Fagnano dice no al taglio “selvaggio” dei boschi

Fagnano Castello, no al taglio dei boschi situati nel territorio comunale

di Francesca Canino

Fonte: Il Giornale dell’Ambiente

Fagnano Castello, piccolo centro in provincia di Cosenza, perderà buona parte del suo patrimonio forestale, per gli interessi economici dell’attuale giunta comunale.

Il 15 giugno 2020, infatti, è stato approvato il “Progetto esecutivo per rimodulazione dell’intervento di miglioramento forestale in fustaia mista a prevalenza di latifoglie da realizzarsi in Loc. Pietra Bianca – Serra Cavallo in agro del Comune di Fagnano Castello”.

La delibera della Giunta

È bene precisare che il Comune di Fagnano Castello dispone di un ingente patrimonio forestale «rispetto al quale – si legge nella delibera del 15 giugno scorso –  ha inteso avviare un percorso di panificazione, razionalizzazione e miglioramento… affidando alla Soc. Coop. GeaForest, con sede in Longobucco (CS)… l’incarico per la redazione del Piano di Gestione Forestale (P.G.F.) delle proprietà silvopastorali da finanziarsi attraverso la concessione del contributo regionale e/o con gli introiti dei tagli boschivi che l’Ente ha in programma… e in prosieguo alla convenzione già in essere con la Soc. Coop. GeaForest, è stato affidato alla stessa l’incarico per i servizi tecnici di progettazione e direzione lavori per i tagli boschivi da realizzarsi alla Loc. Pietra Bianca – Serra Cavallo in agro del Comune di Fagnano Castello… ed è stata individuata un’unità colturale (fustaia mista a prevalenza di latifoglie) da sottoporre a taglio avente una superficie di intervento pari a 75,00 ettari».

A Fagnano Castello boschi messi all’asta

Fagnano Castello, fustaia -foto Alessia giglio
Fagnano Castello, fustaia -foto Alessia giglio

Ciò che il Comune definisce “intervento di miglioramento forestale” non è altro che un taglio boschivo pianificato su un’area di 75 ettari.

Un primo taglio precisiamo, visto che, se si continua a leggere la delibera, si apprende che si tratta di “una prima area da sottoporre a taglio”. Destano preoccupazione, dunque, l’estensione e la qualità dei tagli programmati insieme alla tempistica che stride con la stagione silvana.

La Giunta, inoltre, sulla base della progettazione esecutiva redatta dalla Soc. Coop. GeaForest, dalla quale emergeva un valore di macchiatico da porre a base d’asta pari a circa 259mila euro, rimodulata a € 228.870, ha dato atto che il progetto esecutivo, rimodulato sulla scorta delle richieste della Regione Calabria, individua una prima area da sottoporre a taglio, costituita essenzialmente da una fustaia a prevalenza di latifoglie, nello specifico Faggio, Cerro ed Ontano.

Disponendo che, a definizione delle necessarie autorizzazioni, si proceda a bandire apposita procedura ad evidenza pubblica per la vendita del materiale legnoso retraibile.

Definizione di fustaia

È necessario, ora, dare anche una definizione di fustaia, sperando che la Giunta ne sia a conoscenza: “Le fustaie sono boschi d’alto fusto tagliati a intervalli di almeno 40/100 anni, in modo tale che possano rinnovarsi con la nascita di nuove piantine (plantule)”.

Il “Sistema bosco” per garantire una gestione forestale sostenibile

Il progetto di abbattimento di migliaia di alberi appare improponibile, poiché non si può/deve far cassa abbattendo un patrimonio di tutti che finirà col creare danni all’ambiente e alla salute dei residenti. Il sistema bosco deve essere tutelato e preservato nella sua interezza attraverso una gestione forestale sostenibile, in grado di valorizzare la molteplicità delle sue funzioni.  E deve garantire, attraverso un utilizzo adeguato, la sua biodiversità, vitalità e potenzialità, in modo da adempiere alle sue funzioni ecologiche, economiche, sociali e paesaggistiche.

La protesta dei residenti

Numerosi cittadini di Fagnano hanno espresso il loro disappunto per la proposta di taglio, in deroga alla normativa di settore «perché il bosco – si legge in una nota inviata alla stampa dai residenti – è un bene comune e come tale deve essere tutelato e non usato come mezzo per fare cassa o peggio ancora per riequilibrare bilanci in sofferenza.

Faremo sentire la nostra voce tramite le organizzazioni che tutelano i patrimoni naturali, alle quali chiederemo di vigilare circa il rispetto delle normative in materia e soprattutto sulla correttezza delle procedure. Affinché, se opportuno, si pongano in essere tutti gli strumenti per individuare eventuali responsabilità a tutti i livelli.

Diciamo basta al taglio indiscriminato degli alberi, abbiamo bisogno di ossigeno e di natura, non di entrate economiche che servono soprattutto a finanziare feste e sagre. Tuteliamo i nostri boschi se non vogliamo la distruzione del pianeta».