Al
Signor Sindaco di
C o s e n z a
Le scrivo perché sappia delle Sue responsabilità, che considero causa della sventura che sta per abbattersi sulla mia famiglia: il Suo diniego, sempre espresso nei fatti, dei miei diritti.
Evito di, a fondo, esporre la situazione, onde evitare che qualche sciagurato sciacallo possa incidere ancor più negativamente sulla sventura in atto. Comunque essendo Lei persona acuta, capirà quello che sta per succedere.
Ciò si riverserà su mia moglie ed i miei figli. E Lei ben sa che con il Suo omissivo comportamento tutto ciò è stato concepito dall’Amministrazione che Lei guida (riferita ai suoi sciocchi referenti a partire dall’anno 2012, ed espressamente nelle persone della Sig.ra Tucci, dell’Ing. Pecoraro e del Sig. Potestio, da me mai conosciuto) perché mi hanno sempre negato l’autorizzazione ad un mio diritto su un terreno di mia proprietà, che avrebbe evitato la sciagura in atti.
Il dirigente del settore Pianificazione del Territorio, sig.ra Tucci, il 18 febbraio 2013 rispondeva a me medesimo che il Comune di Cosenza non disponeva del P.S.C., e pertanto “la possibilità di sfruttare procedure perequative al momento era inibita”.
Oggi, ed anche nel 2012, al Comune di Cosenza è in vigore il P.S.C. Nessuno mai chiese la procedura perequativa.
Da alcuni giorni, dalla stampa locale, ho appreso che il Comune ha messo in vendita un terreno di sua proprietà, accedendo alla normativa del P.S.C., avente la stessa destinazione e lo stesso indice di fabbricabilità dei terreni di mia proprietà.
Il 29 giugno del 2017 il Consiglio Comunale ha adottato il P.S.C. ed ho immediatamente presentato la medesima istanza per il rilascio dell’autorizzazione per il trasferimento volumetrico dei suoli di cui ho la proprietà.
La risposta della sua amministrazione è stata ancora una volta negativa, impedendomi di esercitare il mio sacrosanto diritto; la Sua Amministrazione, con tale diniego, ha posto un ostacolo insormontabile alle difficoltà mie e della mia famiglia.
Così siamo giunti alla vigilia dello sciagurato giorno, che Lei avrebbe potuto evitare, solo se avesse avuto quella umanità, che speravo albergasse in Lei.
Da questa mia non mi aspetto risposte concrete, conoscendo, ripeto, la Sua nulla umanità e sensibilità dei confronti della maggior parte dei cittadini, di cui io faccio parte.
Ripeto: la responsabilità per quello che accadrà è solo Sua e non potrò mai dimenticare, che non ha inteso intervenire con una semplice autorizzazione amministrativa, che avrebbe evitato tutte le conseguenze negative da allora insorte.
Se qualcuno si sente offeso per quanto sopra detto, me ne assumo in pieno la responsabilità, anzi le preannunzio che a breve invierò, tramite l’insostituibile IACCHITE’ (magari ce ne fossero degli altri!), e passerò alla fase giudiziaria che andrò ad attivare contro codesto Ente, da Lei rappresentato.
Mi rivolgo ad avvocati che mi rappresentavano e che per fini personali hanno svenduto il mio giudizio, mi rivolgo a giudici che hanno redatto sentenze con documenti che non mi appartenevano (per questa chiederò a breve alla Corte d’Appello di Catanzaro la revisione di tale processo).
Inoltre bisognerà capire in modo definitivo del giudizio espresso dalla Società “La Cost” per esercitare l’usucapione su una mia piccola proprietà che ha la sventura di essere limitrofa alla proprietà dei Sigg. Dodaro.
Chiederò, a gran voce, alla giudice Gioia, che da tre anni si rifiuta, di assegnarmi una somma pignorata dopo l’emissione di una sentenza favorevole della Corte d’Appello di Catanzaro.
Sono andato a rappresentare tutto ciò al Presidente del Tribunale di Cosenza, dott.ssa Mingrone, la quale con vane promesse ad oggi non ha dato concrete risposte soluzioni sul problema espresso.
Sindaco, è mai possibile che l’ufficio Legale del Suo Comune è frequentato quasi giornalmente da avvocati in pensione? Ed a quali scopi?
E’ mai possibile che il signor Pecoraro (oltretutto inquisito) frequenti ancora le stanze del Comune?
Pietro Magliari