Stop alla querelle sui salumi di Calabria Dop: il Ministero fa chiarezza

COMUNICATO STAMPA

Stop alla querelle sui salumi di Calabria DOP. Il Ministero delle politiche agricole e forestali fa chiarezza sull’uso delle denominazioni utilizzate da un consorzio di tutela

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Il Ministero mette fine alla querelle sui salumi di Calabria DOP.

<<La tutela dei cittadini, soprattutto per ciò che riguarda alla sicurezza alimentare, è da sempre al centro delle attività del Movimento Difesa del Cittadino>> lo ha dichiarato Antonio LongoPresidente del Movimento Difesa del Cittadino, commentando la determinazione del Ministero delle politiche agricole e forestali, sull’uso di una denominazione utilizzata da un Consorzio di tutela di una DOP che poteva indurre in errore i consumatori.

La battaglia che da anni si fa per la trasparenza delle etichette, sull’origine delle materie prime e sulle garanzie dei prodotti a marchio comunitario, vedrà sempre più impegnata l’associazione, che è attiva su molti tavoli afferenti al CNCU presso il MISE. Questa volta la richiesta di chiarimento è stata posta al Ministero delle politiche agricole su sollecitazione di alcuni tecnici e cittadini Calabresi e riguardava proprio il Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP, lo stesso con diverse determinazioni ministeriali pubblicate in Gazzetta Ufficiale, a partire dal 27/01/2021 pubblicata in GU l’11 febbraio 2021 (GU Serie Generale n. 35 del 11-02-2021) ha di fatto ratificato l’atto con il quale il Consorzio di tutela dei Salumi di Calabria a DOP, veniva trasformato in Consorzio di tutela del Capocollo di Calabria DOP e della Pancetta di Calabria DOP, essendo venuti meno i requisiti previsti dal regolamento vigente sulla rappresentatività riguardo la Soppressata di Calabria DOP e la Salsiccia di Calabria DOP.

Il Consorzio, pertanto, pur ottemperando formalmente al decreto che conferisce al Consorzio l’incarico solo per le 2 DOP Capocollo di Calabria e Pancetta di Calabria e modificando anche la denominazione nello statuto in Consorzio denominato: “CONSORZIO D I TUTELA DEL CAPOCOLLO D I CALABRIA D.O.P. E DELLA PANCETTA D I CALABRIA D.O.P.” in breve “CONSORZIO DI TUTELA DEI SALUMI D I CALABRIA A DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA” o “CONSORZIO D I TUTELA DEI SALUMI DI CALABRIA A D.O.P”, di fatto non ha quasi mai nelle sue comunicazioni pubbliche utilizzato la dicitura istituzionale, così come segnalato da MDC. In sostanza, è sembrato un escamotage per far apparire pubblicamente che nulla fosse cambiato nel mondo dei salumi calabresi, mentre ovviamente non è così. Quali fossero le ragioni che hanno condotto a questa scelta da parte del management del consorzio di tutela non è dato sapere, certo è che la cosa deve aver stimolato la curiosità di più di un cittadino che si è rivolto all’associazione. La risposta del Ministero delle politiche agricole e forestali non ha tardato ad arrivare, censurando di fatto ogni utilizzo della denominazione in breve, che casualmente coincide con la vecchia denominazione che comprendeva la tutela e valorizzazione della salsiccia e della soppressata Dop di Calabria, che potesse in ogni caso indurre in errore i consumatori.

<<Sempre maggiore deve essere l’attenzione verso questi temi riprendendo magari anche la pubblicazione di un report di monitoraggio delle frodi alimentari, ma non è questo il caso, cosa realizzata nel passato insieme a Lega Ambiente e ai Nas>>, sostiene Longo.

Gli fa eco Giorgio Durante, Coordinatore di MDC Calabria, che ribadisce <<come la corretta informazione sia alla base delle politiche di un consorzio di tutela, che riconosce nei consumatori i soggetti da tutelare e garantire. Riteniamo pure che continuare a spendere il nome “CONSORZIO D I TUTELA DEI SALUMI DI CALABRIA A D.O.P” nonostante sia intervenuto Il ministero con il DM 27/01/2021 nel quale revoca al su citato Consorzio la tutela della salsiccia e della soppressata DOP di Calabria e conferisce al Consorzio l’incarico solo per le 2 DOP Capocollo di Calabria e Pancetta di Calabria, di fatto viola la mission del Consorzio stesso. Il fatto di ignorare l’intervenuta revoca continuando ad utilizzare la vecchia denominazione – prosegue Durante – in concreto manifesta una palese volontà di apparire un organismo diverso da quello che in realtà è, e al quale la legge ha delegato delle funzioni ben definite e non altre. Fatti del genere ovviamente provocano un notevole danno d’immagine delle aziende aderenti al Consorzio, facendo perdere credibilità ad un settore importante come quello dei salumi di Calabria, che meritano sicuramente ben altre fortune.