Gentilissimo dr. Carchidi,
La lettera di sfogo e di protesta che avete pubblicato evidenzia (SANITA’: U CANI MUZZICA SEMPRI ARU STRAZZATU) una situazione drammatica per i cittadini, soprattutto per gli esenti, ma anche per tutti coloro che, pur non esenti, avrebbero diritto ad una riduzione dei costi sulle prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno.
Ai fini di una corretta informazione ai cittadini, è importante però spiegare perché i laboratori di analisi stanno erogando esami in forma ridotta. Purtroppo questa condizione non è dovuta ad una protesta o ad uno sciopero delle aziende o dei lavoratori, ma deriva semplicemente dal rispetto del contratto 2019, firmato dalle strutture a febbraio: la Struttura Commissariale ha acquistato un numero di esami di laboratorio drasticamente insufficiente rispetto ai fabbisogni dei calabresi e i Laboratori devono pertanto attenersi a quanto previsto dal contratto ed erogare esclusivamente il numero di esami acquistato dal Sistema Sanitario Regionale. Il contratto prevede inoltre, tassativamente, che gli esami acquistati debbano essere erogati in maniera uniforme durante l’anno. Facciamo un esempio: se vengono acquistati 365 esami dal Laboratorio X, il laboratorio ne potrà fare mediamente 1 al giorno.
Quindi, poiché gli esami a cui i cittadini hanno diritto (secondo il fabbisogno stabilito dalla stessa Regione con DCA 32/2017) sono nettamente superiori agli esami che il Sistema Sanitario Regionale ha invece acquistato nel 2019, i Laboratori sono costretti a rifiutare giornalmente un gran numero di pazienti.
Sono anni che stiamo combattendo per il giusto riconoscimento dei livelli minimi di assistenza dei cittadini calabresi. Reputo che il presente giornale abbia seguito attentamente le vicende degli ultimi due anni, caratterizzate da ripetuti ricorsi al TAR, manifestazioni pubbliche, cortei, articoli sui giornali, interviste televisive, esposti alle procure, richieste di aiuto ai Ministeri, al Tavolo Adduce e ai politici calabresi. Purtroppo tutte queste battaglie sono rimaste inascoltate e i laboratori privati accreditati sembrano sempre essere visti come strutture interessate solo al guadagno e in contrapposizione con il servizio pubblico. Si tratta di una evidente distorsione della realtà, poiché il servizio reso dalle strutture accreditate è parte integrante del Sistema Sanitario Regionale pubblico e la sua sistematica distruzione porta agli effetti che si stanno ora manifestando con grande drammaticità sul territorio e che si estrinsecano nella negazione del diritto alla salute dei Calabresi. La cosa è ancora più grave quando si tratta di cittadini esenti, i primi ad essere colpiti, in aperta violazione dell’art. 32 della Costituzione. Questi cittadini, per come riportato da diversi studi del settore, rinunciano a fruire delle prestazioni, mettendo gravemente a rischio la propria salute, come correttamente prefigurato dalla lettera “u cani muzzica sempri aru strazzatu”.
I cittadini fanno quindi benissimo a protestare. Li invitiamo anzi a far sentire di più la propria voce, sia presso le Aziende Sanitarie sia presso la Struttura Commissariale, con la speranza che finalmente qualcuno possa rendersi conto che queste scelte hanno conseguenze dirette e catastrofiche non solo sulle imprese e sui lavoratori, ma su tutti noi cittadini.
Cordiali saluti,
Alessia Bauleo
Vice Presidente Nazionale FederLab Italia