Omicidio Bergamini, la foglia di fico del suicidio è caduta per sempre. Le vergogne dello stato deviato

Sono ore decisive per arrivare alla Giustizia per l’efferato omicidio volontario aggravato di Denis Bergamini. Per questa mattina nel Tribunale di Castrovillari è in programma l’attesa udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio di Isabella Internò, accusata di omicidio volontario pluriaggravato in concorso con persone rimaste per il momento ignote. La verità la sappiamo già, la sanno tutti, ma allo stato serve ancora tempo, nonostante siano passati oltre 31 anni, per metterla nero su bianco. Tra i mesi di marzo e aprile scorsi la procura di Castrovillari ha annunciato la chiusura delle indagini con un metodo un po’ inusuale, un comunicato stampa che più laconico non si può, nel quale si annunciava che Isabella Internò, la mantide di Surdo, è indagata per omicidio volontario pluriaggravato. L’avvocato Fabio Anselmo ha immediatamente chiesto l’accesso agli atti e la procura ha autorizzato il legale a estrarre copia integrale del fascicolo. Ed è chiaro che nei documenti contenuti in quel fascicolo c’è tutto quello che serve per arrivare al processo.

L’avvocato Anselmo ha cambiato passo al caso Bergamini. Da quando è sceso in campo il legale ferrarese la strategia difensiva ha iniziato a colpire duro gli assassini di Denis e tutti coloro che li hanno coperti, a cominciare dall’incidente probatorio che ha inchiodato alle sue responsabilità Isabella Internò, non solo mantide ma anche principessa della menzogna, visto e considerato che ancora insiste con l’assurda tesi del suicidio di Denis.

Già, il suicidio. Fabio Anselmo l’ha detto con estrema chiarezza nelle sue ultime interviste: “La foglia di fico del suicidio ormai non c’è più e chi ha fatto le indagini dovrebbe vergognarsi. Io non sono certo un avvocato di potere ma qui c’è da vergognarsi. C’è stato un Gip che ha chiuso gli occhi quando da anni ormai ci sono strumenti scientifici che consentono di datare il conferimento delle lesioni rispetto alla morte e in questo caso lo squarcio sull’addome di Denis è giunto solo dopo che era già morto, non ci sono più dubbi su questo. E sull’autopsia e sull’incidente probatorio hanno lavorato i periti della procura di Castrovillari, non solo quelli di parte. Se le indagini sono state ferme per tutto questo tempo, se ciò è stato possibile, lo è stato con la complicità di uomini dello stato”. L’avvocato Anselmo non ha mai fatto giri di parole e non ha mai provato a fermare chi da decenni urla la verità e, anzi, si è messo in prima linea insieme a chi combatte per avere Giustizia.

Ora però è tempo di tirare le somme e c’è tutto un fascicolo a chiarire cosa è successo in questi anni nei quali un procuratore serio come Eugenio Facciolla ha ripreso in mano il lavoro dei carabinieri del Gruppo Zeta e lo ha portato a compimento.

Se quindi rimane l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato nei confronti di Isabella Internò, un’accusa gravissima – un passo avanti enorme verso l’accertamento della verità – d’altro canto c’è molta curiosità su cosa diranno le carte: che fine hanno fatto le altre posizioni?  Che ruoli hanno avuto gli ignoti? Sono posizione archiviate, tralasciate ed eventualmente con quali motivazioni? Il materiale raccolto durante le ultime indagini, iniziate appunto con il procuratore Facciolla, aveva tutta l’aria di essere voluminoso. D’altra parte più volte si è ricostruita la rete di protettori, amicizie e pezzi di stato deviato a causa dei quali si è potuta mettere in scena la farsa del suicidio. Questo altro pezzo di storia emergerà dagli atti o ci sarà bisogno di un altro lungo procedimento?

Bisogna ammetterlo. Si è prevenuti. E si è prevenuti perché si sono viste e subite troppe fregature, perché a queste latitudini si è abituati a vedere storture. Ma il fatto che la procura abbia dato il via libera alla consultazione del fascicolo diventa uno spartiacque fondamentale per tutta la vicenda e non passerà ancora molto tempo prima che tutti vengano a conoscenza delle vergogne che si sono consumate per proteggere qualche pezzo di stato deviato che non vuole che si conosca la verità sul barbaro omicidio di Denis Bergamini.