Cosenza nel pallone, viaggio nel calcio dei quartieri

Da oggi su Iacchite’ pubblicheremo una lunga serie di articoli che comprenderemo sotto il titolo guida di “Cosenza nel pallone”, sulla scia della splendida promozione in Serie B dei Lupi che ha riportato grande entusiasmo in città e in provincia.

Non si tratta del “solito”, specifico lavoro sulla storia del Cosenza Calcio. Certo, il Cosenza, inevitabilmente, rappresenta il filo conduttore della nostra storia, ma non ne è l’attore protagonista. I protagonisti sono i ragazzi dei quartieri di Cosenza e dei comuni della provincia che, attraverso le varie generazioni, hanno assecondato la loro grande passione per provare a rappresentare al meglio i colori della nostra città. Sono loro i Campioni di “Cosenza nel pallone” ed è diretta a loro, alle loro famiglie e ai loro amici e conoscenti, oltre che a tutta la città, questa immensa ricerca storica, che ci ha impegnato in un faticoso lavoro di ricostruzione, raccolta e collegamenti.

Sono migliaia, appartengono a tutti i ceti sociali, riflettono idee politiche e scelte di vita a volte diametralmente opposte, ma sono uniti dall’amore per il dio pallone. Ne esce fuori un quadro sorprendente, ne emerge l’anima della città attraverso i decenni. La storia dei quartieri, il mito dell’appartenenza, la “follia” di un gruppo di talent scout che ha consentito a centinaia di ragazzi di non imboccare strade pericolose.

Abbiamo pensato che fosse più soddisfacente e anche più originale cercare materiale sulle squadre minori. perché comunque hanno contribuito all’evoluzione del calcio in maniera decisamente “pesante”. Nasce proprio da queste squadre la storia di quei Campioni che, a partire dagli anni Cinquanta, sono riusciti ad essere “profeti in patria”. Altri invece sono diventati Campioni senza indossare la maglia rossoblù e qualcuno l’ha indossata solo a fine carriera. Mentre stavamo lavorando all’opera, nell’ormai lontano 2006, era esplosa la febbre della Nazionale italiana Campione del mondo. E tutti sanno che tra i Campioni c’erano due ragazzi cosentini, Simone Perrotta e Gennaro Gattuso, che hanno mosso i primi passi proprio da due delle tante squadre di quartiere delle quali vogliamo rinverdire la memoria: il Castrolibero e lo Schiavonea.Ma non sono neanche loro i protagonisti assoluti di questa storia, anche perché sono gocce in un oceano fatto di tanti carneadi che magari avevano più stoffa di chi ha “sfondato” ma sono stati sfortunati o costretti a fare altro, oppure erano davvero poco dotati o hanno giocato solo per divertirsi. Le squadre di quartiere oggi non ci sono più. Sopraffatte dalle scuole calcio, all’interno delle quali però troviamo ancora molti dei personaggi che vissero quell’epopea. E ce la racconteranno nelle pagine che vi proporremo. Non dimenticando che anche le scuole calcio svolgono una funzione sociale importante. Non più romantica come quella di una volta ma sempre fondamentale per tanti ragazzi che ambiscono, giustamente, a diventare i Perrotta e i Gattuso di domani. E racconteremo anche il loro percorso.Per ripercorrere la storia delle squadre di quartiere di Cosenza, di quelle di Rende e Castrolibero e delle principali della provincia, abbiamo pensato ad una serie di puntate, una serie di storie che ci faranno rivivere i protagonisti della pratica calcistica a Cosenza, dalle origini ai giorni nostri. E se i Campioni del cammino del Cosenza sono diventati, ahinoi, ragazzi provenienti prevalentemente dal Nord, in città la passione per il calcio ha comunque dilagato.

“Cosenza nel pallone” si assume l’onere e l’onore di far conoscere ai più giovani il percorso di società come Morrone, Cariocas, Pro Cosenza, Pro Casali, Victoria, Popiliana, Florentia, Boca Junior, Panebianco, Friends e tante altre ancora, prima che scompaia per sempre nell’oblio.

Il teatro ideale di questa storia è il vecchio campo di via Roma, prima “Città di Cosenza” e poi “Emilio Morrone”, che per 50 anni è stato una sorta di “sacro tempio” dove si è lottato senza risparmio di energie per far vincere un ideale prima ancora che una squadra di pallone. Erano tempi in cui il furore mediatico che ormai travolge il calcio ancora non la faceva da padrone, le cronache dei giornalisti locali, peraltro sporadiche e spesso ridotte a trafiletti, erano l’unica cassa di risonanza.

I palcoscenici delle serie minori: D, Promozione, Prima Categoria, Allievi, Juniores, Ragazzi, Giovanissimi, Esordienti e Pulcini sono stati la vetrina di calciatori che vivono ancora nella memoria degli appassionati. E che oggi vorremmo tornassero prepotentemente alla ribalta. Per non dimenticare una stagione che ha coinvolto almeno dieci generazioni. E scusate se è poco.