Lettere a Iacchite’: “Il sindaco di Grimaldi non dice la verità sul numero dei contagiati”

Caro Direttore, sono una ragazza di Grimaldi che per lavoro vivo fuori e lontano dai miei parenti. Scrivo a lei per la fiducia che Iacchitè si è conquistata in questi anni, specie tra i calabresi che vivono lontano, proprio per il fatto di dire sempre le cose come stanno realmente, senza avere riverenza o portare ossequio per nessuno.

Purtroppo, anche nel mio piccolo paese è stato riscontrato un caso di infezione di Covid-19 ma la stampa non lo riporta mai per il semplice fatto che si tratta di un carabiniere in servizio a Rogliano anche se coniugato e stabilmente residente a Grimaldi. Al di là della gravità della vicenda del Comune più importante del Savuto, su cui ho letto la toccante lettera-denuncia della moglie di un carabiniere da voi pubblicata ma su cui, a mio avviso, bisognerebbe indagare a fondo per capire bene le cause e la veloce diffusione dell’infezione. A me interessa, ora, segnalare la totale mancanza di chiarezza su quanto avviene nel mio comune, cosa che preoccupa maggiormente chi vive lontano come me e che fino ad alcuni anni fa era subito informato da un sito e da un giornalino fatto dal Comune.

Il sindaco ha dichiarato più volte che vi è un solo caso accertato di infezione e che solo lui da le informazioni attendibili sui canali ufficiali del Comune, ripetendo che non sono vere le notizie, pure apparse sulla stampa in queste ore, di un secondo caso. Per quello che sanno tutti e per come mi dicono i miei parenti che abitano in paese, la persona contagiata vive con la moglie, che attualmente pare sia in isolamento domiciliare ed in attesa di tampone, così come si dice sia in attesa di tampone un giovane concittadino che sarebbe stato posto dalle autorità sanitarie in regime di quarantena domiciliare, poiché entrato in contatto con il militare. Per giunta, le segnalo che su alcuni organi di stampa pare che le soffiate arrivino in anticipo: il primo caso, preannunciato il 25 marzo e prontamente smentito dal sindaco, è stato poi confermato solo tre giorni dopo; visto che ora circola la notizia di un secondo caso, prontamente smentita dal Comune, se dovessimo averne conferma mi chiedo che credibilità ci guadagnerebbero gli amministratori? Non sarebbe più logico, comunque, comunicare con la massima trasparenza e subito le notizie, preoccupandosi di dire ai cittadini tutti i casi di persone infettate, in attesa di tampone e in isolamento domiciliare?

Questi dubbi che in paese hanno molti sono dovuti, soprattutto, alla legittima preoccupazione di evitare nuovi contagi e di fermare, anche a Grimaldi, questa pericolosa pandemia, individuando subito le persone venute a contatto con i positivi. E non certo con lo scopo di additare o discriminare, o peggio ancora mettere alla berlina, chi, suo malgrado, è stato infettato dal virus. Men che meno, e ci tengo a dirlo, il mio non vuole essere un appello alla delazione, ma una malattia infettiva come questa che si propaga con una velocità impressionante, come ci dicono le istituzioni da tempo, si combatte, in questo momento, solo evitando il contagio. E se non si isolano i contagiati, come altrimenti fare? Se non si ricostruiscono gli spostamenti e i contatti dei positivi, il che necessità per forza di cose conoscerne l’identità, come si può pensare di arginare un eventuale focolaio? Ecco perchè ci vuole chiarezza e coraggio.  Per il bene di tutti, principalmente per chi magari è infetto e ancora non lo sa. Se non si vuole procedere così, il sindaco, invece di nascondere  la verità, come se essere ammalati fosse una vergogna per il paese, si adoperi a procurare migliaia di tamponi, e sottoponga tutta la popolazione al test. Solo così sapremo chi deve curarsi e chi no. Altrimenti dica la verità ai cittadini.

Se chi è preposto a dirci come stanno realmente le cose, continua invece a nasconderle, sarà difficile uscire da questa grave e drammatica situazione. Auguriamoci che chi è stato attaccato dal virus guarisca presto.

Grazie per la disponibilità.

Lettera firmata