La piana di Sibari e tutto lo Jonio oggi piangono Antonio Schiavelli, coriglianese doc, stroncato da una malattia incurabile a soli 58 anni. Impossibile non conoscere Schiavelli per chi fa il giornalista o si occupa in qualche modo di agricoltura. Gli piaceva definirsi cooperatore e agrumicoltore e la terra era la sua vita. Era consigliere di amministrazione di CampoVerde SpA, amministratore delegato del Consorzio Sibarit, presidente di Unaproa (Unione nazionale tra le organizzazioni di produttori ortofrutticoli) ma anche proponente di leggi di iniziativa popolare e ispiratore del Distretto Agroalimentare di Sibari. Di recente aveva dato alle stampe, insieme a Flaminia Ventura e Pierluigi Milone, il libro “Direct food – Agricoltori e consumatori alla riconquista del mercato” edito dal suo grande amico Carmine Donzelli.
La sua casa di Corigliano è stata punto di riferimento non solo per i coriglianesi ma anche per centinaia di cosentini, che hanno sempre apprezzato il suo lavoro certosino e anche il suo impegno politico, sempre rigorosamente a sinistra. Le sue produzioni hanno costantemente fatto centro ed hanno portato la Calabria in giro per il mondo. Ma Schiavelli sarà ricordato soprattutto per la sua essenza di vero gentiluomo, il suo savoir faire, la sua pacatezza, la sua eleganza, sia nei modi che nell’esprimersi e il suo sorriso sincero, che lo accompagnavano in ogni sua manifestazione.
Con Antonio Schiavelli se ne va un pezzo di agricoltura lungimirante e di imprenditoria innovativa calabrese. Un’intelligenza vera. Era stato sposato, negli anni Novanta, con Eva Catizone, dalla quale si era poi separato nel 2004.
Domani sarà allestita la camera ardente in Coldiretti a Roma, a Palazzo Rospigliosi, dalle 12 alle 14.30. Poi Antonio tornerà verso la sua Corigliano. Sabato 27 aprile alle ore 16 i funerali nella chiesa di Sant’Antonio, a Corigliano paese, dove era cresciuto.