Cosenza, l’assurdo “accordo” per la depurazione: Granata Custode Giudiziario (!) e Presidente del Consorzio Valle Crati

Maximiliano Granata,e Occhiuto

A Cosenza e provincia, territorio completamente in mano alla massoneria deviata e ai servitori infedeli dello stato che ne combinano di tutti i colori senza mai essere sfiorati dalla Giustizia, assistiamo a vicende che hanno dell’incredibile.

Il procuratore capo Mario Spagnuolo, alias il Gattopardo, magistrato corrotto e messo a capo della procura solo per insabbiare processi e proteggere i fratelli deviati, cerca di darsi un tono conducendo tragicomiche inchieste sulla depurazione. Per esempio, ha sequestrato – dopo anni e anni di inquinamento alla massima potenza con sversamento di rifiuti da ogni parte d’Italia – il depuratore di Bisignano, che oggi è completamente in balia della stessa azienda – la Consuleco – che l’ha reso un ricettacolo di veleni…

E il pensiero è andato inevitabilmente alla precedente operazione, denominata Cloaca Maxima, risalente a tre anni fa, con la quale aveva fatto lo stesso per il depuratore di Rende. Sì, perché il seguito di quella tragicomica operazione è realmente una presa in giro per tutti i cosentini. E ve lo spieghiamo, come sempre, nei minimi particolari. Anche perché a Bisignano, dopo il clamore di questi giorni, tutto è ripreso esattamente come prima. Ma andiamo ai dettagli dell’assurdo “accordo” per la depurazione a Cosenza.

Il 28 dicembre del 2018 sono finiti i cinque anni di mandato come rappresentante del Comune di Cosenza all’Assemblea dei Sindaci del Consorzio Valle Crati per Maximiliano Granata.
Pare, però, che il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto abbia riconfermato come rappresentante del Comune di Cosenza per altri 5 anni lo stesso Maximiliano Granata.

Adesso ci chiediamo: com’è possibile che il Consorzio continui a perseverare con l’affidamento dell’impianto di depurazione per 15 anni ad un privato (GEKO S.p.A., ex General Construction), mentre la Regione Calabria ha approvato il 12 Maggio 2017 una legge regionale per il Ciclo Integrato dell’Acqua (acqua potabile più depurazione), che prevede la riscossione diretta della tariffa e il nuovo Governo ha messo tra i primi punti del cosiddetto contratto di Governo che “l’acqua deve essere gestita dal pubblico”, per come tra l’altro hanno deciso gli italiani con il referendum del 2011 (con il 96% che hanno votato al referendum favorevoli alla gestione pubblica dell’acqua)?

Ricapitolando per i più distratti: il Governo e la Regione Calabria sono per la gestione pubblica dell’acqua, per come hanno deciso gli italiani con il referendum del 2011, mentre il Consorzio Valle Crati e il Comune di Cosenza non solo sono per la gestione privata dell’impianto di depurazione ma continuano ad applicarla in barba ad ogni criterio logico.

In tutto questo, non poteva mancare – come in ogni vicenda cosentina – il ruolo determinante e fondamentale della procura di Cosenza, meglio nota come porto delle nebbie, poiché tutti sanno che la Geko (ex General Construction) è stata coinvolta direttamente dalla procura di Cosenza per gestire l’impianto di depurazione di contrada Coda di Volpe a Rende.

L’impianto – per chi non lo sapesse – è ancora sotto sequestro dopo la tragicomica operazione firmata Manzini e Spagnuolo e denominata “Cloaca maxima” e il Tribunale aveva nominato come Custode Giudiziario il dimissionario Andrea Manna (Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Cosenza) al posto di Granata, che era interdetto dai pubblici uffici per voto di scambio e corruzione elettorale. Ma nel momento in cui Manna si è dimesso ed è scaduta l’interdizione dai pubblici uffici per Granata, questo soggetto che tutti conoscono fa contestualmente sia il Custode Giudiziario che il Presidente del Consorzio. Siamo veramente alla follia perché tutti sanno che Granata è indagato dallo stesso Tribunale di Cosenza per voto di scambio e corruzione elettorale !!! E per giunta per attività illecite che coinvolgono lo stesso Consorzio Valle Crati. 

Ma possibile che nessuno (non certo noi) si sia mai chiesto come mai dopo solo un mese e mezzo Andrea Manna si è dimesso da Custode Giudiziario dell’impianto di depurazione consortile? E quando vedremo la seconda parte – annunciata e strombazzata da Spagnuolo – di questa inchiesta, che inevitabilmente tocca anche gli interessi del sindaco cazzaro che ci ritroviamo, oltre che di alcuni dei suoi compari più importanti? Siamo alle solite ovvero ai misteri del porto delle nebbie di Cosenza. Che ha addirittura il “coraggio” di scrivere comunicati e veline in cui si vanta di avere “aggredito” il settore della depurazione… Sì, rinviando a giudizio i dipendenti dell’impianto (!) e con Granata Custode Giudiziario! Povera Cusenza nostra!