2 dicembre, grande corteo No Ponte: “Siamo ancora in tempo per fermare la speculazione”

2 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯 – 𝗖𝗢𝗥𝗧𝗘𝗢 𝗡𝗢 𝗣𝗢𝗡𝗧𝗘🌊
Piazza Cairoli, ore 15:30

Come era facilmente immaginabile, nella Legge di Bilancio verrà prevista una somma per l’avvio dei cantieri del ponte sullo Stretto. 𝐍𝐨𝐧, 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚, 𝐦𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐭𝐞𝐫 𝐝𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐝𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐚𝐥𝐢. 𝐒𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐠𝐢à 𝐯𝐢𝐬𝐬𝐮𝐭𝐨 𝐚𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐧𝐧𝐢𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨. Non si possono che leggere così gli annunci degli ultimi giorni ed è con questi che bisognerà fare i conti, mentre, come in un ribaltamento del razionale ordine del discorso, ai No ponte è stato chiesto di dimostrare che la grande opera non possa essere realizzata per ragioni di carattere tecnico, per la mancanza di una completa dotazione finanziaria, per l’assenza del progetto esecutivo. Una pretesa singolare per chi ritiene di volere realizzare un manufatto di cui non ci sono pari nel mondo, che cambierebbe radicalmente il paesaggio dello Stretto, che condizionerebbe la vita di centinaia di migliaia di persone per decine d’anni, senza la certezza che si giungerà al compimento dell’opera, che prosciugherebbe le risorse a disposizione per un territorio con un lungo elenco di bisogni inevasi.

A noi, però, basta già questo, ci è sufficiente la minaccia dell’avvio di cantieri che, seppur nella loro limitatezza, ci sembra assumano il carattere dell’inizio della devastazione del territorio dello Stretto. 𝐀 𝐧𝐨𝐢 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐫𝐜𝐢 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐚𝐫𝐞𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨, 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐒𝐮𝐝 𝐢𝐧 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞, 𝐬𝐢𝐚 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐮𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐨𝐥𝐨, 𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭à 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢, 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐥𝐭𝐨.
Per noi il ponte non è mai stato un modellino calato sullo Stretto di Messina. Non lo è mai stato poiché ci è sempre apparsa chiara la portata enorme dell’impatto sulle due sponde (a partire da tutte le opere di connessione all’infrastruttura) e il suo carattere esemplificativo di un modello che si riferisce al sistema delle grandi opere, dei grandi eventi, della gestione emergenziale delle calamità naturali, dei processi di militarizzazione dei territori. Un sistema, insomma, attraverso il quale a guadagnarci sono solo poche grandi imprese e a rimetterci sono territori e servizi di prossimità alle popolazioni (scuola, sanità, cura del territorio).

𝐄𝐝 è 𝐜𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐬𝐩𝐢𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Il 2 dicembre il popolo No ponte sarà nuovamente in piazza a Messina per chiedere che venga interrotto l’iter avviato dal Governo Meloni e si utilizzino le risorse destinate alla grande opera per ciò che davvero serve agli abitanti, in primo luogo la messa in sicurezza del territorio, già fortemente compromessa e oggi ancora di più minacciata dagli innumerevoli incendi che hanno costellato la nostra estate.
Negli ultimi giorni il dibattito intorno alla costruzione del ponte è stato interessato da polemiche relative al comportamento ondivago di alcune forze politiche. 𝐄𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐧𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐢 𝐞 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐒ì 𝐚𝐥 𝐍𝐨 𝐞 𝐯𝐢𝐜𝐞𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚, 𝐦𝐚, 𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐢 𝐡𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢. Sappiamo bene quanto questo genere di considerazioni siano condizionate da contingenze elettorali. Per questa ragione la nostra attenzione è stata sempre rivolta a ciò che pensano gli abitanti poiché è nostra convinzione che il destino di questo conflitto sia in mano a chi i territori li abita.
𝐏𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐭𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝟐 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞. 𝐒𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐚𝐯𝐯𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐢. 𝐀𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚, 𝐫𝐢𝐞𝐦𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐞 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐞 𝐞 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢𝐞𝐫𝐞

𝐍𝐨 𝐩𝐨𝐧𝐭𝐞!