L’ex sindaco di Cetraro e la procura di Paola ai tempi di Luigi Belvedere: “Ho paura di questa giustizia”

Ogni tanto rispolveriamo (e non potrebbe essere altrimenti visto che nessuno ne ha pagato le conseguenze) le risultanze dell’ispezione ministeriale alla procura della Repubblica di Paola del 1991. Fu affidata a un magistrato di spessore, Francantonio Granero, che non risparmiò energie per descrivere il disastro che c’era.

L’ispezione ministeriale sintetizzava così la situazione.

“… Emerge una globale sensazione di disordine, mancata programmazione, tensioni interne ed esterne all’ufficio, gestione personalistica, da parte dei singoli sostituti, che non depongono a favore di un corretto funzionamento della procura…”

Da qui alle dichiarazioni dell’ex sindaco di Cetraro Mario Marchetti (uomo di grande spessore e integrità morale, recentemente scomparso) il passo è brevissimo.

“Esse – osserva il magistrato ispettore – rendono il clima in cui si andranno ad innestare gli elementi di rilevanza disciplinare che verranno successivamente”.

Mario Marchetti era il sindaco di Cetraro quando venne assassinato Giovanni Losardo.

“Ero io sindaco quando fu pubblicato, a cura dell’amministrazione che presiedevo, il volume dei motivi a sostegno dell’appello proposto dal pm avverso la sentenza emessa in data 20 marzo 1986 dalla Corte d’assise di Bari nei procedimenti riuniti a carico di Francesco Muto e altri. Non sono io invece l’ispiratore dell’interrogazione parlamentare degli onorevoli Mundo e Principe…

Io ho subito numerosi processi che riguardano la mia attività di sindaco, di amministratore e, soprattutto, di politico impegnato nella lotta contro la mafia e la delinquenza in genere. Questa, almeno, è l’interpretazione che io dò delle vicende processuali che mi hanno coinvolto… In tutte queste mie vicende io non posso fare a meno di vedere un atteggiamento di particolare rigore nei miei confronti da parte della procura di Paola. Ogni lettera anonima che arrivava sul mio conto (e ce ne sono state tante) formava motivo di indagini mentre non mi pare che così accadesse per altri pubblici amministratori…

Riferendomi ancora all’attività della magistratura nella materia attinente al territorio, ricordo un’azione a largo raggio iniziata recentemente per l’occupazione di suolo demaniale. Anche in questo caso, però, io noto delle circostanze che potrebbero essere fortuite e dipendere da semplici esigenze cronologiche. Mi riferisco al fatto che, in alcuni casi, viene disposto lo sgombero degli edifici con la forza pubblica mentre in altri che, secondo il comune sentire dell’uomo della strada, appaiono più gravi, fino a questo momento non si è proceduto”.

Marchetti, a questo punto, espone alcuni esempi specifici.

“Posso citare il palazzetto sul porto di Cetraro, ove abita una famiglia di pescatori. Questo palazzetto si trova accanto alla pescheria di Muto, che è chiusa perché, a suo tempo, era stata sottoposta a sequestro, anche se non si era riusciti a demolirla, malgrado le pressioni del sottoscritto e dell’allora prefetto Catenacci. Si dice che, attualmente, sia stata acquisita al patrimonio dello stato…”.

“Voglio ancora precisare che quando io parlo della procura di Paola, sia in questo verbale che negli interventi politici che ho fatto all’esterno, non mi riferisco mai al procuratore capo, dottor Tommaso Arnoni, del quale ho la massima stima. Ma al sostituto dottor Luigi Belvedere…”

L’ultima parte della deposizione di Mario Marchetti è decisamente la più drammatica.

“Io ho sempre pensato, come cittadino e anche come sindaco, che il dottor Belvedere avrebbe dovuto essere allontanato dopo il processo che lo ha visto coinvolto e che, peraltro, lo ha visto assolto. Mi pare strano che, dopo averlo tanto combattuto (nelle mie funzioni di sindaco, s’intende, e non sul piano personale) in relazione alla vicenda Muto, io mi ritrovo ad essere soggetto allo stesso magistrato…

Voglio ancora aggiungere senza formulare giudizi che non mi competono, che io ho paura di questa giustizia. Io non voglio più essere giudicato da questi magistrati.

