Crisi da spiaggia, i tempi si allungano: Salvini cambia tattica, M5s tra due fuochi

La prima sconfitta di Matteo Salvini è in Senato. Pd-M5s-Leu hanno votato per confermare le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 20 agosto (alla Camera il 21), mentre è stata bocciata la richiesta di Lega-Fdi-Fi di votare già il 14 agosto la mozione di sfiducia. La strada della crisi lampo su cui la Lega puntava tutto si fa quindi più difficoltosa e i segnali che permetterebbero la nascita di una nuova maggioranza sempre più evidenti. Anche per questo il leader del Carroccio si è presentato in Senato e, a sorpresa, si è rivolto ai 5 stelle dicendo di essere pronto a votare per il taglio dei parlamentari, a patto che poi si vada subito alle urne: “Sfida accettata”, ha detto. “Bene”, ha replicato Luigi Di Maio su Facebook. “Hanno ceduto, si taglino anche gli stipendi”. Sul voto “siamo pronti”, “ma deciderà Mattarella”. La legge è stata calendarizzata per il 22 agosto a Montecitorio. Insomma, i tempi si allungano e sono tanti gli scenari che rimangono aperti. E soprattutto, a pesare ora sono anche i numeri sfavorevoli per il centrodestra in Parlamento.

Poco dopo le 18, all’apertura dei lavori, il ministro dell’Interno è intervenuto dai banchi del Carroccio tra le proteste del Partito democratico: ha attaccato Matteo Renzi, di cui ha detto di capire la “disperazione di perdere il posto” e ha invocato le urne. “Amici dei 5 stelle”, ha detto, “pensateci tre volte prima di allearvi con questa squadra e poi auguri eh, fate quello che ritenete”. Quindi è uscito dall’Aula senza neppure aspettare il voto per andare a rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Quello di Salvini è stato un cambio di strategia, provato anche per sbloccare lo stallo di questi giorni. Fino a questo momento erano stati i 5 stelle a spingere per votare la riforma che taglia le poltrone e, proprio su questo, stava nascendo una convergenza alternativa con Pd e Leu.

Quel nuovo asse è stato benedetto, poco prima che iniziasse la discussione in Aula, dallo stesso senatore Renzi. “Il tabellone del Senato dimostra che un’altra maggioranza è possibile”, aveva detto. I movimenti tra democratici e 5 stelle sono in corso in queste ore, ma ogni passo in avanti è prematuro finché non parleranno Conte e Mattarella. Proprio il premier oggi è tornato a vedersi e in una visita ufficiale a Foggia ha pronunciato una frase che si è prestata a varie interpretazioni: “Non conta il colore politico, contano gli interessi del Paese”. Vuol dire tutto e niente, certo è che, se non verrà sfiduciato apertamente e quindi ci si limiterà a sentire le sue comunicazioni, sarà più facile eventualmente proporlo per un Conte bis.

I numeri al Senato – L’eventuale nuova maggioranza politica per un governo di scopo e comunque senza la Lega si è manifestata oggi numericamente nelle votazioni procedurali che ci sono state in aula a palazzo Madama sulla modifica al calendario deciso dalla conferenza dei capigruppo in merito all’agenda della crisi del governo Conte. Le proposte avanzate dal centrodestra sono state respinte: 126 sì contro 161 no alla proposta di Forza Italia di votare la sfiducia a Conte in coda al calendario dell’aula; 125 sì e 162 no alla proposta della Lega di votarla domani alle 16; 126 sì e 162 no alla proposta la russa per aggiungere il voto sulla mozione di sfiducia all’ordine del giorno del 20 agosto che prevede le comunicazioni del premier.

