Massomafia. Come fa il ministro Bonafede a non accorgersi delle Logge segrete che minacciano Petrini?

Del tentativo in atto di screditare Petrini se ne sono accorti anche i bambini. Le ritrattazioni del giudice corrotto sono il segno evidente, per i contenuti assurdi espressi, dell’intervento dei fratelli che in cambio di una sua marcia indietro rispetto alle dichiarazioni rilasciate subito dopo l’arresto, dove fa nomi e cognomi degli appartenenti delle Logge segrete di Cosenza e Catanzaro, gli promettono la salvezza.

Petrini ritratta perché ha capito che non può fare altrimenti. E sa bene che se manterrà fede al nuovo impegno assunto con i fratelli, di giudici (corrotti al pari suo) disposti a dar credito alle sue nuove assurde versioni, i tribunali sono pieni. Può dire, per giustificare l’ingiustificabile, le peggio cazzate che un giudice disposto a credergli, se manterrà fede all’impegno, si trova sempre, anche di fronte alle granitiche prove in mano agli inquirenti, come i video che lo immortalano nell’atto di ricevere le bustarelle. Infatti su questo il pezzotto di Unicost Petrini nella ritrattazione dice: “è vero che prendevo i soldi ma solo per truffarli non per farmi corrompere, gli promettevo di aggiustare processi ma poi ho sempre agito con coscienza e professionalità”. Una cosa così assurda non si era mai sentita.

Arrivati a questo punto Petrini può dire tutto e il contrario di tutto: può tranquillamente dire che l’avvocato Manna in quella busta gli ha passato la ricetta segreta della torta di mele della nonna, che il giudice non si farà problemi ad accogliere anche questa versione. Una versione alla quale non crederebbe neanche un bambino, ma che è destinata a diventare una “verità giudiziaria” e in quanto tale “incontestabile”, nonostante l’illogicità e l’assurdità della ritrattazione. Quando si tratta di fratelli in difficoltà, tutto diventa possibile. Un po’ come è successo per Berlusconi con la nipote di Mubarak. Tutti avevano capito l’assurdità della “scusa”, ma nonostante ciò l’enorme bugia è diventata una “verità parlamentare”. E lo stesso sta succedendo con Petrini, tutti hanno capito che sta ritrattando per convenienza o perché messo alle strette, ma nessuno interviene.

Siamo alle solite: il sistema massomafioso, così come ha già fatto diverse volte in passato, vedi Cordova, De Magistris, Bruni, ed ora con Gratteri e i pm di Salerno, capito il pericolo si organizza e mobilita l’intero apparato per neutralizzare il “solito pm onesto” che “ciclicamente” tira fuori la testa del sacco. Niente di nuovo per la cupola: un po’ di casino all’inizio e poi tutto finisce come sempre a tarallucci e vino e il pm che ha osato indagare, marchiato a vita. Vincono sempre loro. Almeno fino ad oggi. E poco importa se tutti hanno capito, tanto il coraggio di parlare non ce l’ha nessuno. L’opinione pubblica dimentica presto, specie se l’argomento riguarda i fratelli.

Anche il ministro Bonafede ha capito la gravità della situazione che c’è da tempo in Calabria in seno alla magistratura, ma non ha mai proferito parola, sa bene che di fronte a certe “forze” neanche il ministro può fare niente, e Bonafede come tutti quelli che lo hanno preceduto si è adeguato. Dei problemi della magistratura calabrese non si parla: non si parla di corruzione, non si parla di cupola massomafiosa, non si parla di sentenze aggiustate e di mafiosi in libertà. Mai una sola parola è uscita di bocca a Bonafede su questi argomenti. L’unica cosa che è riuscito a fare Bonofede in Calabria è stata quella di trasferire Facciolla e Lupacchini. Tutto il resto non esiste. La verità è che Bonafede è un vigliacco che ha paura, e da pavido si tiene lontano dai guai.

Come fa Bonafede a non vedere tutto lo schifo che ci sta nell’affare Petrini, resta un mistero. O meglio Bonafede non vede, non sente e non parla perché sa bene con chi ha a che fare, molti fratelli risiedono nel suo ministero e, visto l’andazzo, il codardo non vuol fare la fine di Petrini. Perciò cari calabresi se c’è la corruzione nei vostri tribunali sono solo ed esclusivamente fatti vostri.E poi una cosa importante, fatevi sempre i fatti vostri, così come fa il ministro Bonafede, che campate cent’anni.