Madame Fifì contro Gratteri: l’inchiesta contro Oliverio è stata commissionata

Che lo stesso Procuratore Generale (in Cassazione rappresenta l’accusa) abbia chiesto e ottenuto l’annullamento della misura “cautelare” nei confronti di Mario Oliverio, definendola “assurda”, la dice lunga sulla serietà e la professionalità di Gratteri nel condurre delicate inchieste che toccano i politici. Noi lo abbiamo sempre scritto: accusare Oliverio di essere contiguo alla paranza guidata da Barbieri, Muto, Morabito, quando tutti sanno che a portare Barbieri in Calabria è stato Occhiuto e che la madre di tutti i reati nasce a Cosenza nei lavori di rifacimento di piazza Fera/Bilotti, è stato il peggior errore che Gratteri poteva commettere. Se di errore si tratta. Perché c’è chi, come Madame Fifì, non la pensa così.

Enza Bruno Bossio non pensa ad un “errore” ma ad una ferma volontà della Dda e di Gratteri di azzoppare il “nemico” principale di Occhiuto alle prossime elezioni regionali: Palla Palla. E lo dice con un post sottolineando che il “provvedimento immotivato contro Oliverio, aveva solo lo scopo di allontanare il presidente dalle sue prerogative istituzionali” , un’espressione che non lascia spazi a dubbi interpretativi: l’operazione contro Oliverio, per buona parte del PD, è di natura politica, commissionata dagli amici degli amici a Gratteri che come vi abbiamo sempre raccontato non è immune ad accordi sottobanco. E in questo suo post Madame Fifì lo dice chiaro:

Gratteri si è prestato, e non è la prima volta, a piegare la Giustizia al volere di qualche pezzotto politico in cambio di “coperture” nella oramai nota guerra tra magistrati, e prova ne è la sentenza della Cassazione che definisce l’azione di Gratteri, nei confronti di Oliverio, una “buffonata”. Noi avevamo anche suggerito a Gratteri che quello di “Barbieri” non era “l’argomento” giusto da contestare ad Oliverio e che se davvero avesse voluto procedere contro di lui di reati concreti da contestargli ce ne sono a iosa: Sibari/Sila, Calabria Verde, Gestione fondi europei, finanziamenti agli amici degli amici, e cose così. Ma evidentemente Gratteri aveva l’ordine di bruciare l’inchiesta su Barbieri proprio per continuare a proteggere Occhiuto.

Noi non abbiamo mai creduto al mito di Gratteri, e lo abbiamo sempre scritto, perché era chiaro sin dal primo momento che la sua azione, più che liberare la Calabria, aveva ed ha lo scopo di salvaguardare corrotti e masso/mafiosi. E l’aver tirato dentro Oliverio in un reato che francamente non gli appartiene dimostra tutta la sua malafede.

Con la sentenza di oggi crolla definitivamente la leggenda del magistrato tutto onestà e lavoro: in tre anni, e nonostante 15 pentiti molti dei quali di elevato spessore criminale, non è riuscito, a Cosenza, ad arrestare neanche uno spacciatore. Perché l’ordine della paranza è perentorio: Cosenza non si tocca, e così Gratteri ha fatto. E questo lo hanno capito tutti i calabresi.

Caro Gratteri, continua a scrivere libri e a fare convegni che di fare il magistrato alla Falcone e Borsellino, unnè cosa du tua. Sei, come abbiamo più volte scritto, tutto chiacchiere e distintivo.