Calabria corrotta, Capu i Liuni boss indiscusso della malapolitica

A descrivere le condizioni in cui versa la politica calabrese, e non solo, è il Gip di Catanzaro nelle sue deduzioni in merito all’ordinanza “Passepartout”. Certo, per noi che bene conosciamo la melma politica che da decenni galleggia nella pubblica amministrazione, nelle parole scritte dal Gip non c’è niente di nuovo, se non conferme a quello che da anni scriviamo. Per meglio descrivere la grave situazione politica in Calabria il Gip parte da una figura cardine dell’intrallazzo politico/massonico/mafioso: Nicola Adamo, altrimenti detto Capu i Liuni, consorte della nota Madame Fifì, al secolo Enza Bruno Bossio, ladra, megera, e affamatrice delle povera gente: una delle maggiori responsabili del sottosviluppo della nostra regione.

Dice il Gip di Capu i Liuni: “pur non ricoprendo al momento nessun incarico politico o istituzionale, Nicola Adamo è il principale, e in alcuni casi l’esclusivo punto di riferimento per molti politici e funzionari, anche in virtù del suo passato politico, al punto che in alcuni passaggi della vita istituzionale la sua ingombrante figura finisce col condizionare l’azione politica del governatore del quale è consigliere di fatto e suggeritore delle strategie da adottare. E’ chiaro che Adamo sfrutti il suo potere per ottenere nomine di fiducia per gli uomini del suo schieramento o, in alcuni casi, anche vantaggi di natura personale, come è avvenuto nel caso dei condizionamenti esercitati nei confronti del dirigente dell’Avvocatura regionale, Eugenia Montilla, per accelerare l’istruttoria relativa alla liquidazione di un rimborso in suo favore”. Tutto ciò, dice ancora il Gip: “evidenzia il tipico meccanismo clientelare diffusissimo nel nostro sistema politico, indicativo di un modo degenerato di intendere la gestione della cosa pubblica”.

In sostanza: Nicola Adamo non è un deputato della Repubblica, non è un consigliere regionale né ricopre un ruolo istituzionale eppure sembra che non ci sia appalto in cui lui non metta bocca o tornata elettorale nella quale non “piazzi” qualche sua pedina o non metta a segno qualche accordo. Questa è l’ennesima conferma, qualora per alcuni ce ne fosse ancora bisogno, dell’esistenza di una cupola politica che opera al di sopra della democrazia e che ha rapporti con il mondo dell’economia, legale e illegale, gestendo la cosa pubblica come una cosa privata.

È questa la specialità di Nicola Adamo: truffare lo stato ogniqualvolta si presenta una occasione propizia, e per fare questo non si è mai fatto scrupolo di rubare ai poveri per dare ai ricchi, ai mafiosi, parenti e amici. 40 anni di politica tutti passati ad accumulare denaro in maniera fraudolenta. Implicato in tante inchieste è sempre riuscito a farla franca grazie agli agganci politici e a certi magistrati. Non c’è appalto pubblico senza la sua stecca. Insieme alla moglie rappresentano il peggio della politica calabrese, capaci di creare una rete clientelare, utilizzando il denaro pubblico, che mobilitano ad ogni tornata elettorale. Due ricattatori che speculano sulla povertà delle persone, senza vergogna né ritegno. Un vero e proprio boss malavitoso che si è sempre circondato di malandrini per eliminare nemici e avversari politici.

Non c’è bisogno di aggiungere altro sulla figura di Capu i Liuni che a Cosenza e in Calabria conoscono tutti bene, ora spetta alla gente togliere definitivamente la fiducia a questo infame personaggio che per un appartamento a Londra, uno a New York, la casa in città, la villa al mare e in montagna, qualche barca, diversi conti cifrati all’estero, non ha esitato a vendersi il futuro della nostra bella terra. Ci raccomandiamo, votate di nuovo Pd o i prestanome di Capu i Liuni e Madame Fifì. Che poi sono gli stessi di Occhiuto e di Forza Italia, si capisce.