Cosenza, il Gattopardo e la giustizia “per pararsi il fondoschiena”

Se qualche politico e qualche addetto ai lavori ha accusato Gratteri di fare giustizia “ad orologeria”, è chiaro che non è mai stato a Cosenza, dove non solo non c’è neanche quella ma esiste invece – e senza che nessuno apra bocca, a parte noi di Iacchite’ – una giustizia “per pararsi il culo” ovvero il fondoschiena di quel magistrato corrotto e impresentabile che risponde al nome di Mario Spagnuolo, procuratore capo di Cosenza, meglio conosciuto dai lettori di Iacchite’ ma ormai da tutta la Calabria come il “Gattopardo”.

Sono anni che scriviamo praticamente ogni giorno tutte le nefandezze che vengono sciorinate dall’Asp di Cosenza, sono anni che descriviamo la corruzione di gentaglia come Raffaele Mauro, Remigio Magnelli e Giovanni Lauricella (da poco passato a miglior vita ma che ha fatto in tempo a lasciare le consegne) ovvero i tre principali componenti di una “cupola” che ha prodotto centinaia e centinaia di milioni di debiti e poi ha cercato di coprire, sicura di avere impunità grazie proprio a quel Gattopardo che poi improvvisamente ha aperto gli occhi e magari vuole passare anche per eroe… Come sta facendo stamattina con la ridicola operazione sul reddito di… cittadinanza! Capirai la grande “operazione”!

Sono anni che scriviamo di quanto siano fasulli i bilanci dell’Asp e di quanto non si possa neanche avere certezza dell’esposizione debitoria (qualcuno ha parlato di circa 500 milioni ma il conto è di gran lunga superiore, purtroppo) ma il procuratore Gattopardo – guarda un po’ il caso – se n’è accorto soltanto dopo sei anni dal suo insediamento.

No, qui non abbiamo neanche la giustizia “ad orologeria”, che se l’avessimo avuta avremmo ballato su una gamba. No, qui – e lo ribadiamo – esiste solo la giustizia per “pararsi il culo” perché Spagnuolo interviene soltanto quando qualche altro giudice – non certo corrotto come lui – accende i riflettori sul verminaio massomafioso che è Cosenza ormai da decenni. E se il Gattopardo ha deciso di indagare i suoi fratelli di loggia lo ha fatto soltanto – per come del resto abbiamo abbondantemente scritto – perché la Dda di Catanzaro ha messo decine di cimici negli uffici dell’Asp di Cosenza e in particolare in quelli di Mauro, Magnelli e Lauricella. Al punto che Mario Oliverio detto Palla Palla ha “dimissionato” Mauro addirittura nel 2019, proprio per non avere altri guai. E adesso la procura di Cosenza segue la scia ma solo perché non ne può fare a meno. E anche perché la storia dei bilanci falsi dell’Asp e dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza (vedrete che ben presto finalmente si parlerà anche di questo) sta per esplodere violentemente anche a livello politico e non solo giudiziario.

Guardare nei video del febbraio 2021 la faccia di bronzo – con mascherina incorporata – del Gattopardo mentre risponde alle domande di “plastica” (più o meno come la faccia del fratello di loggia Raffaele Mauro) dei giornalisti dei media di regime è stato un esercizio deprimente. Spagnuolo – bontà sua – dice che “l’Asp di Cosenza è stata gestita con metodi non corretti… favorendo persone che non avevano diritto e soprattutto producendo documenti contabili falsi…”. Della serie: ma va? Ma veramente? 

E quando la “meno peggio” dei giornalisti gli chiede che fine hanno fatto i soldi, il corrotto parla di evidenza di flussi di spesa (col cacchio però che ci dice quali…), di difficoltà nella ricostruzione del bilancio (e meno male che lui è cosentino e si è insediato quasi 5 anni fa e non certo ieri…) per esplodere infine in una dichiarazione talmente lapalissiana che neanche la bonanima di Catalano di “Quelli della notte” avrebbe potuto fare meglio: “… Se avessero pubblicato il bilancio reale, queste persone sarebbero già andate a casa (non in galera, ndr) e si sarebbe creato un “buco” impressionante alla Regione…”.

Ma il meglio di se il Gattopardo in versione Catalano lo ha dato quando – udite udite – ha parlato di una “logica di consenso elettorale” che stava dietro a queste nefandezze. Anche qui della serie: ma va? Ma veramente? Ovviamente senza mai citare nessuno dei politici che manovravano e manovrano ancora i fili di questa cuccagna che è l’Asp di Cosenza.

Potremmo risparmiarvi il finalino delle “indagini che vanno avanti” (le richieste sono state clamorosamente rigettate dal gip…) per evitarvi di bestemmiare ma non possiamo non dire che il Gattopardo (incredibile ma vero) aveva chiesto gli arresti domiciliari per il suo fratello di loggia Faccia di plastica e per gli altri suoi compari, che le richieste di interdizione dai pubblici uffici per Scura e Cotticelli ma anche di altri “campioni” come Magnelli, Scalzo, Marano e Sosto tanto per citare le più in vista, sono state annullate e che – ma questo l’ha detto quasi sussurrando con la sua vocina “bianca” – nelle intercettazioni ci sono anche i nomi di alcuni politici. Ma – ahilui – non sono mai uscite fuori in maniera seria nelle indagini del Gattopardo bocciato dal gip. Solo paccottaglia per i caggi. Ora vi chiederete: ma allora perché il porto delle nebbie ha dato il via a questa inchiesta tragiconica? La risposta è che da Catanzaro hanno messo nel mirino proprio la sanità cosentina e di conseguenza il capo della banda s’è parato il fondoschiena. Più o meno com’è accaduto con Marcello Manna. Poi se basterà o meno questo ce lo dirà il tempo, che come al solito è galantuomo.