Calabria corrotta, porto di Diamante: Zinno e Veltri sempre più inguaiati (di Francesco Cirillo)

Veltri e Zinno sempre più inguaiati

Lontani dal porto di Diamante ma sempre presenti le loro ombre

di Francesco Cirillo

I loro nomi campeggiano ancora sul cartello, posto sul fantasma del porto, dell’inizio lavori del fantasma del porto a Diamante, divenuto più “landa desolata” dell’aviosuperficie di Scalea. Le elezioni sono imminenti a Diamante e la campagna elettorale infervora gli animi dei diamantesi divisi su due nomi candidati a sindaco, quello di Marcello Pascale e quello di Ernesto Caselli. Marcello Pascale, rappresenta la continuità con la precedente amministrazione di Sollazzo, con una lista però completamente rinnovata, fatta soprattutto di giovani alle prime esperienze politiche, e si è espresso immediatamente su cosa farà del porto appena diventerà sindaco. Rescissione del contratto, richiesta di risarcimento danni per cento milioni di euro alla Regione, porto pubblico. Parole chiare, scritte nel programma e ripetute nelle varie interviste televisive.

Nell’altra lista invece, si glissa sulla questione porto. Su di loro, pende l’ombra del concessionario Santoro, che si è già schierato con Ernesto Caselli, fu lui a dargli l’avvio assieme all’allora assessore ai lavori pubblici della Regione Nicola Adamo, ora in compagnia nelle indagini con Arturo Veltri e Luigi Zinno. Con Caselli, le due ombre che lo accompagnano nella campagna elettorale, il senatore Magorno e l’imprenditore arch. Savarese. Dall’esito di queste elezioni dipenderà il destino del porto e dello stesso Santoro. Il concessionario che adesso cerca una sua rivincita e che se si insedierà Caselli, potrà finalmente assistere, seduto in prima fila, all’annullamento delle ultime delibere approvate dalla maggioranza di Sollazzo, appoggiate dalle opposizioni di Savarese e Pino Pascale ed in parte dell’altra opposizione di Cauteruccio e Amoroso, ora però tutte alleate nella sua lista, e che di conseguenza dovranno votare per l’annullamento.

Luigi Zinno

Sarà una bella soddisfazione per Santoro, che per far ripartire però di nuovo l’operazione portuale, avrà bisogno di nuovi appoggi alla Regione senza Zinno, suo grande protettore, di nuovi finanziamenti e soprattutto di nuovi appoggi giudiziari, causa la mole di denunce, fatte dallo stesso Savarese ora suo alleato e dal “Movimento popolare”,  rimasto fuori da ogni compagine elettoralistica. Per gli ingegneri Veltri e Zinno, sarà difficile ritornare negli uffici regionali, ma se la magistratura mettesse mano alle denunce fatte sul porto di Diamante, ne verrebbero fuori belle storie, specie partendo dalle dichiarazioni fatte all’ex pm della DDA, Pier Paolo Bruni ora Procuratore a Paola, da un pentito della cosca Grande Aracri, coinvolto nel processo “Aemilia”.

La notizia venne riportata dal “Quotidiano del Sud” del 1 giugno del 2017. Il giornalista Antonio Anastasi, scrisse a proposito di dichiarazioni spontanee fatte dal pentito Giovanni Battista Lombardo di San Giovanni in Fiore che riguardavano proprio il porto di Diamante. “Lombardo annunciava – è scritto nell’articolo- che si sarebbe presentato per consegnare una memoria ma l’incontro con gli inquirenti  slittò e l’uomo non consegnò il documento. Inoltre, temendo per la propria incolumità non aveva esposto i particolari pur dichiarandosi in possesso dei suddetti documenti.

Qualcosa però disse a proposito dell’acquisizione di un fondo immobiliare a Roma, gestita dal punto di vista immobiliare dal dentista Pasquale Mauro, e riguardo a un’operazione per la rilevazione del 50% della società proprietaria del porto di Diamante . Infatti, fornì ai carabinieri un preliminare di cessione stipulato nel febbraio del 2011 dalla Omnia Domus srl con sede a Roma nell’appartamento in cui Mauro ha uno studio dentistico e amministrata per metà dallo steso Lombardo.

I fondi sarebbero stati  messi a disposizione  con l’intervento di un funzionario del Monte dei Paschi di Siena. Un’operazione di cinque milioni di euro anche se il capitale sociale della Omnia era di soli 10 mila euro“.

Nella commissione d’inchiesta sul porto, istituita dall’ex sindaco Gaetano Sollazzo, il Presidente e consigliere di Diamante Futura, Giuseppe Savarese, ora in appoggio alla lista Caselli, fece una visura catastale della società di Santoro, la Diamante Blu srl, che rese pubblica dopo averla votata in consiglio comunale a maggioranza,  e inviata per conoscenza alla Procura di Paola.

Arturo Veltri

Ebbene in questa visura si legge bene a pag. 13, nella parte riguardante i debiti della società che la MPS come creditore ha concesso un mutuo ipotecario con scadenza il 31.12.2022, con un’ipoteca del manufatto costruendo porto con garanzia personale del socio Santoro Graziano e Invitalia, dell’ammontare di 5 milioni di euro per un totale da restituire di 6.302,123 euro. Ora, se due più due fa ancora quattro, vuol dire che le parole del pentito avevano una certa concretezza e sarebbe stato giusto da parte della Procura di Paola, intervenire sulla vicenda, così come si è intervenuti sull’ aviosuperficie di Scalea, che ha gli stessi ingegneri, Veltri e Tucci, e lo stesso referente al Rup della Regione Calabria, Zinno. Ci vuole tanto a capire che c’è una lunga mano che impedisce che la vicenda porto a Diamante si possa concludere, restituendo alla cittadinanza ciò che le è stato tolto per imperizia e calcoli economici errati, pensando forse che gli elettori siano pecore e non capiscano di chi siano le responsabilità del disastro portuale ?