Omicidio Bergamini. Lo schizzo planimetrico di Piero Romeo fondamentale per individuare il luogo del delitto

Il 22 febbraio del 2011, esattamente 13 anni fa, lasciava la vita terrena Piero Romeo, tra gli storici fondatori del movimento ultrà a Cosenza e ancora oggi ricordato e universalmente riconosciuto come il “capo degli ultrà” anche se a lui questa etichetta non è mai piaciuta. Oggi ci piace ricordarlo con quanto aveva fatto per aiutare gli investigatori nella triste vicenda dell’omicidio di Denis Bergamini. Sempre e comunque a futura memoria. 

Nella quarta udienza del processo per l’omicidio volontario e pluriaggravato di Denis Bergamini a carico della sua ex fidanzata Isabella Internò, il 30 novembre del 2021, era continuata la testimonianza dei due ispettori della polizia giudiziaria di Castrovillari, Ornella Quintieri e Pasquale Pugliese. I due poliziotti hanno ripercorso i passaggi più importanti della loro attività investigativa, iniziata nel 2017 su impulso dell’allora procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla.

Il pm Luca Primicerio. subito dopo l’inizio dell’udienza, ha fatto proiettare un breve filmato. Si tratta, in particolare, di un filmato “grezzo” ovvero non montato, girato dalla Rai Calabria il giorno dopo l’omicidio. “Immagini – ha sottolineato l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini – mai viste prima che sono state acquisite dalla Procura nel 2019. Un documento di formidabile valore storico e processuale”.

In questo filmato si vede nella sua interezza la sede stradale sulla quale è stato rinvenuto il corpo di Denis Bergamini e non serve essere “scienziati” per capire che chi ha ucciso il calciatore aveva scelto con cura la “location”. La piazzola sulla quale si sarebbe fermata la Maserati con a bordo Bergamini e la Internò era piena di sassi e sterpaglie e non era certo il posto “ideale” dal quale un aspirante suicida avesse potuto gettarsi e per giunta in tuffo come sostiene la Internò sotto le ruote di un camion. Il filmato è stato acquisito dalla Corte d’Assise e farà parte delle carte processuali. Ma non solo.

Ornella Quintieri si è soffermata con molta attenzione su altri particolari importanti della piazzola. Ed è stato acquisito agli atti del processo uno schizzo planimetrico realizzato nell’immediatezza dei fatti da Piero Romeo e Padre Fedele Bisceglia, due figure storiche del tifo cosentino. Romeo – deceduto nel 2011 -, aveva il diploma di Ragioneria ed era molto bravo nel descrivere lo stato dei luoghi. Subito dopo che in città si era diffusa la notizia della morte di Denis Bergamini, Piero Romeo e Padre Fedele erano partiti alla volta di Roseto Capo Spulico e avevano consegnato ai familiari di Denis questo schizzo planimetrico molto importante per due motivi fondamentali. In primis, perché descrive minuziosamente il luogo nel quale fu ritrovato il corpo senza vita di Denis “distante circa 60 metri da uno spazio transitabile dai veicoli, mentre le sterpaglie e i rovi rendevano non transitabile il resto dell’area”. E la seconda motivazione è la diretta conseguenza della prima, perché dallo schizzo di Piero Romeo si possono notare sull’estrema destra – vicino al numero 3 tanto per intenderci – una serie di baracche o costruzioni abbandonate (che possono vedersi ancora oggi nonostante la zona sia stata interessata da lavori di riammodernamento e sia profondamente cambiata da allora), dove non è escluso che gli assassini abbiano potuto trascinare con la forza Denis per soffocarlo, ucciderlo e poi riportarlo sulla sede stradale.

Successivamente, Ornella Quintieri ha riportato alcune dichiarazioni di Isabella Internò immediatamente successive al ritrovamento del corpo di Bergamini. La Internò riferiva della volontà di Denis di lasciare il calcio, imbarcarsi da Taranto (cosa impossibile perché tutti sanno che ci si imbarca da Brindisi e non da Taranto per andare all’estero, ndr) e raggiungere l’estero. La Internò riferirà queste circostanze a Luigi Simoni, all’epoca allenatore del Cosenza Calcio e a Ranzani, direttore sportivo. Subito dopo la Internò renderà la stessa dichiarazione anche ai familiari e conoscenti. “Bergamini – secondo la versione fornita dalla giovane – al termine della discussione si sarebbe buttato sotto il camion con uno scatto repentino, compiendo un tuffo simile a quello effettuato in una piscina”.

I legali della Internò, il sempre più irascibile Angelo Pugliese e la figlia d’arte Rossana Cribari, che hanno capito subito quanto fossero state controproducenti quelle “cazzate” hanno provato a chiedere di non rendere utilizzabili quelle dichiarazioni della loro cliente ma la Corte ha rigettato la richiesta difensiva.

Ornella Quintieri ha poi ricordato l’incredibile circostanza dei vestiti di Denis non sequestrati e addirittura bruciati nell’inceneritore dell’ospedale di Cosenza dalla ditta Pellicori dopo l’ordine di servizio del brigadiere Barbuscio e del pm Abbate, le cui responsabilità per l’assurdità delle indagini successive all’omicidio sono gravissime. E la prima autopsia del professore Avato (effettuata incredibilmente dopo 50 giorni dalla morte di Denis), dalla quale era già evidente che non eravamo di fronte ad un investimento con trascinamento e alla quale tuttavia – ancora incredibilmente – non era stato dato nessun credito.

L’ispettrice ha poi passato in rassegna le fasi salienti che hanno caratterizzato la prima riapertura del caso nel 2011, a partire dalle perizie di Giorgio Bolino, Roberto Testi e dei Ris di Messina, che sarebbero state poi la base dalla quale partire per l’incidente probatorio successivo alla riesumazione del corpo di Denis, che ha stabilito con certezza scientifica che il calciatore è stato prima ucciso con asfissia meccanica violenta e poi steso sull’asfalto per essere sormontato dal camion.