo andiamo a presentare il nostro progetto all’assessore alle politiche sociali della Regione Calabria Gianluca Gallo, il quale ci ha ascoltati e ha chiesto al suo collaboratore di verificare se ci fossero strutture idonee per questo progetto. Ma niente, non ce n’erano e quindi abbiamo iniziato a contattare alcuni ordini sacerdotali e li è arrivata la svolta: infatti due di questi ci hanno messo a disposizione quattro meravigliose strutture già pronte per ricevere i nostri ragazzi, soprattutto quelli che sono ospiti a centinaia di chilometri dalle loro famiglie, che è veramente una crudeltà.
Ora, dal mio racconto è facile intuire che la politica è assolutamente orba verso questa problematica.

Il 2 aprile, che è la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo in tutto il mondo, i principali monumenti si illuminano di blu, finanche Palazzo Chigi e anche il Comune di Cosenza in questa giornata colora la facciata del municipio ma poi non si capisce perché non riesce a mettere in funzione l’unico centro per l’autismo a Cosenza, di cui è proprietario.
Intanto l’incubo che scandisce la vita quotidiana delle madri e dei padri dei ragazzi autistici è quel che accadrà quando loro non ci saranno più. Il cosiddetto incubo del “dopo di noi”.

Nei prossimi giorni inizierò una campagna sociale dal titolo SPORCHIAMOCI LA FACCIA.
Chiederò a tutti i cittadini di qualunque di postare sul proprio profilo social una loro foto del viso sporco di blu mentre invece ai quattro papabili candidati alla presidenza del consiglio chiederò questo e spero che mi rispondano.
Uno di voi certamente sarà il nostro futuro presidente della Regione, gli altri tre forse consiglieri regionali, noi non abbiamo bandiere da sventolare né colori politici, l’unico nostro colore e il blu quindi prometteteci con un video messaggio o anche con una foto in cui vi sporcherete la faccia di blu di impegnarvi e che immediatamente appena eletti prenderete il nostro progetto e lo attuerete perché è li alla cittadella regionale e i fondi ci sono lo sappiamo bene.

Domenico Mazzei (comitato genitori CITTADELLA DELL’AUTISMO)