Continuano le rapine di Mario Occhiuto. L’uomo dei mille intrallazzi, non si ferma neanche di fronte all’emergenza virus, anzi, l’occasione che la pandemia dà di mascherarsi il viso, è manna dal cielo per chi di mestiere è obbligato, nella sua azione lavorativa, a travisarsi il viso per non essere riconosciuto. Girare travisati oggi è un obbligo, il che equivale, per chi come Mario è costretto a mettersi una maschera, ad una sorta di benedizione divina. Ora può, senza essere fermato dalla polizia, girare mascherato (fornito di mascherina), dire e fare quello che gli pare senza il pericolo che qualcuno lo riconosca. Se non è culo questo, ditemi voi cosa è?
Una occasione che Mario, abituato a demandare il “lavoro sporco” agli altri – proprio per non correre il rischio di essere riconosciuto, troppo “famoso” nell’ambiente – non si è lasciato fuggire, pompato com’è, in questi giorni, di adrenalina. La voglia di ritornare in campo, di agire in prima persona, il desiderio di sentire di nuovo il cuore che pompa a 3000, hanno ridestato in lui quella voglia di “azione” che, per via dei tanti sbirri che gli corrono dietro, da un po’ di tempo a questa parte, aveva accantonato.
E così Mario, nell’ultima settimana, incappucciato e armato (dalla voglia di fare) è riuscito a mettere a segno diversi colpi. Come un bravo attaccante che sfrutta l’errore del portiere nel rilancio per fare gol (il famoso gol di rapina, che più che alla bravura dell’attaccante è attribuito alla papera del portiere) così ha fatto Mario: quando ha capito che il governo molla la guagna per l’emergenza virus, ha pensato di inserirsi tra lo stato e i cittadini, e con una mossa lesta da vero professionista, ha scippato i legittimi proprietari dei meriti degli aiuti, attribuendoli a se stesso. Una vera e propria rapina.
Ha detto di aver distribuito centinaia e centinaia di pacchi viveri per i bisognosi, facendolo passare l’idea che a finanziare l’operazione fosse stata la sua amministrazione, derubando, di fatto, i veri benefattori (aziende e banco alimentare) dei tanti grazie sinceri che azioni come queste, specie in tempi di emergenza, meritano.
Ha scippato anche i cinesi dei loro meriti, attribuendo a se la donazione delle mascherine all’ospedale dell’Annunziata.
Oggi ha detto che sono pronti i buoni spesa, anche qui si è guardato ben dal dire che sono aiuti di stato, e non comunali come ha voluto far credere agli sprovveduti ascoltatori delle sue dirette Fb, e come nei casi precedenti, anche qui si è impossessato di un merito che non gli appartiene. Non ha detto però che i bonus saranno disponibili dopo Pasqua, quindi niente spesa per queste feste. Ovviamente di questa “mancanza” la responsabilità va attribuita allo stato. Ma è meglio non dirlo. Se qualcuno se ne accorge, la scusa è pronta. Per Mario solo meriti.
Insomma un periodo fiorente per Mario che all’inizio della pandemia si era chiuso in casa perché consapevole, dopo lo sperpero di denaro pubblico di cui si è macchiato, che la sua amministrazione, commissariata, nulla avrebbe potuto fare per dare una mano ai cosentini in difficoltà. Quindi meglio non farsi vedere in giro. Se non fosse arrivata la pandemia sarebbero stati seri problemi per lui. A tutti i livelli: politici, personali e giudiziari. Gestire gli aiuti privati e di stato, oltre a fornirgli un’altra occasione di sguabbu inaspettata, era la “chance” che lui aspettava. Un modo per rimettersi in mostra, in un momento dove nessuno lo vuole vedere neanche in cartolina, con la speranza di riacquistare l’immagine del sindaco del fare che non abbandona i suoi cittadini.
Ma oramai tutti i cosentini sanno bene che “chini sta speranza ad Occhiuto e non cucina, a sira si ricoglia murmurannu”. Così come tutti sanno che tutta la sua attività amministrativa dal 2011 ad oggi si può riassumere in una sola frase: fermi tutti questi è una rapina!