Lamezia, Travaglio a Trame: “La trattativa mafia-stato ha moltiplicato le stragi”

FOTO IL LAMETINO

Tutto esaurito al festival Trame di Lamezia Terme per l’appuntamento con Marco Travaglio. Il popolare giornalista, direttore de Il Fatto Quotdiano, intervistato da Gaetano Savatteri, ha presentato il suo ultimo libro, scritto con Marco Lillo, dal titolo “Padrini Fondatori: la sentenza sulla trattativa stato-mafia che battezzò col sangue la Seconda Repubblica. «Tutti sanno chi sono stati Falcone e Borsellino e tutti conosciamo gli anni delle stragi mafiose, dei magistrati assassinati; gli anni del maxiprocesso che ha portato a tantissimi arresti. Quello che ancora è poco diffuso è ciò che accadeva dietro le quinte. – ha affermato il giornalista -. Dietro lo stato che andava ai funerali dei magistrati e che approvava le leggi antimafia, c’era anche uno stato che trattava con Cosa Nostra. Questa connivenza è stata giuridicamente sancita con la sentenza di primo grado del 20 aprile 2018». Una sentenza storica, dettagliata nel libro, che ha finalmente fatto luce sullo stretto legame tra stato e antistato.

“In origine sembrava che da una parte ci fossero i buoni, lo stato, dall’altra i cattivi, l’Antistato; due entità separate, a compartimenti stagni, i cowboy e gli indiani, gli uni che combattevano gli altri. Era tutto molto netto – ha affermato Travaglio durante un puntuale e dettagliato racconto di quella terribile stagione. Un lasso temporale che, indubbiamente, ha lasciato un segno indelebile nella storia della nostra penisola.

In alto da sin:
Massimo Ciancimino, Mario Mori, Antonio Subranni.
In basso da sin:
Giuseppe De Donno, Leoluca Bagarella, Marcello Dell’Utri.

“Ad un certo punto però – ha continuato il giornalista – si scopre che quello che si vedeva sulla scena nascondeva, in realtà, qualcosa che noi non vedevamo perché stava dietro le quinte. Vi era qualcosa di diverso, di opposto rispetto a quello che appariva. È vero, c’erano dei magistrati, dei carabinieri, dei poliziotti e anche dei politici che combattevano la mafia. Vi erano però al contempo anche dei magistrati, dei carabinieri, dei poliziotti e dei politici che aiutavano la mafia, che trattavano con la mafia”. Il “patto occulto” (così viene definito nel libro) che ha legato lo stato a Cosa Nostra e viceversa, ha portato ad innumerevoli morti, come non ricordare Falcone e Borsellino, e ad altrettante stragi, come quelle del ’93 a Roma, Firenze e Milano. “La mafia – ha precisato a tal proposito Travaglio – faceva le stragi proprio per indurre lo stato a trattare. Quindi se lo stato trattava, la mafia otteneva quello che voleva. Di fatti, questa sentenza dice che la trattativa non solo non ha frenato nuove stragi ma le ha moltiplicate”.