Quando il pentito Pulice accusava Guarascio: “Il clan dei Pesce lo protegge e lo appoggia a Gioia Tauro”

Il ruolo dei Pesce di Rosarno nel porto di Gioia Tauro emerge da numerosi procedimenti, tra i quali il processo Andromeda contro la cosca Iannazzo Cannizzaro Daponte di Lamezia Terme, che si è celebrato a Catanzaro e il cui impianto accusatorio ha resistito sino alla Cassazione.

Tra le dichiarazioni del pentito Gennaro Pulice – determinante anche nell’inchiesta “Coccodrillo” della Dda di Catanzaro – vi sono parti importanti che riguardano lo scalo portuale gioiese e l’imprenditore Eugenio Guarascio, patron del Cosenza Calcio e leader di Ecologia Oggi, un’azienda che opera nel settore ambientale sin dal 1987, una delle prime nel settore in Calabria, che offre servizi integrati che spaziano dalla raccolta dei rifiuti, sia speciali che pericolosi e non, fino a comprendere la bonifica di siti contaminati e la gestione degli impianti di depurazione e anche impianti di rifiuti come il termovalorizzatore di Gioia Tauro.

La rete d’intervento di Ecologia Oggi si estende sull’intero territorio dell’Italia meridionale. Guarascio è un personaggio dalla personalità complessa. Qui a Cosenza è arrivato per gestire tutto il ciclo dei rifiuti dopo il no di don Raffaele Vrenna ormai tredici anni fa. E nel “pacchetto” era compreso anche il Cosenza Calcio. Il suo appalto è stato “rinnovato” in extremis nel 2018 dopo essere stato per mesi in regime (illegittimo) di proroga, poi è scaduto ma nell’ultima gara ha vinto ancora lui. Tuttavia non mancano i lati oscuri, che più volte abbiamo tirato fuori senza che il porto delle nebbie di Cosenza abbia ritenuto di intervenire (http://www.iacchite.blog/cosenza-occhiuto-guarascio-e-quei-conti-che-non-tornano/).

Guarascio viaggiava in tandem con Mario Occhiuto ormai da tempo e adesso è finito nel tritacarne di un’inchiesta della procura di Vibo che lo accusa di inquinamento ambientale per la gestione dello stabilimento di Vazzano, nel Vibonese, da dove sono state smaltite tante, troppe tonnellate di rifiuti inquinanti che hanno messo a dura prova il fiume Mesima e il Parco Regionale delle Serre. Guarascio si trova all’obbligo di dimora, le indagini vanno avanti. Sì, perché c’è un altro Occhiuto che guida la Regione e appena due giorni prima della misura cautelare inflitta al patron di Ecologia Oggi, il Consiglio ha approvato un tragicomico piano dei rifiuti nel quale è compresa l’attività inquinante di Guarascio ormai scoperchiata.

Ma torniamo alle dichiarazioni del pentito Pulice. Come scriveva Michele Albanese sul Quotidiano del Sud – si apprendeva che Guarascio gestiva e gestisce anche la raccolta di tutti gli oli delle navi che arrivano nel porto di Gioia Tauro e che sarebbe stato appoggiato dalla famiglia Pesce di Rosarno.

Pulice, in particolare, si autoaccusa di aver voluto sottoporre Guarascio ad estorsione ma ciò gli sarebbe stato impedito da Mimmo Cannizzaro, il quale gli avrebbe detto: “No, perché i Pesce non vogliono. Allora – riferisce sempre il pentito Pulice – ho capito tante cose e che Guarascio è appoggiato dalla famiglia Pesce di Rosarno” e che all’interno del porto di Gioia Tauro “l’hanno fatto entrare i Pesce sia perché paga le estorsioni direttamente a loro ma sia perché i Pesce hanno fatto assumere persone vicine a loro da questo Guarascio lì a Gioia Tauro”. 

Queste affermazioni non sono passate inosservate e avevano riacquistato una certa evidenza qualche tempo fa, alla luce della squallida vicenda del giovane calciatore parente del boss Santapaola che era stato “fatto fuori” dal Cosenza Calcio per il suo cognome “ingombrante”. Che faceva il paio con quella del 2013 relativa al figlio del boss Lanzino. Magari, se si fossero chiamati “Pesce”, l’epilogo non sarebbe stato lo stesso. In ogni caso non tira una bella aria per Guarascio. E a nessuno è passato inosservato il suo interesse per la provincia di Reggio e non solo perché a Gioia Tauro comanda lui ma anche perché ha “conquistato” pure la Locride e persino la raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria dopo una estenuante battaglia giudiziaria con la Teknoservice di Torino. Si pensi che il suo insediamento è previsto per lunedì 18 marzo… Ma l’inchiesta di Vibo sembra essere arrivata giusto in tempo non solo per bloccare il piano dei rifiuti che gli è stato cucito su misura ma pure per fermare la sua avanzata su Reggio.