5G a Casali del Manco, due pesi e due misure

5G a Casali del Manco, due pesi e due misure

Si è tenuto ieri un incontro pubblico a Casali del Manco per discutere dell’installazione di un’antenna 5G sul territorio comunale.
Durante l’incontro, esperti e attivisti hanno illustrato i potenziali rischi per la salute legati a questa tecnologia, presentando dati e studi che hanno alimentato un vivace dibattito tra i presenti.
I cittadini, da parte loro, hanno chiesto trasparenza, cautela e pari trattamento per tutte le frazioni del Comune.

Particolarmente accesa è stata la protesta dei residenti di Trenta, che hanno denunciato l’assenza di una posizione chiara da parte dell’amministrazione.
Il mancato diniego ufficiale all’installazione dell’antenna ha generato malcontento, sospetti e un crescente senso di abbandono.
La domanda che molti si sono posti è semplice: perché a Serra Pedace si è intervenuti tempestivamente, mentre Trenta resta nell’incertezza?

Nel corso dell’incontro, è emersa con forza l’esigenza di trattare tutte le frazioni in modo equo, senza favoritismi o decisioni che sembrano dettate da logiche opache. La tutela della salute pubblica e del territorio deve rappresentare una priorità, non una scelta discrezionale.

Un altro elemento che ha sollevato perplessità riguarda il piano antenne redatto da un tecnico esterno, compensato con 18.000 euro di fondi pubblici che, a detta dell’assessore all’ambiente detto “Totonno a ‘mmasciata”, è un prezzo amicizia perché lui “ha tirato al prezzo”!
Un documento questo che però è destinato a rimanere in deroga fino al 2026, quindi di fatto, si tratta di una spesa significativa per un piano che, al momento, non ha alcuna efficacia operativa.
È lecito domandarsi a cosa sia servita questa consulenza, visto e considerato che non può produrre effetti concreti per altri due anni.
Del tutto fuori luogo, poi, è apparsa la presenza del Dott.Laghi che, prima di sedersi a tavoli come quello di ieri, avrebbe dovuto confrontarsi e dialogare con le forze presenti sul territorio, per meglio comprendere la realtà locale.

Di fatti, se è vero che Laghi ha affermato a chiare lettere che gli effetti della presenza di queste antenne-quindi le radiazioni da esse prodotte-sono dannosi, è altrettanto vero che, tali chiarimenti, li ha forniti sia a cittadini attenti e consapevoli che, ad amministratori superficiali che, a causa delle loro continue “sviste” quelle antenne le avrebbe fatte installare tranquillamente se non fosse stato, appunto, per la decisa e ferma opposizione dei cittadini.

Tanto superficiali quanto incauti da concedere l’autorizzazione ad installare quelle antenne in una zona R4 cioè ad elevato rischio frane, sempre nell’ottica delle loro “sviste”!
La gestione della vicenda appare frammentaria, improvvisata e, come sempre, priva di un indirizzo politico chiaro.
Il Comune è rimasto inizialmente in silenzio, salvo poi accelerare improvvisamente solo dopo l’intensificarsi delle proteste.
Inizialmente si è parlato di una semplice sospensione dei lavori, seguita da una richiesta formale di diniego.
Una scelta tardiva e poco convincente, che ha rafforzato la percezione di una risposta guidata più dalla pressione popolare che da una reale volontà di tutela.

La questione centrale resta irrisolta: perché due pesi e due misure? Perché dinieghi tempestivi in alcune frazioni e tentennamenti in altre? Non si può accettare che esistano cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B” all’interno dello stesso Comune.
Sorge il dubbio che, siccome Serra Pedace è il paesello in cui risiede il sindaco di fatto Ferruccio Celestino si sia preferito evitare di installare in quella località le antenne, a danno di altre zone meno di élite.
I residenti di Trenta non si accontentano più di dichiarazioni generiche o promesse vaghe. Chiedono atti concreti, trasparenza e una gestione equa del territorio. La salute pubblica e la dignità delle comunità non possono dipendere dall’intensità delle proteste o dalla visibilità mediatica: devono essere garantite a tutti, sempre.