Gabriele Carchidi s’è “pentito”!

Avevamo pensato molte volte a quello che avrebbe potuto fare il potere per fermare Iacchite’.

Attacchi informatici, magari qualche mezza minaccia, abbiamo pensato pure al mio arresto. Michele-Giardini più di tutti. Ma poi non c’è stato più bisogno di congetture. Ce l’hanno detto direttamente giudici e pubblici ministeri che fanno bene il loro mestiere e hanno percepito quello che poteva essere il piano scellerato del sindaco Occhiuto e del procuratore Granieri.

Al sequestro preventivo non ci avevamo proprio pensato. Magari può essere l’anticamera del mio arresto, non me ne meraviglierei per niente: in questa città che assomiglia alla “Repubblica delle banane”, abbiamo già visto questo e altro. Però, vivaddio, speriamo proprio che chi abbia partorito questa genialata abbia capito che la musica sta cambiando e che la ruota, anche se lentamente, sta girando. Insomma, ormai l’hanno capito tutti che è stato un clamoroso autogol.

Abbiamo toccato con mano, anzi stiamo ancora toccando con mano, in queste ore difficili, quanto sia stata immensa l’opera realizzata in pochi mesi, da un semplice profilo facebook prima e da un giornale on line successivamente.

E’ per questo che ho deciso di “costituirmi”, anche se nel titolo abbiamo deciso di scrivere provocatoriamente che mi sono “pentito”.

Perché, in effetti, mettendomi nei panni di Occhiuto, forse ho capito il suo stato d’animo e mi dispiace sinceramente che gli sia venuta l’ansia, che sia stato male, che si sia impaurito e che sia stato costretto a fare ricorso a cure mediche. Perché la salute, e non sono ironico, viene prima di tutto. E di questo sono sinceramente “pentito”.

Sono convinto però che il sindaco abbia anche capito l’estrema pericolosità di certi verbali e di altre nostre inchieste su affidamenti diretti a ditte amiche e appalti tarocchi. Secondo il suo metro di giudizio, è evidente che crede di averci fermati in tempo. Perché nel frattempo qualcosa dovrà succedere, si sarà detto. E ha dato il via al sequestro preventivo.

Io capisco perfettamente questa mossa della disperazione di Occhiuto, braccato dalla giustizia “buona”, quella che persegue la corruzione e padrone assoluto di quella corrotta, che persegue gli onesti. Molti lo avrebbero fatto. E sono “pentito” di averlo portato così a lamiera.

Ma il mio, il nostro nemico non è lui. O meglio: non solo lui.

Io voglio conoscere di persona il magistrato che ha preso questo provvedimento, il procuratore che gliel’ha ispirato e gli agenti delle forze dell’ordine che hanno indagato.

Domani mattina vado in Tribunale, salgo al quarto piano e busso alla porta di Granieri per dirgli che sono arrivato. Se l’obiettivo di questo atto di forza sono io, allora mi costituisco, vengo direttamente io da voi e mi metto a vostra disposizione.

Verrò anche a dirvi che queste ore di oscuramento del giornale (sono stati due giorni e mezzo ma sembra che ne siano passati quaranta!) mi hanno fatto venire perduranti stati d’ansia e paura e, così come ha fatto il sindaco con i “pezzi” di Iacchite’, citerò tutti i passaggi di quel decreto di sequestro (che ha evidentemente ispirato il sindaco insieme al suo amico Granieri) per verificare, caso per caso, se nei miei articoli ci sono o meno i crismi di uno stalking.

Verrò a chiedervi, dall’alto del vostro sapere, e come discendenti di Marco Tullio Cicerone: chi ha stabilito che tali articoli sono falsi? C’è stato un processo? Una sentenza che dica questo? Nessuno ci ha chiamati, nessuna querela o denuncia relativa a quegli articoli (che per il resto ne sono sommerso…) mi è stata notificata.

Nessuna udienza è stata mai fissata per stabilire la falsità o meno degli articoli richiamati nel decreto. Nessun pm ci ha mai convocati. Dunque, in maniera preventiva si stabilisce che sono colpevole di un reato grave come lo stalking. O meglio: in attesa che qualcuno lo stabilisca, la procura mi sequestra il giornale. Così almeno non reitero il reato. Infatti a dire che gli articoli sono falsi è Occhiuto, per cui è come se lo avesse detto Gesù Cristo (vista la loro grande affinità…).

Sporgerò anch’io denuncia, dunque. Ma non solo per poter dimostrare che è Occhiuto (e quindi la procura) a dire il falso. Come anticipavo prima, anch’io sono finito nel tunnel dell’ansia in queste ore difficili successive al sequestro. E chi meglio del sindaco Occhiuto mi può capire? L’ansia ti prende quando meno te l’aspetti ed è una bruttissima bestia. Per tutti. Tachicardia, insonnia, viaggi al pronto soccorso dell’ospedale per chiedere consigli, visite specialistiche…

E allora verrò a bussare domani mattina alla porta di Granieri. Chiedendo a gran voce che la procura della Repubblica di Cosenza venga sequestrata preventivamente perché mi ha procurato ansia.

Così come la procura ha chiuso Iacchite’ perché procurava ansia a Occhiuto, adesso dovrà essere così seria da “autosequestrarsi” perché ha messo in ansia un cittadino, anche se non è il sindaco. In fondo, è solo un sequestro preventivo: che volete che sia?

E’ vero o no che la legge è uguale per tutti?

Gabriele Carchidi