‘Ndrangheta, massoneria e politica: Pittelli resta in carcere

Giancarlo Pittelli resta in carcere. Questa la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha sciolto le riserve dopo l’udienza fiume che si era tenuta giovedì scorso in aula bunker al termine della quale l’ex parlamentare aveva anche reso dichiarazioni spontanee collegato in videoconferenza dal carcere di Nuoro dove rimarrà quindi recluso. Riqualificato il reato: concorso esterno in associazione mafiosa. Il noto penalista catanzarese aveva parlato per quasi un’ora: “Io non faccio parte di alcuna mafia e di alcuna loggia massonica”. L’istanza presentata dai suoi legali è stata però rigettata dai giudici del Tribunale della Libertà. Reggono quindi al vaglio del Riesame le accuse che la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contestano a Pittelli, una delle figure più importanti della maxi inchiesta “Rinascita Scott”, culminata nel blitz dello scorso 19 dicembre che portò all’arresto di oltre 300 persone.

La Dda aveva inizialmente chiesto nei confronti di Pittelli la misura cautelare in carcere proprio per concorso esterno in associazione mafiosa ma il gip aveva aggravato la sua posizione ipotizzando il reato di associazione mafiosa. I giudici del Riesame hanno confermato il carcere tornando quindi al capo di imputazione contestato dalla Procura antimafia. Per gli inquirenti Pittelli sarebbe una sorta di “Giano Bifronte”, cioè colui che  avrebbe messo sistematicamente a disposizione del capo dei capi della ‘ndrangheta vibonese, Luigi Mancuso, il proprio patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale. In concorso con il tenente colonnello Giorgio Naselli, ex comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Catanzaro, Pittelli è accusato anche di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio.
A rafforzamento dei reati ipotizzati nei confronti dell’indagato, la Dda ha depositato proprio al Tribunale del Riesame nell’udienza di giovedì scorso, una serie di atti tra cui alcuni verbali del pentito Vincenzo Marino e i tabulati telefonici riguardanti i rapporti tra l’avvocato Pittelli e il finanziere Michele Marinaro.