Lettere a Iacchite’: “Cosenza, il de profundis all’Annunziata e i sindacati in silenzio per i vergognosi compensi dei dirigenti”

Il de profundis all’Annunziata e i sindacati compiacenti. Colpire la straniera Panizzoli per nascondere le porcherie locali.

Tanto clamore ha suscitato giustamente il bonus (extra) di 50 mila euro percepito dalla Commissaria Panizzoli per (non) aver raggiunto gli obiettivi assegnati, ma nessuna azione è stata realmente messa in campo da lavoratori e sindacati.

Nessuna denuncia è stata presentata contro chi continua a lucrare sulla salute dei cittadini.

Nessuna azione è stata promossa contro vertici aziendali, commissari regionali e dipartimento tutela della salute.

Ci si limita a sterili comunicati stampa con i quali i medici trombati si tolgono qualche sassolino dalle scarpe e a stupidi proclami che annunciano la consueta passerella dinanzi il Ministro della Salute di turno.

Il bonus percepito dalla Panizzoli è un colpo alla stomaco a chi quotidianamente lavora nelle corsie, ai malati che non ricevono la necessaria assistenza, a chi è costretto a cercare servizi nel privato o in altre Regioni d’Italia, ma i sindacati compiacenti, sebbene sappiano che ci sono tanti altri problemi meritevoli di trattazione, tacciono e coltivano i propri orticelli banchettando con i responsabili.

Pochi giorni fa sul sito dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza sono stati pubblicati i compensi anno 2019 percepiti dai dirigenti aziendali, ma il voltastomaco non ha colpito alcun sindacalista. Gli stessi che dovrebbero combattere gli sprechi che non consentono alle aziende di assumere personale e di approvvigionarsi di strumenti adeguati.

A fronte di compensi annui lordi come da contratto collettivo nazionale di riferimento, i signori dirigenti hanno percepito altri lauti compensi sotto la dicitura “altre indennità” che per alcuni si traduce anche in compensi per gli incarichi di direttori di dipartimento, mentre per altri invece in fantomatici progetti o indennità di produzione poiché ovviamente tutti i dirigenti, nessuno escluso, hanno raggiunto gli obiettivi annualmente attribuiti.

Strano verrebbe da dire, le corsie e gli uffici erogano disservizi a profusione, ma tutti i dipendenti vengono puntualmente valutati positivamente allo stesso modo.

Volendoci limitare ad alcuni servizi amministrativi, ci chiediamo come sia possibile che la dottoressa Maria Galdini, dirigente dell’Ufficio CUP (che non è neanche una struttura complessa), nonostante i disservizi registrati, oggetto di continui reclami per i disagi arrecati all’utenza nel prenotare visite a causa delle lunghe file agli sportelli e delle mancate risposte al call center CUP, abbia potuto percepire 120 mila euro!!!

Oppure come sia stato possibile che la dottoressa Filomena Panno, dirigente dell’Ufficio del Personale, recentemente allontanata per aver reso false dichiarazioni causando un ingente danno erariale all’azienda con risvolti penali, abbia potuto percepire addirittura 150 mila euro (10 mila euro in meno del Governatore della Regione Calabria)!!!

E sulla stessa lunghezza d’onda anche gli altri dirigenti amministrativi i cui compensi si aggirano tutti sui 150 mila euro cadauno, eccetto l’ex Direttore Generale Achille Gentile che, nonostante sia il dirigente più anziano e diriga una struttura importante, si è “limitato” a percepire 120 mila euro circa.

Saremmo interessati a leggere anche i compensi degli altri dipendenti per appurare se corrisponde al vero l’indiscrezione secondo cui finanche taluni semplici collaboratori amministrativi negli ultimi anni siano riusciti a percepire compensi annui pari o superiori a 100 mila euro, ma su questo potrà far luce la bistrattata Commissaria Panizzoli. Dai sindacati non ci aspettiamo più nulla considerato che per interessi corporativi si limitano solo a difendere gli amici associati e a chiudere gli occhi di fronte a palesi prepotenze.

Di fatti, nulla dicono sul figlio della Responsabile Sitros dottoressa Carla Catania. Un OSS (operatore socio sanitario) assunto e nascosto da mammà prima presso il magazzino farmaceutico e poi presso l’archivio aziendale mentre i suoi colleghi sgobbano con i malati e i dirigenti lamentino la carenza di OSS.

E nulla dicono sull’ultima chicca registrata presso il centralino aziendale. Come noto, a seguito di discutibili procedure selettive, sono stati assunti diversi centralinisti (operatori tecnici) appartenenti alle famose categorie protette. Ebbene, alcuni di loro sono stati trasferiti in altri uffici a svolgere mansioni amministrative.

Con la scusa di dover obbligatoriamente assumere categorie protette, è stata autorizzata l’assunzione di centralinisti (previsti nel piano del fabbisogno del personale), ma a distanza di meno di due anni, gli amici degli amici hanno ottenuto il cambio ruolo in sfregio alla legge ed al buon senso.

Ricordiamo a tutti che i concorsi per le categorie protette si limitano a banali prove pratiche e, nel caso dei centralinisti, è consistito nel valutare i candidati a seguito di semplici telefonate. Si avete capito bene, chi è stato più bravo nel dire “buongiorno Azienda Ospedaliera di Cosenza, come posso esserle utile?” ha vinto il concorso ottenendo un’assunzione a tempo indeterminato. Da far rabbrividire anche il maestoso Checco Zalone.

E non contenti, dopo aver superato brillantemente cotanta prova telefonica, oggi vengono spostati in altri uffici dove i dipendenti amministrativi, in possesso di determinati requisiti formativi e professionali, per essere assunti hanno sostenuto 2 prove scritte e una prova orale.

Elio Bartoletti (UIL) nulla farebbe contro la sua amica Carla Catania, così come nulla farebbero Franca Sciolino (CGIL) e Pierpaolo Lanciano (CISL) contro gli invalidi (a questo punto ci chiediamo se siano tutti veri) assunti all’Annunziata con un ruolo ben preciso (operatori tecnici centralinisti) per poi essere sistemati altrove con cambi di ruolo illegittimi.

Cari sindacati da quattro soldi, la Panizzoli avrà anche le sue responsabilità, ma è da decenni che voi, col vostro silenzio, alimentate il malaffare nella pubblica amministrazione.

Lettera firmata