Coronavirus, 30° giorno. Borrelli: “Il numero alto di positivi è dovuto alla circolazione del virus prima della stretta”

Ventuno febbraio, ventuno marzo: un mese di emergenza, 47mila contagiati e oltre 4mila morti, anche se manca ancora il dato di oggi. I dati forniti ieri dalla Protezione Civile nella consueta conferenza stampa segnano un altro record: quello dei decessi in 24 ore, ben 627, cifra che fa salire il numero complessivo delle vittime a 4.032. Giovedì l’aumento era stato di 427. Salgono di tanto anche i contagiati: sono complessivamente 37.860 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a mercoledì di 4.670 e con il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – che ha raggiunto i 47.021.

Per quanto riguarda le persone ricoverate in terapia intensiva sono 2.655, 157 in più rispetto a giovedì. Di questi 1.050 sono in Lombardia. Dei 37.860 malati complessivi, 16.020 sono poi ricoverati con sintomi e 19.185 sono quelli in isolamento domiciliare. I guariti, invece, nel nostro Paese sono 5.129, 689 in più di giovedì, quando l’aumento era stato di 415 unità. “Non sapremo mai quando sarà il picco, dicono gli esperti – ha ammesso Angelo Borrelli –. Si parlava ragionevolmente della settimana prossima o successiva, ma non c’è un dato scientifico. Ci sono tendenze o valutazioni. Le misure finora hanno dato risultati – ha aggiunto il capo dipartimento della Protezione Civile –. Il numero di persone positive è frutto della circolazione del virus precedente alla stretta e ci auguriamo che le misure attuali e quelle che saranno prese ci permetteranno di fermare l’epidemia”.