La gente qui si chiede se dobbiamo assuefarci a questo stato di cose o se dobbiamo continuare la lotta per una vita civile migliore”.

Di seguito, riportiamo il ricordo del Psi di Cetraro del sindaco Mario Marchetti, scomparso nel 2017. 

Con la scomparsa di Mario Marchetti, se ne va una parte importante della storia politica ed istituzionale della nostra Città. Scompare uno dei più autorevoli e prestigiosi rappresentanti del partito socialista, ma ancor più, un onesto rappresentante delle Istituzioni, che in anni difficili e delicati, seppe guidare, a viso aperto e senza tentennamenti di sorta, la battaglia contro l’arroganza mafiosa e per l’affermazione della legalità.

Oltre alla tristezza ed alla commozione, la sua morte costituisce l’occasione per ribadire meriti e valori di una personalità politica che ha impresso, negli anni ottanta, un’azione innovatrice e determinante per la rinascita della nostra comunità.

Lo fece da Segretario della sezione del PSI, dall’ottobre del 1976 al dicembre del 1979, capeggiando la lista di partito che portò in Consiglio Comunale 7 socialisti e per la prima volta una donna.

Marchetti

Ma soprattutto da Sindaco della Città, carica che ricoprì per la prima volta dal dicembre 1979 fino al 21 giugno del 1980.  Poche ore dopo quel Consiglio Comunale in cui Mario Marchetti presentò le dimissioni da Sindaco, avvenne il tragico omicidio di Giovanni Losardo, che segnerà per sempre la storia della Città.

Lo ricordiamo, in quella occasione, a fianco dell’allora Segretario del Partito Comunista, Enrico Berlinguer, a rappresentare la Città nell’ultimo saluto a Losardo.

La carica di Sindaco la ricoprirà ancora, e saranno gli anni politicamente migliori, da gennaio ‘85 ad aprile ‘89, passando per le elezioni comunali del 1988.

Sono gli anni in cui la Città rinasce. Marchetti, con le sue battaglie, si oppone allo strapotere della malavita, ma non solo.

Diventa il punto di riferimento ed il “difensore” di imprenditori e commercianti vessati dalla delinquenza, porta il Comune a costituirsi nei procedimenti contro le cosche, guida le iniziative antimafia ed è presente in ogni manifestazione in cui si afferma la cultura della legalità.

Marchetti
Il Sindaco Marchetti in una manifestazione antimafia

Lo ricordiamo al fianco dell’On. Nilde Iotti, storica Presidente della Camera dei Deputati, del Vescovo di Acerra Don Riboldi, figura emblematica della lotta alla camorra, del ministro della Giustizia, Mino Martinazzoli, sempre per affermare la cultura della legalità. Ma non mancherà di intraprendere nella sua attività politica iniziative anche scomode, come avvenne quando “denunciò” l’inerzia degli apparati dello Stato e nello specifico della Procura della Repubblica di Paola. Comunque l’azione di contrasto alla malavita condotta dal sindaco Marchetti è efficace e dà fiducia alla Città: il tessuto sociale si ricuce, riprendono vigore le attività culturali e sportive, rinascono diverse forme di associazionismo e tante iniziative che riporteranno alla normalità una Città che la delinquenza mafiosa voleva ridurre alla barbarie.

Marchetti
Marchetti con l’On. Nilde Iotti, Presidente della Camera

Marchetti, in quegli anni, rappresentò insomma la punta più avanzata di un’azione politica non solo cittadina, ma addirittura regionale. La comunità cetrarese si riconobbe interamente nel suo Sindaco, tributandogli nelle elezioni comunali del 1988, novecento voti di preferenza.

Negli anni successivi continuerà sempre il suo impegno in politica, con passione immutata, pur non ricoprendo più cariche pubbliche.

Oggi ci lascia, ma la Città non dovrà dimenticare mai la sua condotta, il suo impegno, le sue battaglie.

Noi, come socialisti e come cittadini di Cetraro, nel ricordarlo con grande affetto, vogliamo semplicemente ringraziarlo.

Per ciò che ha fatto, per l’esempio politico che lascia.

 

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO – Cetraro