Lettera aperta a mister Piero Braglia (di Giulio Bruno)

FOTO SOLOCISENZA

Lettera aperta a mister Piero Braglia

di Giulio Bruno

Caro mister Braglia,

nel giorno dell’addio alla panchina del Cosenza Calcio, trovo doveroso evidenziare i motivi che hanno prodotto uno degli esoneri più paradossali che la storia del calcio ricordi. Perché è anche vero che di errori ne hai commessi pure tu, primo fra tutti l’aver accettato di proseguire quest’anno al timone di una formazione incompleta e rabberciata ma, ad essere onesti, le responsabilità del disastro attuale vanno ricercate in altre direzioni.

La totale assenza di programmazione estiva in fase di costruzione dell’organico, l’improvvisazione della società a gennaio nel porre rimedio agli errori commessi, la presunzione da parte di chi detiene il comando nel credere che si sarebbe comunque arrivati all’obiettivo salvezza quando i segnali già da settembre indicavano altro, la confusione nella gestione degli assetti dirigenziali come dimostrato nella vicenda della nomina a fine novembre del Direttore Generale sollevato dall’incarico dopo appena un mese, la mancanza di una preparazione atletica come si deve, il ricorso reiterato all’ingaggio di giocatori svincolati e in prestito e via discorrendo.

A tre mesi e poco più dal termine della stagione si contano i danni e si osservano le macerie, e a farne le spese sei tu. Paga uno per tutti. Un esonero morbido, tanto diverso da quelli a cui eravamo abituati a Cosenza, quando feroci contestazioni in curva e tribuna, fuochi accesi sugli spalti, terribili faccia a faccia in occasione delle sedute di allenamento settimanali, rendevano improcrastinabile l’allontanamento del tecnico.

Stavolta è stato diverso, e non solo per via dell’affetto e della gratitudine che il popolo rossoblù continua a nutrire nei tuoi confronti. Stavolta è stato diverso perché la gente ha capito a chi attribuire le dovute responsabilità. La deficitaria situazione di classifica in cui si ritrova la squadra è figlia di una gestione imbarazzante, improvvisata, dilettantistica, arrangiata e estemporanea.

Caro mister Braglia, credo fermamente che tu vada via con la coscienza a posto, le hai provate tutte, hai rivoltato l’organico come un calzino, hai modificato più volte modulo tattico nel disperato tentativo di dare un assetto definitivo alla squadra, hai fatto il possibile per tirare fuori da ognuno dei calciatori a disposizione il meglio di essi; le lacune presenti in organico, tuttavia, non lasciavamo troppo spazio alla fantasia. Troppi limiti tecnici, troppi uomini in ritardo di condizione, troppi evidenti buchi nella rosa, poca duttilità, poca personalità e poco carattere per far fronte a un campionato tosto come la serie B. Vedremo cosa accadrà da oggi in avanti, con la nuova guida tecnica, sperando fortemente nel miracolo sportivo. Non sarà facile, ma è necessario crederci.

Buona fortuna mister Braglia, vittima sacrificale di grossolani errori commessi da chi, pur di non investire nella squadra, ora si ritrova a pagare due allenatori. A fine anno si tireranno le somme e a quel punto non ci saranno capri espiatori dietro cui ripararsi. Perché nel calcio non si inventa nulla né si improvvisa niente: è solo sufficiente impegno e programmazione.