Cosenza, l’ultima pozione di Madame Fifì per il Pd: ecco i “nuovi mostri”

A Cosenza sta andando in scena il teatrino del congresso del Pd provinciale. Al momento sono state depositate due candidature a segretario provinciale. Lo scontro vero, dicono quelli bene informati, è fra Vittorio Pecoraro e Maria Locanto, ma candidature aggiuntive potrebbero essere quelle di Antonio Tursi, Sergio Campanella e Francesca Dorato.

Il rampollo dello storico ingegnere capo del Comune Pecoraro è stato proposto e candidato da Giuseppe Mazzuca, “promosso” da oscuro portaborse di Carletto il maialetto addirittura a imbarazzante presidente del Consiglio (servirebbero i sottotitoli come minimo per il suo “idaliano”) da Madame Fifì e vede la convergenza dell’organizzazione giovanile del Pd (basta guardare la foto di copertina ovviamente con l’esclusione del “vecchio” Mazzuca), di Franz Caruso, Carlo Guccione, di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio naturalmente, dell’incappucciato Franco Iacucci ormai ufficialmente “peones” assoldato in consiglio regionale, Mario Oliverio e persino di Ferdinando Aiello, ormai da mesi “compagno” inseparabile (in modo particolare negli uffici dell’Asp di via Alimena a Cosenza) del Mazzuca di cui sopra. Siamo a livelli altissimi, da “nuovi mostri” tanto per intenderci, alla Antonio Ricci di Striscia la Notizia. A tutti gli effetti l’ultima venefica pozione della magara di Grimaldi per conservare il suo infinito potere.

Maria Locanto, che esprime l’impresentabile anima “cattolica” del Pd dall’alto (si fa per dire) delle sue parentele con il “gran visir” della Balena bianca calabrese Riccardo Misasi, è sostenuta invece da Francesco Boccia, Stefania Covello (sì, avete capito bene: alla fine è tornata all’ovile come… Heidi), dalla famiglia Funaro, e – tenetevi forte – dall’ex eurodeputato Mario Pirillo alias Pirellone.

Antonio Tursi è sostenuto da Orfini e dalla componente di Giudiceandrea, che non ha mai smesso i panni del leggendario comunista col culo degli altri.

Sergio Campanella, avvocato dello studio Sammarco per professione, gode dell’amicizia di Nicola Irto e Amalia Bruni, due tra i politici più corrotti e impresentabili dell’arco costituzionale calabrese, ed è sostenuto dai pessimi fratelli Pittella (i ras della Basilicata che hanno clienti a iosa anche in Calabria) e dall’ex area di Maurizio Martina.

Francesca Dorato, infine, è candidata da Mimmo Bevacqua detto Chiù Chiù, inutile soggetto buono solo per fare clientele e trastule, in autonomia (parola grossa se accoppiata al tamarro arricchisciuto longobucchese ma tant’è…) come area Franceschini. Le candidature scadono il 4 febbraio e si voterà il 14 febbraio. Comunque vada sarà una… sola avrebbe detto Corrado Guzzanti!

A proposito di Vittorio Pecoraro, favoritissimo per il successo (!) finale – e sarà uno spasso seguire passo passo le sue piroette per eseguire gli ordini della stregaccia -, c’è chi dice che forse è ingeneroso da parte nostra parlare solo dell’illustre genitore quando invece ormai il rampollo s’è fatto una strada senza gli appoggi iniziali dell’ingegnere capo padre. E si dice che viene da 10 anni di relazioni fra Roma e Bruxelles. Insomma, alla fine Pecoraro junior emergerebbe soprattutto perché è quello che ha rapporti nazionali e internazionali ma in ogni caso non certo perché è il nome che propone il popolo e la sinistra cosentina.

Anche nello stesso Pd e nella stessa area dei giovanile, per fortuna, non tutti pensano sia giusto che il segretario provinciale del Pd sia scelto su proposta del Commissario UE Gentiloni e dal ministro Orlando in accordo con i parlamentari calabresi del Pd, per mettere in minoranza Boccia anche qui dopo il caos scoppiato nel Pd della Puglia, che ha visto Boccia uscire perdente. I giovani vorrebbero essere liberi di scegliere e votare ed è per questo che in tanti alle ultime Regionali hanno preferito votare De Magistris. Soprattutto a Cosenza. Per tutto il resto, ora ci sono i “nuovi mostri”. Arrassusia…