Salvini interviene in Aula: “Amici 5 stelle pensateci tre volte prima di fare un’alleanza con il Pd” – Il discorso di Salvini all’Aula ha segnato ufficialmente la parlamentarizzazione della crisi di governo. Il ministro dell’Interno, che solo ieri aveva detto di essere pronto a ritirare i suoi ministri, non solo non l’ha fatto, ma oggi ha rilanciato sulla riforma cara al M5s. Entrato in Senato, ha scelto di sedere tra i banchi del Carroccio e non in quelli del governo, rimasti presidiati solo dal Movimento 5 stelle. Quindi Salvini ha preso la parola tra le proteste e rivolgendosi ai colleghi ha detto: “Non capisco visto che per bocca del senatore Renzi avete già vinto tutta questa agitazione nervosismo, maleducazione”. E ha aggiunto: “Invidio un po’ alcune abbronzature…”. Il leader del Carroccio ha ribadito la strada per le urne anticipate: “L’Italia vuole avere certezze e cosa di più bello, democratico, trasparente, lineare, dignitoso che dare la parola al popolo. Cosa c’è di più bello. Non capisco la paura, il terrore, la disperazione. Capisco il terrore da parte del senatore Renzi, comprensibilissimo: perché sa che con i disastri che ha fatto gli italiani lo mandano a casa immediatamente quindi piuttosto che lasciare la poltrona sta qua col vynavil”. Salvini ha quindi elencato tutti coloro che gli avrebbero chiesto di andare al voto subito, dalla confederazione piccole imprese al presidente Assindustria Veneto. “Faccio appello alla dignità di quest’Aula, possiamo avere posizioni diverse, posso rimproverare io qualcosa a qualcuno, non sono perfetto anzi, faccio un sacco di errori. Ma non ho mai avuto paura di votare”. E ha chiuso citando Paolo Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. E ha chiuso: “Viva la libertà, viva l’’Italia, viva la democrazia”. I senatori leghisti si sono alzati in piedi.

Tensione M5s diviso tra due fuochi, Di Maio: “La Lega ha ceduto. Amici? I veri amici sono sempre leali”
Le urne o le maggioranze alternative con Pd e Leu? Luigi Di Maio e i suoi affrontano le ore più complicate. Da una parte vorrebbero tutelare lo spirito M5s e andare al voto, evitando nuove alleanze e soprattutto l’abbraccio mortale di Matteo Renzi. Ma dall’altra sanno che le elezioni ora, alla luce dei sondaggi, sarebbero un massacro. Per questo, per ora, scelgono di non decidere e prendere tempo. Anche perché le anime all’interno sono diverse: c’è chi non vuole saperne di lasciare il seggio e chi invece teme il tavolo con l’odiato Pd. Intanto Salvini continua a cambiare le carte in tavola e poco dopo l’annuncio del suo via libera alla riforma del taglio dei parlamentari, Di Maio è subito intervenuto con un post: “Voglio darvi una buona notizia”, ha scritto cercando di dare un’interpretazione diversa del blitz del leghista, “dopo le proteste dei cittadini nelle piazze e sui social la Lega ha ceduto sul taglio dei parlamentari, una riforma del Movimento 5 stelle e che il Paese aspetta da anni. Settimana prossima tagliamo 345 parlamentari”. E ancora: “Ad ogni modo ho sentito dire ai leghisti, in un momento di euforia, che taglieranno anche gli stipendi dei parlamentari. È giusto però che i cittadini sappiano che una proposta in tal senso già c’era, è nostra e la Lega l’ha bloccata per un anno”. Ma “facciamolo subito”, “in ufficio di presidenza della Camera abbiamo ancora la maggioranza, non serve neanche convocare le Camere. Bastano un paio d’ore e buona volontà”. E ha chiuso con un attacco agli ex soci di governo: “Non mi sono mai piaciute quelle persone che fanno gli amici di tutti. Per me l’amicizia è una cosa seria, è un valore fondamentale nella vita, straordinario. E soprattutto, i veri amici sono sempre leali”. Solo in coda, il riferimento al Capo dello Stato: “Per quanto riguarda il voto, il MoVimento 5 stelle è nato pronto, ma è il Presidente della Repubblica il solo ad indicare la strada per le elezioni. Gli si porti rispetto”.

IL QUIRINALE SMASCHERA IL BLUFF DI SALVINI

Intanto, il Quirinale ha fatto sapere che non si può votare se si tagliano i parlamentari smascherando così il bluff di Salvini.

Lo scioglimento delle Camere lederebbe il diritto dei parlamentari a chiedere il referendum per la riforma in vigore soltanto nel 2024.
Il suo pensiero il capo dello Stato lo aveva già fatto conoscere ai partiti della maggioranza: nel caso in cui il Parlamento dovesse approvare definitivamente la riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari, sarebbe impossibile sciogliere le Camere prima di sei, sette mesi. Per questo il colpo di teatro con cui Matteo Salvini ha annunciato la disponibilità a votare quella riforma, sostenendo che poi si potrebbe andare subito alle urne, è solo un bluff.