Crotone. Omicidio Scarriglia, si indaga sul percorso compiuto dai killer

Risalire al percorso seguito dai due sicari che venerdì mattina in sella a una moto, hanno messo a segno l’agguato mortale. Stanno lavorando anche su questo gli investigatori della Squadra mobile che indagano sull’omicidio di Mario Scarriglia, assassinato a colpi di pistola nella sua agenzia di onoranze funebri che apre lungo la centralissima Via Giovanni Paolo II. Le immagini delle videocamere degli impianti di sorveglianza presenti nella zona, hanno immortalato l’arrivo del sicario in sella a uno scooter condotto da un complice. Casco da motociclista sul capo e mascherina sul volto, il killer è poi sceso dalla moto ha raggiunto l’ingresso dell’agenzia di onoranze funebri ed impugnando una calibro 7,65 ha esploso cinque colpi: quattro proiettili hanno ferito a morte il 45enne poi arrivato cadavere in ospedale; un quinto proiettile ha invece raggiunto sotto il ginocchio sinistro il 53enne (A. S.) imbianchino che era insieme a Scarriglia. Poi il killer è risalito sul sellino del ciclomotore condotto dal complice e si sono dileguati. Gli agenti della Sezione diretta dal vicequestore Ugo Armano naturalmente cercano la moto utilizzata dal commando. Ma stanno passando al setaccio anche altre immagini registrate dalle telecamere che costellano l’intera zona dell’ex via Cutro e non solo.

Cercano così di ricostruire l’itinerario seguito dagli autori dell’agguato: potrebbero capire da dove sono arrivati. E questo sarebbe un elemento utile alle indagini sul delitto del 45enne. Indagini che appaiono complesse. Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Alessandro Rho, stanno vagliando al momento diverse ipotesi.

Mario Scarriglia porta un cognome noto dalle parti del vicino rione Fondo Gesù. Ma il 45enne era considerato – a differenza di qualche suo congiunto – fuori da certi ambienti collaterali alle ‘ndrine locali. Il 45enne assassinato venerdì mattina, a parte un lontano precedente di polizia per gioco d’azzardo (se precedente si può definire) non aveva mai avuto guai con la giustizia. Ecco perché l’attenzione degli inquirenti e degli agenti della Squadra mobile intervenuti sul luogo dell’imboscata , si è concentrata anche sulla vita privata della vittima, sulle sue conoscenze, sui suoi rapporti di lavoro e sulle sue relazioni.

Oggi intanto verrà eseguita l’autopsia sul cadavere di Mario Scarriglia. Un adempimento obbligato ma che certo non potrà aggiungere nulla di più sulla dinamica dell’agguato, a parte accertare quale dei quattro colpi che l’hanno raggiunto è stato quello mortale. La prima ispezione eseguita subito dopo il decesso dal medico legale ha accertato che i proiettili esplosi dalla pistola impugnata dal killer hanno colpito Scarriglia alla parte destra dell’addome (regione lombare), al braccio destro e a quello sinistro e alla scapola destra (regione scapolare). Il 45enne, evidentemente nel tentativo di sfuggire ai colpi, ha dato le spalle al suo assassino, che ha sparato ancora. Fino a lasciare agonizzante il suo bersaglio sul pavimento dei locali dell’agenzia di onoranze funebri. Fonte: Gazzetta del Sud