Unical, il progetto Tech4You ridurrà il gap Nord-Sud ma il rettore avvisa la politica: “Le Università da sole non bastano”

di Gianfranco De Franco

Fonte: Quotidiano del Sud

DAL primo luglio 2022 avrà inizio la fase 2 di Tech4You un progetto finanziato con i soldi del PNRR attraverso un bando presentato dall’Università della Calabria (seconda classificata in Italia dopo l’Università di Bologna) per un importo complessivo di oltre 137 milioni di euro.
Per “Qualità scientifica e obiettivi” e per il criterio “Impatto”, l’Unical si è classificata al primo posto.

Si tratta senza dubbio di un segnale che denota una presa di coscienza delle proprie capacità e di un cambio di mentalità che si è realizzato dopo nemmeno 3 anni dall’insediamento di Nicola Leone a rettore. Studenti, ricercatori, docenti sanno che ora possono primeggiare ad armi pari a livello nazionale.
Sembra indiscutibile che ad Arcavacata sia cambiato il modo di pensare.

L’obiettivo da raggiungere con le risorse a disposizione è quello di «finanziare attività di ricerca applicata, di formazione per ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dalle università, la valorizzazione dei risultati della ricerca con il loro trasferimento all’impresa, il supporto alla nascita e sviluppo di start-up e spin off da ricerca, promuovendo le attività e i servizi di incubazione e di fondi venture capital». In parole povere bisogna far nascere nuove aziende nelle quali dovranno lavorare le donne e gli uomini della Calabria e della Basilicata.
Questa volta la ricerca non sarà più fine a se stessa, ma coinvolgerà il territorio e le giovani donne e i giovani uomini calabresi.

«E’ un risultato straordinario – dice il rettore dell’Università della Caabria, Nicola Leone -. La proposta di Ecosistema dell’Innova – zione che parte dalla Calabria, regione in grave ritardo di sviluppo e cenerentola dell’economia italiana, non solo è stata finanziata, ma è stata classificata al secondo posto assoluto nella graduatoria nazionale, superando persino i grandi ecosistemi industriali del Nord. È la grande sorpresa del bando nazionale. Nessuno lo avrebbe mai detto. Conferma che in Calabria le capacità e le eccellenze non mancano e, se si fa squadra e si lavora in sinergia, si possono raggiungere grandi traguardi. Possiamo competere alla pari anche per l’acquisizione delle risorse dei bandi competitivi del PNRR. È stato molto importante riunire tutte le università statali calabro-lucane e i grandi enti di ricerca. Molto positiva, peraltro, la collaborazione con la regione Basilicata, e il contributo dei Presidenti Occhiuto e Bardi che hanno dato il loro endorsement al progetto e piena fiducia all’Unical affidandoci il ruolo di coordinamento».

Questo traguardo lo vede come un punto di arrivo o siamo ancora alla partenza?
«È un risultato importante ma non è certo il punto di arrivo, bensì un’ottima base di partenza, ci impegneremo sempre di più nel tentativo di realizzare il sogno di tante generazioni: quello della reale creazione di innovazione e sviluppo in Calabria e Basilicata per diminuire il gap con il Nord.
E’ un punto importante, col PNRR ci sono fiumi di denaro disponibili. Ma questi fondi bisogna saperli acquisire e spendere bene, con capacità di progettazione e attuazione».

L’Università è in grado di fare tutto questo?
«Purtroppo l’Università da sola non basta, è necessario migliorare le infrastrutture e innalzare significativamente il livello dei servizi pubblici per rendere il territorio realmente competitivo. L’Università ha due importanti leve di intervento: da una parte la formazione di professionisti altamente qualificati e dotati di competenze di avanguardia, dall’altra il trasferimento ad imprese ed enti del territorio, di innovazione, conoscenze e nuove tecnologie che innalzino la competitività favorendo lo sviluppo. Il PNRR è una grande opportunità per il Mezzogiorno, se la politica saprà coglierla e farà la sua parte, potenziando le infrastrutture ed elevando la qualità dei servizi pubblici, il sogno potrà diventare realtà».

I NUMERI DEL PROGETTO

Finanziamento: 1,3 miliardi di euro
Progetti finanziabili: 11 in Italia
Importo a progetto: da 90 a 120 milioni di
euro
Spesa ammessa Ecosistema Calabria-Basilicata: 137 milioni di euro
Docenti impegnati nel progetto: 850 unità
Ricercatori da assumere: 163 unità
Dottorati industriali: 113 nuovi posti

Gestione Hub: Consorzio da costituire fra le Università della Calabria, Magna Graecia, Mediterranea, della Basilicata, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Regioni Calabria e Basilicata, Parchi Nazionali del Pollino, della Sila, dell’Aspromonte, gli enti di sviluppo calabresi e lucani e quelli per il controllo ambientale, il Forum del Terzo Settore e l’Ente Nazionale del Microcredito.

Durata del progetto: 3 anni con inizio il 1 luglio 2022.
Governance: Il vertice è il Consorzio che gestisce attraverso gli “Spoke”. Gli “Spoke” sono governati da docenti di ciascuna università e sono responsabili per tutto il territorio dell’Ecosistema (Basilicata e Calabria). Le attività di ricerca sono svolte dai docenti, dai ricercatori e dai dottorandi.
Gli “Spoke” gestiscono gli affiliati pubblici e quelli privati che sono enti o aziende che aderiscono attraverso dei bandi emanati dagli “Spoke”. Gli affiliati privati debbono partecipare agli investimenti nella misura minima del 50%.

Trasferimento sul territorio: formazione per ridurre il disallineamento tra le competenze d’avanguardia attualmente richieste dal mercato e quelle presenti nel tessuto imprenditoriale del territorio; valorizzazione dei risultati della ricerca con il loro trasferimento all’impresa; supporto alla nascita e sviluppo di start-up e spin off da ricerca, promuovendo le attività e i servizi di incubazione e di fondi venture capital.