Paola, le esigenze cautelari per Ferrero: “Il suo disegno è accumulare beni e risorse, non può restare libero”

Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni

PAOLA (COSENZA) – “Tali operazioni appaiono nascere da un preciso disegno criminale e da una unica regia che ha il fine ultimo di accumulare beni e risorse con poco dispendio economico. L’attività di indagine svolta ha permesso di individuare la “cabina di regia” in Massimo Ferrero, il quale ha gestito realmente il patrimonio sociale compiendo, all’interno del gruppo, complessi intrecci societari, avvalendosi altresì, sia dei propri familiari che di soggetti di fiducia, e svolgendo l’attività propria e tipica di amministratore”.

E’ quanto scrive il gip del Tribunale di Paola nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per Massimo Ferrero in relazione a reati fallimentari. ”Si può affermare che l’analisi delle vicissitudini societarie accomuna le stesse in un medesimo destino, contrassegnato dallo svuotamento deliberatamente programmato, degli assets e dal successivo fallimento. Le manovre finanziarie hanno consentito di non soddisfare i creditori con particolare riguardo all’erario che vanta nei confronti delle società una elevata esposizione creditoria – si legge nell’ordinanza – Considerazioni queste che dimostrano la pericolosità nel campo dell’esercizio illecito di attività imprenditoriale, degli indagati, i quali dimostrano di aver praticamente condotto al fallimento quattro società con una imponente esposizione debitoria pari a 19.820.937 euro e un totale di distrazioni pari a 13.189.622 euro”.

“Misura cautelare inevitabile”

Con riguardo a Massimo Ferrero, alla figlia Vanessa e al nipote Giorgio (e altri tre indagati), “i forti interessi personali sottesi alle condotte in esame, l’elevato grado di coinvolgimento nel contesto soggettivo e oggettivo di riferimento, il numero e la gravità delle condotte loro ascritte per come indicate nella provvisoria imputazione e l’inserimento delle stesse in un contesto soggettivo e oggettivo allargato, fanno ritenere che l’applicazione di una misura non custodiale sia inidonea allo scopo”. E’ quanto si legge ancora nell’ordinanza di misura cautelare del Gip in relazione all’arresto del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola (Cosenza).
“Appare infatti elevato – aggiunge il Gip – il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi”. “Secondo quanto precede – conclude il Gip sul presidente Ferrero – non può farsi affidamento sull’autolimitazione e sul rispetto da parte dello stesso (persona tra l’altro gravata da un precedente per violazione di sigilli) delle limitazioni imposte dall’Autorità”.